Da oggi nuove accise: diesel più costoso, benzina più economica

-1,50 cent l'accisa sulla benzina, +1,50 cent sul gasolio. I fondi raccolti da questo adeguamento andranno al trasporto pubblico locale

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a cura di Tommaso Marcoli

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Il panorama della mobilità italiana si appresta a cambiare, seppur impercettibilmente, per milioni di automobilisti. Dal 15 maggio 2025, è entrata in vigore una significativa rimodulazione delle accise sui carburanti che, pur modificando di pochi centesimi il prezzo alla pompa, rappresenta un passo strategico verso l'equiparazione fiscale tra benzina e gasolio. Questa manovra, decisa congiuntamente dai Ministeri dell'Economia e dell'Ambiente, prevede una riduzione di 1,50 centesimi per litro sull'accisa della benzina, e un corrispondente aumento di 1,50 centesimi per litro sul gasolio. Un intervento che, al di là del valore nominale, segnala un chiaro orientamento politico verso la progressiva neutralizzazione delle differenze fiscali tra i due principali carburanti.

Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, l'aggiustamento delle accise non è stato concepito come una semplice misura di bilancio. Le maggiori entrate derivanti dall'incremento dell'accisa sul gasolio, infatti, verranno interamente destinate al Fondo nazionale per il trasporto pubblico locale. Questa scelta evidenzia la volontà del governo di sostenere forme di mobilità collettiva, utilizzando risorse provenienti dal trasporto privato, in particolare quello alimentato da combustibili fossili più inquinanti.

Il provvedimento si inserisce in un contesto di grande attenzione ai prezzi dei carburanti, che negli ultimi mesi hanno registrato una significativa flessione. Proprio recentemente, il prezzo della benzina è sceso sotto la soglia psicologica di 1,72 euro al litro, raggiungendo i valori minimi dal 2021, con un risparmio stimato per le famiglie di circa 136 euro annui.

La rimodulazione attuale rappresenta solo l'inizio di un percorso più ambizioso. Come previsto dalla riforma delle accise, il completo riallineamento della tassazione tra benzina e gasolio avverrà gradualmente nell'arco dei prossimi cinque anni. Una strategia di lungo respiro che mira a neutralizzare progressivamente il vantaggio fiscale di cui ha storicamente goduto il gasolio, in linea con le politiche ambientali europee che intendono scoraggiare l'utilizzo di combustibili ad alto impatto ambientale.

Nel frattempo, il mercato petrolifero mondiale continua a mostrare segnali di debolezza, con le quotazioni del greggio che si mantengono sotto i 60 dollari al barile, ai minimi dal 2021. Questa dinamica ribassista delle materie prime energetiche potrebbe mitigare l'impatto dell'aumento dell'accisa sul gasolio, rendendo meno oneroso per i consumatori il processo di riallineamento fiscale che si completerà entro il 2030.

Gli analisti di settore sottolineano come questa rimodulazione, apparentemente marginale, sia in realtà un segnale importante per il mercato: la direzione intrapresa è quella di una progressiva parificazione fiscale che inevitabilmente influenzerà le scelte dei consumatori nei prossimi anni, orientandole potenzialmente verso motorizzazioni alternative o, quanto meno, verso veicoli a benzina rispetto a quelli diesel.

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Ah, già, come le accise per la guerra in Abissinia (odovediavoloera), già, già... 🤬
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