Stop alla vendita di auto benzina e diesel: solo elettriche dal 2035?

In seguito ad una complicata trattativa, il Parlamento europeo ha deciso che non verranno più vendute auto a combustione a partire dal 2035. Salvi i piccoli costruttori come quelli della Motor Valley.

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a cura di Luca Rocchi, Davide Raia

Il Parlamento europeo si è espresso tramite una votazione confermando l’intenzione di rimuovere dalla vendita a partire dal 2035 le auto alimentate con propulsore a benzina, diesel, GPL e metano. Dopo la prima votazione dello scorso giugno, chiusa con 339 voti favorevoli, 249 contrari e 24 astenuti, il 14 febbraio è arrivata la conferma definitiva, questa volta con 340 voti favorevoli. Il mercato dell'anno in UE si prepara a dire addio ai motori termici per un futuro esclusivamente elettrico ed a zero emissioni. 

Bocciato invece l’emendamento che prevedeva di abbassare il target sulla riduzione della CO2, dal 100% al 90%, lasciando in vita una piccola quota di motori a combustione. Salva, per il momento, la Motor Valley, con un emendamento che mette al riparo fino al 2036 i piccoli costruttori (da 1000 a 10mila vetture all’anno) con l’aggiornamento dei limiti alle emissioni di CO2 (-15% al 2025 e -55% al 2030 rispetto al 2021). 

Il provvedimento "zero emissioni" entrerà automaticamente in vigore? No, ora sarà oggetto di una ulteriore fase negoziale a cui parteciperanno anche i governi dei singoli Paesi e dove si stabiliranno tutti i principali aspetti. Nel futuro del mondo delle quattro ruote in UE c'è ancora spazio per le auto endotermiche ma solo se alimentate da carburanti sintetici anche se, sulla questione, c'è ancora molto lavoro da fare per definire nuovi standard condivisi.

Trattativa 

Lo stop alla vendita delle vetture endotermiche si inserisce in un pacchetto di riforme destinate a salvaguardare l’ambiente, conosciuto con il nome di Fit for 55 e presentato in Commissione nel luglio del 2021. L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni totali di CO2 in Europa del 55% (rispetto al 1990) entro il 2030, per poi giungere alla neutralità climatica entro il 2050.  

Nonostante se ne stia discutendo da ormai diverso tempo, la decisione sullo stop alla vendita di benzina e diesel ha spaccato numerosi governi, tra cui quello italiano. Favorevoli all’emendamento gli eurodeputati del Partito Democratico, contraria invece “la destra” che si rammarica di tutti gli eventuali posti di lavoro che potrebbero venir tagliati in un’ottica di transizione così globale. 

L’ACEA stima che in Italia si potrebbero perdere 67mila posti di lavoro nel periodo 2025-2030 e circa 5mila in più nel 2040; l’associazione, in più occasioni, ha chiesto alle istituzioni della UE di concentrarsi sull'innovazione anziché vietare o prescrivere una soluzione specifica. Il concetto di "neutralità tecnologica", sostenuto da diversi esponenti del mondo dell'auto, non è stato preso in considerazione dall'UE che ha deciso di puntare esclusivamente sull'elettrico. 

La votazione del Parlamento UE apre ora una nuova fase per il programma di elettrificazione del mercato. Il testo approvato, infatti, passa ora al Consiglio UE per poi continuare il suo iter legislativo che porterà alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Il progetto di azzeramento delle emissioni in UE non sarà un percorso senza insidie e nel corso dei prossimi anni potrebbero esserci ulteriori sorprese.

Da fine 2025, con cadenza biennale, la Commissione UE sarà tenuta a pubblicare una relazione sui progressi del settore verso l'elettrificazione, in vista del traguardo intermedio del 2030 (-55% delle emissioni per le auto e -50% delle emissioni per i furgoni) e di quello finale del 2035, quando si dovrebbe raggiungere l'azzeramento delle emissioni.

Da notare, inoltre, che entro il 2030 dovranno terminare le misure di sostegno all'elettrificazione come gli incentivi auto 2023 che i vari Governi europei stanno lanciando per supportare la riduzione delle emissioni. Per rendere sostenibile il progetto UE, infatti, è necessario che il mercato riesca a crescere, con un aumento progressivo della vendita di auto elettriche, anche senza misure di sostegno così forti come quelle lanciate in questi anni.

