Le auto da 15mila euro non esistono più, bisogna attendere la Cina?

Dove son finite le auto economiche da città da 10 o 15mila euro?

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Le auto sono sempre più sofisticate, le materie prime complicate da reperire e la transizione ecologica non facilita la riduzione dei prezzi; per un motivo o per l’altro, senza dimenticare la crisi economica e l’inflazione, le auto “economiche” sono sempre più rare. Senza andar troppo lontano, ma se guardiamo ai listini di una decina di anni fa per acquistare una Volkswagen Up! erano necessari poco più di 10mila euro, mentre oggi per il medesimo allestimento base ne servono almeno 17mila. Discorso analogo per la nostra Panda che, al lancio veniva 10.200 euro mentre ora 14mila.

Certo, ci rendiamo conto che le motorizzazioni evolvono e gli allestimenti si fanno più ricchi (anche a livello di sicurezza), ma la forbice di prezzo è davvero ampia e suggerisce che un domani, magari con l’avvento dell’elettrico, possa addirittura anche aumentare. Questi sono solo due esempi, ma la situazione è omogenea su molti modelli del settore. Cos’è successo al mercato? Torneranno mai le soluzioni davvero economiche?

Più funzionalità

Sono numerosi i fattori che hanno contribuito al declino delle auto a basso costo, molti dei quali provengono direttamente dal settore automobilistico. Tuttavia, i consumatori non possono essere considerati completamente esenti da responsabilità, in quanto richiedono sempre più funzionalità con il passare degli anni; anche le vetture economiche, come le utilitarie, sono ormai equipaggiate con caratteristiche come Apple CarPlay e sistemi di sicurezza avanzati, quali il freno automatico di emergenza. Alcune di queste innovazioni sono state introdotte per legge e questi requisiti normativi hanno contribuito a rendere le automobili più sicure ed efficienti, ma hanno causato un aumento dei costi. Di auto compatte super equipaggiate ne abbiam provate diverse e la prima che ci viene in mente è la Toyota Aygo X, dotata di CarPlay wireless, ad un prezzo di oltre 17mila euro.

I crossover hanno più mercato

I crossover e i SUV, da anni, hanno conquistato la scena e tali veicoli comportano costi di produzione più elevati rispetto alle controparti tradizionali, come le berline e le hatchback. Tanti nomi storici sono diventati modelli “a ruote alte” mutando non sono nella forma ma anche nella sostanza; inevitabilmente, oltre a diventare esteticamente differenti sono rientrati in un settore di appartenenza maggiormente premium e quindi costoso.

Come risposta alla crescente domanda dei consumatori per i crossover, aziende come Ford e Volkswagen hanno quasi completamente abbandonato la produzione di automobili tradizionali. Questa decisione ha portato all'estinzione di modelli convenienti come Ford Fiesta e Audi A1, tutti disponibili a meno di 20.000 euro. La responsabilità di questo cambiamento ricade in parte sulle case automobilistiche per aver abbandonato il segmento, ma anche sui consumatori che hanno mostrato un forte interesse verso i crossover.

Nuove motorizzazioni

Lo abbiamo anticipato in apertura, ma la transizione ecologica non ha aiutato sicuramente l’andamento del mercato a livello di prezzi. Fino a quando le case automobilistiche non saranno in grado di decifrare il segreto delle batterie più economiche, i veicoli elettrici continueranno ad essere più costosi da produrre rispetto alle automobili a combustione. La tecnologia delle batterie sta avanzando rapidamente, ma è difficile prevedere se nei prossimi anni ci saranno auto elettriche davvero economiche; ci sono le intenzioni, ma ad oggi la più economica (senza incentivi) è la Dacia Spring con i suoi 20.700 euro.

Stellantis sembra stia lavorando su un veicolo elettrico accessibile al di sotto dei 20.000 euro, al pari di Volkswagen con la sua ID.2, ma al momento si tratta per lo più di indiscrezioni. Anche Tesla, a questo proposito, con la sua Model 2 dovrebbe offrire qualcosa di questo genere ma al momento non ci sono ulteriori dettagli.

L’unico mercato che, ad oggi, sembra offrire soluzioni davvero interessanti a livello economico (e non solo) è quello cinese. A questo proposito, un recente report del Washingtonpost svela che le auto elettriche in Cina hanno praticamente il medesimo prezzo di quelle a combustione; un bel risultato! Secondo quanto emerso, la Model 3 di Tesla, che in precedenza veniva venduta al dettaglio al doppio del prezzo di berline premium di medie dimensioni comparabili, è ora l'opzione più conveniente. Allo stesso modo, la Dolphin di BYD costa poco meno rispetto a una berlina compatta comparabile come la variante locale Jetta di Volkswagen, la Sagitar.

I prezzi delle auto elettriche, in Cina, beneficiano al momento di una esenzione sull’acquisto di veicoli del 10%; si prevede una reale parità, senza sconti di sorta, solo nel 2025 ovvero tra un paio di anni. Le auto cinesi non sono da osservare da lontano come si faceva fino a qualche anno fa; sono sempre di più, alcune di essere sono già in Europa e “l’invasione” temuta da costruttori e governi avverrà quanto prima anche da noi con standard qualitativi di tutto rispetto.

L’inflazione non aiuta

Non è di certo una novità, ma come anticipato sicuramente non ha aiutato e non aiuterà mai con i prezzi se non si attueranno delle ferree politiche. I 20mila euro del 2012 non saranno mai gli "stessi" del 2023. I salari difficilmente stanno al passo con l'inflazione e se le aziende incentivassero maggiormente i lavoratori anziché stabilire nuovi record nei profitti, forse le automobili sembrerebbero più convenienti.

Cosa ci attende?

Se da un lato è auspicabile che nel corso dei prossimi anni, anche complice l'avanzare della concorrenza cinese, assisteremo ad una costante riduzione dei prezzi crediamo che l'auto diventerà sempre più un bene per pochi. Oltre al problema legato al prezzo di acquisto, la circolazione è più limitata e limitante, le tasse (almeno qui da noi) sono sempre presenti e l'idea che possa diventare un "servizio" anziché un bene non è poi così difficile da immaginare (e qualcuno ci sta già riuscendo).