La nuova creazione di Manhart ridefinisce i limiti dell'elaborazione BMW. Con una forza motrice che sfiora i 1.000 cavalli, la MH4 900 rappresenta l'ennesima dimostrazione di come il tuner tedesco di Wuppertal continui a spingere oltre ogni confine l'interpretazione delle sportive bavaresi. Un progetto che non si limita a incrementare la potenza, ma ripensa completamente l'identità di una vettura già estrema nella sua configurazione di serie.
Basata sulla BMW M4 Competition a trazione posteriore, questa elaborazione stravolge completamente le caratteristiche della sportiva tedesca. Il sei cilindri biturbo da 3,0 litri S58, già notevole nella sua configurazione standard, viene portato a livelli quasi irreali: 922 CV e 1.190 Nm di coppia, con un incremento rispettivamente di 412 CV e 540 Nm rispetto alla versione originale. Numeri che collocano questa realizzazione ai vertici assoluti nel panorama delle elaborazioni BMW.
Per raggiungere prestazioni così elevate, gli ingegneri di Manhart hanno implementato modifiche sostanziali al propulsore. L'intervento comprende un potenziamento significativo del sistema di sovralimentazione, l'adozione di un intercooler maggiorato e una revisione completa degli organi meccanici interni con pistoni e bielle forgiati. A completare il quadro tecnico, un sistema di aspirazione in carbonio e una riprogrammazione dedicata della centralina elettronica.
Ma la potenza senza controllo sarebbe inutile. Per questo Manhart ha prestato particolare attenzione anche alla trasmissione, implementando un aggiornamento "Stage 2" del cambio automatico a 8 rapporti, ora capace di gestire fino a 1.300 Nm di coppia. Un intervento necessario per garantire l'affidabilità di fronte a valori così estremi, evitando che il cambio diventi l'anello debole della catena cinematica.
L'assetto riceve modifiche altrettanto significative. Le molle elicoidali H&R regolabili in altezza costituiscono solo una parte degli interventi, completati da "ulteriori ottimizzazioni" non dettagliate ma evidentemente necessarie per gestire la potenza impressionante. Interessante notare come Manhart abbia ritenuto i freni carboceramici originali BMW sufficientemente dimensionati per arrestare questa belva, senza necessità di ulteriori modifiche.
L'estetica non è stata trascurata: il kit carrozzeria in carbonio trasforma radicalmente l'aspetto della vettura con interventi aggressivi che includono un cofano GTR con prese d'aria dedicate, nuove griglie per il radiatore, uno spoiler anteriore, minigonne laterali, alette aerodinamiche e un elaborato diffusore posteriore con estensioni laterali e spoiler a tre elementi. Il look predatorio è completato da cerchi Raffa da 10,5x20 pollici all'anteriore e 11,5x21 pollici al posteriore, calzati con pneumatici 285/30 20 e 305/25 21.
L'esperienza sonora, elemento fondamentale in un'auto di questo calibro, è garantita da un sistema di scarico Remus a lamelle in acciaio inossidabile con quattro terminali da 110 mm. Per i clienti più esigenti, sono disponibili opzioni aggiuntive come catalizzatori HJS a 200 celle, downpipe sportivi e la rimozione dei filtri antiparticolato. I terminali di scarico possono essere ulteriormente personalizzati con rivestimenti in fibra di carbonio o ceramica.
Nell'abitacolo, l'intervento è più misurato ma significativo: un roll bar Clubsport color champagne trasforma l'interno in un ambiente che ricorda le auto da competizione, sottolineando la vocazione estrema di questa realizzazione. È l'ultimo dettaglio di un progetto che non si accontenta di strafare, ma cerca di riscrivere il concetto stesso di hypercar derivata di serie.
Questa MH4 900 si inserisce in un filone di elaborazioni estreme che Manhart ha dedicato alla famiglia BMW M3/M4 dell'attuale generazione (G80, G81, G82). Solo sei mesi fa il preparatore tedesco aveva presentato una M3 con 855 CV, ma evidentemente per gli specialisti di Wuppertal non era abbastanza. La nuova creazione dimostra come il confine tra auto stradali ed esemplari da competizione sia ormai sempre più sfumato, in un continuo inseguimento di prestazioni che sembrano non avere limite.