I profitti di Toyota crollano a causa della mancanza di componenti

I continui rallentamenti alla produzione e l'assenza di alcuni componenti hanno fatto registrare a Toyota un trimestre da dimenticare.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Toyota ha annunciato che i profitti sono diminuiti del 42% nel primo trimestre del suo anno finanziario, terminato il 30 giugno, sorprendendo gli analisti e facendo crollare i prezzi delle azioni. La casa automobilistica giapponese ha guadagnato solo 578,66 miliardi di yen (circa 4,2 miliardi di euro al cambio attuale), rispetto ai 997,4 miliardi di yen ($ 7,5 miliardi di euro) realizzati nello stesso periodo dell'anno scorso. Gli analisti avevano previsto un calo dei profitti, ma si aspettavano che si sarebbero ridotti di appena il 15%; come diretto risultato dell'annuncio, i prezzi delle azioni della casa automobilistica sono scesi del tre percento.

La casa automobilistica è stata colpita da una serie di problemi di produzione che l'hanno resa incapace di continuare con la costruzione di tutti i veicoli previsti. Toyota ha annunciato tre volte nei primi tre mesi del suo anno finanziario che avrebbe tagliato la produzione; questo ha comportato una riduzione della produzione del 10% in un solo trimestre.

Fortunatamente, con la revoca delle restrizioni COVID in Cina e la risoluzione dei problemi negli stabilimenti, la casa automobilistica ritiene che la produzione riprenderà nella seconda metà dell'anno. Come il resto del mondo, però, anche Toyota deve trovare un modo per fare i conti con l'inflazione. Secondo le indagini interne, si prevede un incremento del costo delle materie prime del 17% rispetto alla stima precedente e pertanto è necessaria una soluzione immediata.

Toyota, in ogni caso, non è l’unica azienda che ha dovuto fare i conti con l’assenza di componenti o con i continui stop legati alla pandemia; il costruttore, come se non bastasse, è finito di recente sotto la lente di ingrandimento dei media anche per un singolare caso, accaduto negli Stati Uniti, legato all’utilizzo errato, per Toyota, di una nuovissima GR86.