La propulsione elettromagnetica vicina ai test nello Spazio

La NASA sta per pubblicare le conclusioni sui test dell'EM Drive e un'azienda programma il lancio di un mini satellite con questo sistema di propulsione. Siamo vicini a una svolta?

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a cura di Elena Re Garbagnati

Un motore EM Drive potrebbe essere lanciato nello Spazio nel giro di pochi mesi, in modo da consentire agli scienziati di capire se funziona davvero. Il progetto è dell'azienda Cannae Inc e l'oggetto da portare in orbita è un mini satellite (CubeSat).Per comprendere di che cosa stiamo parlando facciamo un passo indietro: l'EM Drive è un'unità elettromagnetica allo studio da più di 15 anni. Il motivo per il quale la sua applicabilità pratica è stata messa in dubbio è che il suo principio di funzionamento contrasta con la terza legge del moto di Newton, in cui si afferma che "per ogni azione esiste una reazione uguale e contraria". Nei motori a razzo tradizionali il flusso di propellente espulso attraverso lo scarico crea una reazione opposta che spinge la navicella spaziale in avanti. L'idea di base dell'EM Drive invece è quella di convertire l'energia elettrica in una spinta, senza espulsione di propellente.

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Alcuni esperimenti condotti in passato suggerirono che l'EM Drive potesse comunque funzionare. Inizialmente non furono condotte prove in condizioni di vuoto, ma di recente la NASA ha finanziato una ricerca presso gli Eagleworks Laboratories del NASA Johnson Space Center, dov'è stato testato l'EM Drive con successo in condizioni di vuoto. Intanto una ricerca tedesca indipendente ammetteva che questo sistema di propulsione in effetti produce spinta. Il motivo di tanto interesse è che, stando a quanto teorizzato, questo motore potrebbe produrre una spinta sufficiente per portare l'uomo su Marte in 70 giorni.

Davanti ai primi risultati i ricercatori statunitensi hanno comunque fatto appello alla cautela, per questo è attesa con particolare interesse la relazione dettagliata dei test e le relative conclusioni. Stando alle fonti, adesso si è giunti alle battute conclusive: la relazione di Eagleworks ha superato il processo di peer-review e dovrebbe essere pubblicata a breve sul Journal of Propulsion and Power dell'American Institute of Aeronautics and Astronautics.

I contenuti non sono ancora pubblici, quindi si entra nel campo delle supposizioni. Secondo Brendan Hesse di DigitalTrends si tratterebbe di "un passo importante per l'EM Drive perché [tali conclusioni] legittimerebbero la tecnologia e le prove finora raccolte, consentendo ad altri gruppi di ricerca di replicare i test [e di] investire più risorse per capire come e perché funziona, e come renderlo una forma possibile di propulsione".

Insomma, "la pubblicazione non regalerà alla razza umana un biglietto per la partenza immediata di viaggi interplanetari, ma è il primo passo verso una possibilità futura". Tanto che un EM Drive potrebbe spiccare il volo.

Guido Fetta, CEO dell'azienda Cannae Inc e inventore del Cannae Drive (un motore a razzo che si basa sul design originale dell'EM Drive di Roger Shawyer) ha annunciato l'intenzione di lanciare nello Spazio un CubeSat con questo sistema di propulsione. La notizia è riportata da David Hambling di Popular Mechanics, secondo cui questo mini satellite rimarrà in orbita per almeno sei mesi, che è una tempistica importante in quanto "più a lungo resterà in orbita, più dimostrerà che in effetti il motore produce una spinta senza propellente".

Per ora non è stata fissata una data di lancio, ma si ipotizzano mesi di attesa, non anni. Del resto la tecnologia dell'EM Drive fa gola a molti, cinesi compresi, e si sa che chi prima arriva...