Satelliti Galileo fuori orbita, figuraccia spaziale per l'Europa

Due satelliti della costellazione Galileo sono fuori orbita per un problema non identificato durante il lancio. Sono sotto controllo, ma nella posizione attuale non servono a nulla.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Epic fail spaziale per l'Europa, che venerdì scorso ha combinato un pasticcio a cui non sappiamo ancora se si riuscirà a porre rimedio. Come previsto alle 09:27 ora locale nella Guiana francese sono stati lanciati in orbita due satelliti della costellazione Galileo a bordo di un razzo vettore russo Soyuz: operazione costata all'incirca 100 milioni di euro.

Avrebbero dovuto posizionarsi su un'orbita circolare inclinata di 55 gradi a 29.900 chilometri, invece si trovano a 26.200 chilometri e seguono un'orbita ellittica inclinata a 49,8 gradi. Arianespace –la società che gestisce i lanci - spiega con un comunicato ufficiale che "il decollo e la prima parte della missione sono proceduti senza problemi, ma l'analisi dei dati raccolti dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dall'agenzia spaziale francese CNES hanno messo in evidenza che i satelliti non si trovavano nell'orbita prevista".

La costellazione dovrà includere 30 satelliti

I satelliti – comunica Arianespace - non sono andati persi, "sono in condizioni stabili e la loro posizione non comporta alcun rischio per la Terra". Il problema è che dove sono non servono a nulla. I tecnici stanno cercando di individuare la causa dell'anomalia che ha portato all'errato posizionamento in orbita e di "sviluppare azioni correttive per correggere il problema".

Jean-Yves Le Gall, coordinatore interministeriale francese del programma Galileo, ha però messo le mani avanti, dichiarando che sarà "complicato" rimettere sull'orbita corretta i due satelliti, che dispongono di scarsi mezzi di propulsione a cui affidarsi per raggiungere la quota giusta.

I satelliti vengono lanciati in orbita con un razzo Soyuz

Quanto è successo fa parte dei rischi nel lancio di oggetti in orbita, che nonostante l'impegno non sono mai del tutto eliminabili. Il problema è che questi due satelliti erano i primi operativi a tutti gli effetti e dovevano unirsi ad altri 4 già in orbita con scopi di test. L'obiettivo è  di comporre una costellazione di 30 satelliti che devono supportare il sistema GPS europeo, come alternativa al Global Positioning System controllato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

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Un progetto che è già finito nella bufera per il consistente aumento dei costi rispetto al preventivo iniziale, che adesso subisce un'altra battuta d'arresto. In teoria ne basterebbero 24 per rendere operativa la rete di navigazione europea, e avrebbero dovuto essere già tutti in orbita (Galileo meglio del GPS USA: lo dimostrerà a breve).

La sensazione è che passerà ancora tempo prima che i nostri navigatori GPS possano appoggiarsi al sistema europeo.