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Euro 7: cos'è e cosa cambia

Mancano ancora 2 anni all'entrata in vigore di Euro 7 ma la polemica non si ferma: molte case sono contrarie, anche alcuni ambientalisti.

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a cura di Francesco Daghini

Pubblicato il 24/04/2023 alle 13:42

Da ormai diverso tempo si parla del 2035 come l'anno oltre il quale non si potranno più vendere auto a combustione interna, ma questo non significa che si debba riporre tutte le nostre speranze in questa tecnologia e anzi, è fondamentale proseguire nello sviluppo di sistemi sempre meno impattanti per la vita sulla terra. Lo scorso 9 novembre è stata ufficialmente approvata la normativa Euro 7 per ridurre le emissioni inquinanti di auto e mezzi pesanti, con una particolare attenzione nei confronti degli ossidi di azoto (NOx), del particolato e delle sostanze inquinanti provenienti dal consumo di pastiglie dei freni e pneumatici.

Euro 7, l'entrata in vigore

La nuova normativa entrerà in vigore a partire dal 1° luglio 2025 per le auto, e il 1° luglio 2027 per furgoni e mezzi pesanti; come sempre queste norme si applicano soltanto sui veicoli immatricolati a partire dalla data di entrata in vigore in poi, nessuna di queste norme è retroattiva.

Al momento il testo della normativa è ancora in fase di approvazione definitiva da parte del Parlamento e del Consiglio europeo, dopo che la proposta è stata avanzata dalla Commissione europea: salvo cambi di rotta inaspettati, la normativa Euro 7 sarà confermata in gran parte, mentre alcune piccole modifiche sono già state apportate nelle ultime settimane, ad esempio sul tema degli e-fuel, i carburanti sintetici.

Euro 7, nuovi limiti per gli inquinanti

La normativa Euro 7 è stata pensata per applicarsi non soltanto ai veicoli a combustione interna come benzina e diesel, ma anche alle motorizzazioni che utilizzano carburanti alternativi e alle auto elettriche, con l'obiettivo di garantire la presenza su strada di veicoli più puliti, migliorando così la qualità dell'aria - specialmente nelle grandi città - proteggendo la salute dei cittadini e dell'ambiente circostante.

Per quanto riguarda gli ossidi di azoto, i cosiddetti NOx, l'unica differenza sostanziale riguarda i motori diesel, che oggi devono rispettare un limite di 80 mg/km: questo limite scenderà a 60 mg per km, come è già attualmente per i motori a benzina, mentre le emissioni di particolato dovranno scendere del 13%. Tra gli agenti inquinanti finiti nel mirino della normativa Euro 7 troviamo anche l'ammoniaca e la formaldeide.

Tra le principali novità introdotte da Euro 7 c'è anche una nuova attenzione posta nei confronti di freni e gomme, mai considerati nelle normative precedenti: entro il 2035, quindi con tempistiche più rilassate, si dovranno ridurre del 27% le emissioni provenienti dal ferodo delle pastiglie dei freni e dal consumo degli pneumatici, ma per farlo sarà necessario metter a punto dei sistemi di monitoraggio dedicati, con i costi che ne conseguono che andranno inevitabilmente a ricadere sul cliente finale. Per quanto riguarda le auto elettriche verrà valutata la durata della batteria e quindi il suo impatto ambientale.

Con l'introduzione della normativa Euro 7 cambieranno anche i cicli di omologazione di auto e mezzi pesanti, modificati in modo da essere più simili all'utilizzo realtà di un veicolo; tra i nuovi test è previsto anche un tratto di guida con una temperatura ambientale di 45°C, e per brevi tratti come avviene per molti pendolari. Inoltre, le auto dovranno essere dotati di appositi sensori di bordo che terranno sotto controllo le emissioni inquinanti nel tempo, più precisamente per un periodo di 10 anni e circa 200.000 km percorsi, così da valutare meglio come cambiano le emissioni con l'invecchiare del veicolo.

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Euro 7, cosa ne pensano i costruttori

Le case automobilistiche non fanno mistero dei loro dubbi in merito alla normativa Euro 7, proposta in un momento in gli investimenti di ricerca e sviluppo sono stati concentrati nei confronti della mobilità elettrica: secondo Acea, l'associazione di costruttori automobilistici europei, l'introduzione di Euro 7 potrebbe portare ad aumenti sostanziali sul prezzo finale delle nuove auto, con un aumento medio stimato in 2000 euro. Acea afferma che gli ingenti investimenti richiesti per rispettare la normativa Euro 7 sarebbero necessari a coprire il 5% delle condizioni che sono diverse rispetto all'attuale Euro 6, insomma, uno di quei casi in cui il gioco non vale la candela.

Altre realtà sono meno pessimiste sulle cifre, come Anfia - l'associazione italiana della filiera automobilistica - che parla di un aumento di prezzo del 3% ma che definisce comunque la normativa Euro 7 come "incompleta e approssimativa", addirittura "inaccettabile nel suo impianto".

Già oggi le case automobilistiche hanno ridotto in modo sensibile lo sviluppo e la produzione di auto di piccole dimensioni, che hanno costi troppo alti rispetto ai ricavi che permettono di generare, e l'introduzione di normative ancora più stringenti - e che richiedono lo sviluppo di nuovi sensori ad hoc - non farà altro che convincere sempre più le case a concentrarsi su veicoli di alta gamma, che assicurano maggiori guadagni.

Gli ambientalisti

Non sono solo i costruttori automobilistici ad avere forti dubbi sulla bontà della normativa Euro 7, persino alcuni ambientalisti si sono espressi con parole forti in merito: il gruppo Transport & Environment ha definito la proposta "così debole da sembrare scritta dalla stessa industria dell'auto"; per motivi differenti, ma anche gli ambientalisti non sono contenti di Euro 7, che a loro dire porterà sul mercato molte auto ancora troppo inquinanti per gli obiettivi che ci siamo posti per i prossimi decenni.

Il Governo italiano

"Il Governo italiano è fortemente contrario alla normativa Euro 7", queste le parole pronunciate dal vice premier Matteo Salvini, che si è fatto portavoce di un gruppo di nazioni europee, in cui rientra anche la Germania, che si sono dette contrarie ai nuovi limiti imposti. "La proposta è controproducente ed è necessario modificarla nei prossimi mesi, dal momento che richiede azioni non realistiche", ha proseguito Salvini, che poi è tornato a parlare anche del famoso anno 2035, quando è stata fissata l'interruzione della vendita di auto con motore endotermico.

E-fuel come alternativa a Euro 7?

A causa, o forse grazie, ad Euro 7 si è tornato a parlare di e-fuel, i carburanti sintetici che promettono prestazioni praticamente invariate nell'utilizzo in un motore endotermico, a fronte di emissioni inquinanti drasticamente ridotte; molte case automobilistiche hanno espresso il proprio interesse nei confronti degli e-fuel, come Porsche che ha creato la sua produzione in Cile, o Stellantis che di recente ha descritto i carburanti sintetici come la miglior soluzione per decarbonizzare il parco auto senza gravare eccessivamente sulle tasche della popolazione, specialmente per quelle fasce che non hanno la possibilità economica di acquistare un'auto elettrica.

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