Scarti del legno per creare batterie, la grande idea di questa startup

I trucioli di legno sono necessari per produrre grafite green e dipendere così meno dalla Cina.

Avatar di Luca Rocchi

a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

All'inizio di quest'anno, Ford aveva lanciato un monito sull'impreparazione degli Stati Uniti nel confronto con la Cina nel settore dei veicoli elettrici, esortando l'industria a imparare e adattarsi rapidamente. Parallelamente, le autorità di regolamentazione discutevano misure per affrontare la supremazia cinese nella raffinazione dei materiali chiave.

Una start-up neozelandese sembra presentare una soluzione innovativa per la produzione su larga scala di grafite, un componente cruciale nelle batterie dei veicoli elettrici. Ivan Williams, CEO di CarbonScape, ha dichiarato al Wall Street Journal che la sua azienda sta rivoluzionando l'industria delle batterie utilizzando trucioli di legno per "decarbonizzare" il processo produttivo, offrendo un'alternativa nella catena di approvvigionamento per le aziende del settore.

Il procedimento per la produzione di questa grafite alternativa implica l'utilizzo degli scarti della lavorazione del legno, sottoposti a pirolisi per ottenere biochar. Successivamente, il biochar viene macinato per creare la grafite grezza. Williams afferma che il materiale risultante è di purezza paragonabile a quello ottenuto dai combustibili fossili, ma richiede notevolmente meno energia per essere prodotto.

Nonostante CarbonScape non abbia divulgato cifre specifiche sulla competitività dei costi della sua tecnologia rispetto ai processi convenzionali di produzione di grafite, Williams spiega che la sua alternativa è più veloce e, quindi, più facilmente scalabile, elemento cruciale per la localizzazione delle catene di approvvigionamento.

Per dare un'idea dell'efficienza del processo, CarbonScape afferma di poter produrre una tonnellata di grafite sintetica utilizzando sette tonnellate di trucioli di legno. Mentre l'impianto pilota a Marlborough, in Nuova Zelanda, ha prodotto solo cinque tonnellate, si prevede che un impianto commerciale possa raggiungere una produzione annua di 10.000 tonnellate.

Le autorità di regolamentazione nell'UE e negli Stati Uniti sembrano favorevoli a ridurre la dipendenza dalla Cina per le materie prime critiche, finanziando progetti come CarbonScape. Recentemente, il governo cinese ha risposto alle sanzioni statunitensi introducendo restrizioni all'esportazione di grafite. La Cina, infatti, contribuisce al 60% della produzione globale di grafite estratta e quasi il 70% di quella sintetica.

CarbonScape ha già raccolto oltre 18 milioni di dollari in investimenti da aziende come Stora Enso e TDK. Tuttavia, non tutti nel settore sono convinti della sostenibilità della tecnologia. Alcuni ritengono che la grafite naturale sia più ecologica di quella artificiale, sollevando dubbi sul rapporto costo-efficacia dell'uso di trucioli di legno per produrre questo materiale vitale.