Il futuro delle auto endotermiche: spazio per gli e-fuel nel futuro dell'UE

Cedendo alle pressioni della Germania, l'UE, nel corso del mese di marzo, ha aperto le porte ad una deroga per gli e-fuel. Anche dopo il 2035, quindi, le auto endotermiche potrebbero continuare ad essere commercializzate in Europa ma solo se saranno in grado di funzionare con carburanti sintetici che andranno a sostituire, in modo completo, benzina e diesel. Per il momento, non c'è spazio per i biocarburanti (nonostante le richieste dell'Italia).

La strada per definire il ruolo degli e-fuel (e eventualmente dei biocarburanti) nel futuro del mondo delle quattro ruote in UE è ancora molto lunga. Come confermato da Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea, l'accordo con la Germania per gli e-fuel non si traduce in un immediato ok all'uso di questi carburanti dopo il 2035. Ora, infatti, inizierà un lungo lavoro per definire un regolamento completo in merito alle emissioni di CO2 dei veicoli che utilizzeranno gli e-fuel.

Mezzi pesanti 

Anche il settore dei trasporti ha deciso, di recente, di accelerare il processo di transizione verso una mobilità più pulita; dal 2040 ci sarà lo stop della vendita dei camion diesel in Europa. Questa è la strategia che hanno scelto congiuntamente i costruttori di mezzi pesanti che fanno parte dell’ACEA (European Automobile Manufacturers Association), come DAF Trucks, Daimler Trucks, Ford Trucks, IVECO, MAN, Scania e Volvo. L’obiettivo finale non è comunque dissimile a quello delle automobili: emissioni zero per tutto il settore entro il 2050. Restano libere quindi le soluzioni elettriche e i veicoli Fuel Cell a idrogeno ed entro il 2040, sarà necessario un rafforzamento delle linee di ricarica (elettrica e idrogeno), così da offrire una valida alternativa ai carburanti fossili.  

Moto e le due ruote 

Di motocicli e ciclomotori non si è ancora parlato, sia per il minore impatto ambientale sia perché rappresentano una buona soluzione, già ora, per alleggerire il traffico delle quattro ruote. In ogni caso, troviamo irrealistico che moto e scooter possano non rientrare in qualche decisione in futuro; in fin dei conti, almeno in Italia, sono stati resi disponibili numerosi incentivi in merito, bonus che per altro sembrano aver funzionato. 

Cosa succede nel mondo 

Lo sappiamo, l’Italia non è sicuramente il paese più pronto per la transizione ecologica ma secondo una indagine dell’EY Mobility Consumer Index, il nostro Bel Paese è uno dei più aperti nei confronti dell’elettrico. In Europa, secondo il rapporto, il 73% degli italiani è intenzionato a fare il grande passo. La lista continua poi con la Spagna (62%), Norvegia (61%), Svezia (52%), Francia (48%) e Germania (45%). Bene la Cina con il 69%, molto male invece gli Stati Uniti, i più contrari all’elettrificazione, con un appena il 29% di interesse.  Ma quando verrà fatto il grande passo? Le scadenze sono differenti paese per paese:

Paese (Europa) Anno previsto
Austria 2040
Belgio 2035
Danimarca 2030
Francia 2040
Germania 2030
Irlanda 2035
Norvegia 2030
Olanda 2030
Regno Unito 2035 (forse 2032)
Spagna 2040
Svezia 2030

Grandi novità anche dagli Stati Uniti, in particolare dallo stato della California, che sembrerebbe intenzionato a seguire le orme dell'Europa e uniformarsi alla data del 2035; la situazione è ancora in via di sviluppo e solo nelle prossime settimane saremo in grado di capire quali altri stati a Stelle e Strisce aderiranno.

Euro 7: appuntamento al 2025 

Cosa succederà da qui al 2035? Nell'attesa di una approvazione definitiva, entro il 2025 (2027 per i mezzi pesanti) dovrebbe entrare in vigore il nuovo ciclo di omologazione Euro 7 che si pone di sostituire l’attuale Euro 6 in utilizzo, nella sua prima declinazione, dal 2014. La prima bozza relativa all’Euro 7 vide la luce già nel 2020 ma a causa delle limitazioni troppo stringenti è stata modificata più volte al fine di non obbligare i costruttori in una modifica troppo radicale e quasi insostenibile. 

