In un contesto in cui l’industria automobilistica europea si trova a fronteggiare trasformazioni epocali, il tema delle normative ambientali continua a dominare il dibattito. Dal 1° gennaio 2025, infatti, entreranno in vigore i nuovi limiti CAFE (Corporate Average Fuel Economy), che imporranno una media di 93,6 grammi di CO2 per chilometro ai veicoli immatricolati in Europa. Questo valore, giudicato da molti addetti ai lavori come estremamente restrittivo, rappresenta una sfida per tutti i costruttori, inclusi quelli che hanno investito in tecnologie sostenibili, come Suzuki.
Massimo Nalli, Presidente di Suzuki Italia, ha recentemente condiviso le sue riflessioni su queste tematiche, evidenziando le difficoltà che l’azienda ha affrontato nel rispettare target sempre più severi. Nonostante una gamma completamente elettrificata e composta da veicoli ibridi, Suzuki ha dovuto rinunciare a modelli iconici come la Jimny e la Swift Sport per via dei vincoli imposti dalla normativa. “È come se due studenti dovessero affrontare un esame con criteri diversi: uno deve prendere 8 per passare, mentre all’altro basta un 5,5”, commenta Nalli, sottolineando come i limiti, seppur calibrati per costruttore, risultino comunque squilibrati rispetto ai volumi e alle caratteristiche tecniche di ogni azienda.