Ecco il passaporto delle batterie: il primo documento di identità di Tesla e Audi

Da dove provengono i materiali contenuti all'interno delle celle delle batterie? Come son realizzati? Da oggi sarà più semplice capirne la provenienza.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Tesla e Audi sono le prime due case automobilistiche a partecipare al proof-of-concept del passaporto per batterie ideato dalla Global Battery Alliance. Per chi non lo sapesse, la Global Battery Alliance (GAB) ha ideato nei mesi scorsi un “Passaporto per le batterie delle auto”, per poter rintracciare tutti i materiali utilizzati per fabbricare le batterie

GAB è un gruppo industriale composto da oltre 100 aziende coinvolte nella catena di fornitura di batterie per veicoli elettrici; dalle società minerarie, come Glencore, a case automobilistiche, come Tesla, e produttori di batterie, come LG. Riconoscere la provenienza dei materiali utilizzati è sempre molto complicato; quando si parla di batterie si pensa principalmente a catodi e anodi, ma le batterie possono racchiudere moltissimi materiali e insidie. Dall'estrazione mineraria alla lavorazione fino all'assemblaggio: può essere difficile sapere da dove provenga ogni parte di una cella della batteria, così da tracciare ogni componente e arrivare ad una produzione sostenibile.

Ora GAB ha annunciato di aver rilasciato il primo proof-of-concept: "la Global Battery Alliance ("GBA"), la più grande organizzazione multi-stakeholder al mondo ha lanciato oggi il proof of concept per il suo Battery Passport durante l'incontro annuale del World Economic Forum a Davos".

Tesla e Audi sono le prime due case automobilistiche a partecipare al proof of concept. A questo proposito, Tesla ha mostrato per la prima volta un concept di passaporto per tracciare il cobalto custodito all’interno di una batteria realizzata in Cina. La società è stata in grado di confermare che il 100% del cobalto nelle celle della batteria proviene dalla Kamoto Copper Company di Glencore nella Repubblica Democratica del Congo.

Come si può osservare, l’immagine rappresenta solo l'1% circa dei materiali impiegati, ma l’obiettivo è raggiungere la copertura dell’intero pacco batteria. Il costruttore tedesco, Audi, invece è andato un po’ più nel dettaglio riuscendo a tracciare circa il 10% dei materiali contenuti all’interno di un pacco batteria.