I costruttori ora sono pronti ad adeguarsi, Stellantis e BMW hanno già annunciato progetti produttivi per motori con specifiche tecniche in grado di rispettare la nuova normativa. Carlos Tavares ha annunciato, a Pratola Serra, l’arrivo di un propulsore compatibile con lo standard di emissioni Euro 7, mentre BMW ha in programma di sviluppare nuove unità a sei e otto cilindri di nuova concezione. Altri, come Audi, invece, sono in attesa di ricevere i dettagli finali delle proposte comunitarie.  

Stando alle indiscrezioni, i principali inquinanti verrebbero dimezzati rispetto all'Euro 6 con una importante riduzione per l’ossido di azoto, monossido di carbonio, Pm10 e Pm 2,5. Tra i valori presi in esame, verrà introdotta per la prima volta anche l’ammoniaca. Inoltre, con l’Euro 7, verranno presi in esame anche agenti non strettamente legati al processo di combustione, come ad esempio le particelle inquinanti prodotte dai freni.

Il ciclo di certificazione potrebbe anche inasprirsi e la Commissione potrebbe anche imporre che i motori rispettino i limiti per 15 anni o 240 mila chilometri, in qualsiasi condizione meteo o di utilizzo. Oltre ai test WLTP ci sarà l'introduzione dei test RDE (Real Drive Emission) che punteranno ad offrire un quadro ancora più chiaro dell'impatto ambientale delle vetture in condizioni di uso reale.

Con Euro 7 il prezzo delle auto potrebbe aumentare di 2.000 euro

Se da un lato i costruttori stanno arrivando nella condizione ideale per produrre propulsori Euro 7, dall’altro è probabile che alcuni segmenti di mercato cesseranno di esistere a causa dei costi troppo insostenibili legati alla transizione. Secondo ACEA, che sulla questione ha pubblicato una lettera aperta ad inizio febbraio con la firma di Luca De Meo, numero dell'associazione oltre che CEO del Gruppo Renault, il passaggio ad Euro 7 sarà controproducente per l'industria automotive europea.

I vincoli ancora più stringenti previsti dal nuovo standard di omologazione, infatti, comporteranno un aumento dei costi andando a sottrarre risorse al programma di elettrificazione in corso, costringendo molti costruttori a fare delle scelte drastiche che potrebbero ridurre i volumi di vendita complessivi e rallentare il programma di aggiornamento del parco auto circolante. Paradossalmente, quindi, con Euro 7, le auto più inquinanti potrebbero registrare un allungamento della carriera.

Secondo le stime di ACEA, l'adozione della normativa Euro 7, con le caratteristiche prefissate fino ad oggi dall'UE, comporterà un aumento netto del prezzo di vendita delle auto nuove (rispetto ai livelli attuali già nettamente incrementati nel confronto a qualche anno fa). Tale aumento viene stimato in 2.000 euro in più per auto, con alcuni segmenti che potrebbero essere più colpiti rispetto ad altri e con il rischio di verd sparire il settore delle auto economiche.

Auto elettriche  

Cosa manca da qui al 2035? In Italia, in particolare, sono necessari tre elementi fondamentali affinché la transizione elettrica sia efficace. Prima di tutto è fondamentale che l’arrivo di “auto elettriche economiche” e soprattutto che gli incentivi all’acquisto diventino sempre più frequenti, comuni e applicabili, senza una continua corsa nella speranza di ottenere un bonus.  

In secondo luogo, la rete di ricarica; come descritto in questo approfondimento, l’infrastruttura è ancora troppo limitata sebbene in costante crescita. In ottica futura, quando ipoteticamente circoleranno sempre più vetture elettriche è necessario che siano presenti più colonnine, sia in città sia in autostrada, e che soprattutto ci sia una sorta di omogeneità in tutto il nostro Bel Paese, senza particolari divisioni tra Nord e Sud. 

Un altro aspetto, evidenziato proprio dal Ministro Cingolani in una precedente nota, riguarda lo smaltimento delle batterie. Se da un lato è in programma la realizzazione di numerose Gigafactory in Europa, è necessario pensare a quello che succederà un domani e come si smaltiranno tutte le batterie a fine ciclo vita.