Le nuove auto sono troppo grandi e costose, così Renault pensa ad una soluzione

Negli ultimi anni il prezzo delle auto è cresciuto quasi parallelamente alle dimensioni, portando ad avere un mercato non adatto a tutti.

Avatar di Luca Rocchi

a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Il costo delle auto nuove è diventato un lusso per molti, come sottolineato dal CEO di Renault, Luca de Meo, in occasione del Salone di Ginevra 2024. Il numero uno del marchio transalpino ha attribuito parte di questa crescente onerosità all'Europa, accusando la sua regolamentazione di aver innalzato i prezzi delle vetture nel corso degli ultimi vent'anni, favorendo la produzione di modelli premium a discapito di quelli più accessibili.

De Meo ha criticato il trend verso vetture più grandi e costose, sottolineando la necessità di tornare a veicoli più piccoli e convenienti per il consumatore medio. Questo non è solo un discorso teorico per De Meo, poiché il suo gruppo si appresta a lanciare una serie di nuovi modelli compatti, a cominciare dalla Renault 5 presentata con grande enfasi al Salone di Ginevra del 2024, seguita dai "remake" della Renault 4 e della Twingo.

Durante una conferenza stampa organizzata in concomitanza con il Salone dell'Auto di Ginevra, De Meo ha esposto le strategie del Gruppo Renault per riaffermarsi nel settore delle vetture compatte, evidenziando l'importanza della nuova piattaforma sviluppata per la Twingo.

Il CEO italiano ha sottolineato anche l'importanza della cooperazione tra i costruttori europei, distinguendola nettamente dai recenti rumors riguardanti possibili fusioni con altre case automobilistiche, voci che sono state smentite più volte.

"Io mi ricordo quando stavo in Toyota, abbiamo lanciato il programma Aygo, C1 e 107 con PSA in Repubblica Ceca. Quando in quel segmento c'erano Fiat 500, Ford Ka e altri modelli. È il momento di rifarlo, altrimenti non riusciamo a permetterci e a permettere che si vendano vetture piccole"

De Meo ha sottolineato la necessità di imparare dagli errori del passato e di seguire strategie che favoriscano la produzione di auto più piccole e accessibili, citando uno studio condotto dal ricercatore Tommaso Pardi che evidenzia le contraddizioni delle regolamentazioni europee degli ultimi vent'anni.

"Chi ci ha guadagnato - aggiunge De Meo - sono stati i costruttori premium, fondamentalmente. Poi dall'altra parte hanno messo tutti i soldi della comunità europea sulle fabbriche nell'est Europa. I tedeschi sono andati là a produrre a bassi costi e vendendo a prezzi alti e quindi hanno fatto bingo. Si è svuotata l'Italia, si è svuotata la Spagna, si è svuotata il Portogallo, si è svuotata la Francia. Questo è quello che è successo".