Avatar di Valentina Acri

a cura di Valentina Acri

Al fine di svecchiare il parco circolante, altamente inquinante, il Governo potrebbe predisporre una rimodulazione degli incentivi destinati al settore delle quattro ruote. Lo stesso ministro per le Imprese e il made in Italy, Adolfo Urso, nei giorni scorsi ha avanzato l’ipotesi di una rimodulazione degli incentivi attualmente disponibili per l’acquisto di auto a basse emissioni.

Nel periodo 2022-26 abbiamo destinato circa 2 miliardi del fondo automotive agli incentivi all’acquisto di veicoli a basse emissioni di anidride carbonica. La risposta del mercato è stata eterogenea, sull’endotermica sono stati usati, in breve tempo, tutti gli incentivi messi a disposizione. Sull’elettrico non hanno avuto un buon riscontro, visto che nel 2022 sono rimaste inutilizzate risorse per 127 milioni di euro, ha sottolineato Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy (Mimit).

Non dimentichiamo che per il 2023, i 150 milioni destinati all’acquisto di vetture endotermiche con emissioni tra 61 e 135 g/km di CO2 sono terminati in sole poche settimane. I 425 milioni stanziati invece per le auto elettriche e ibride sono stati a oggi utilizzati soltanto 33 milioni, dunque meno dell’8%.

Si pone la necessità di predisporre una rimodulazione degli incentivi, prendendo atto della realtà, per utilizzarli al meglio anche al fine di svecchiare il parco auto circolante, che è altamente inquinante e il più vecchio d’Europa. Occorrerebbe agire sul potere d’acquisto di coloro che hanno più difficoltà a sostituire la propria autovettura con una a basse emissioni. Segnalo che oggi il parco auto da rottamare è la vera priorità ambientale. I numeri parlano chiaro: su circa 40 milioni di auto circolanti, quasi 11 milioni sono altamente inquinanti (perché di classe ambientale Euro 0-3, ndr), ovvero più del 25%. È questa la vera emergenza ambientale accumulata negli ultimi anni, ha aggiunto il ministro.

Secondo quanto diffuso, al ministero è stato istituito un tavolo di confronto permanente con tutti gli operatori del settore, al fine di valutare le soluzioni utili per assicurare una transizione del comparto efficace e sostenibile sotto il profilo economico e sociale, alla luce del principio di neutralità tecnologico che il governo italiano ha posto al centro della sua azione nei confronti dell’Europa.