Il 14 dicembre avrebbe dovuto rispettare una scadenza legata al rimborso di un prestito di 66,3 milioni di euro erogato da diverse banche internazionali: Bank of America, JPMorgan Chase e Bnp Paribas. Il dialogo per prorogare i termini di scadenza del prestito con i tre istituti di credito non ha avuto seguito, SsangYong non ha così potuto evitare l'inadempienza.
Ristrutturazione
Il consiglio di amministrazione di SsangYong è stato costretto a depositare l'istanza per l'amministrazione controllata, in previsione di un'ampia interruzione delle attività. L'obiettivo è quello di un programma a breve periodo che permetta un sostegno e ristrutturazione dell'azienda: si tratta di tre mesi durante i quali proseguiranno i negoziati con le parti interessate.
In questo modo, SsangYong ritarderà la decisione del tribunale sulla domanda di amministrazione controllata, offrendo maggior tempo per cercare un accordo in grado di risollevare da una triste sorte l'azienda produttrice di automobili.
Mahindra vende
SsangYong è di proprietà del gruppo indiano Mahindra, che ha acquistato l'azienda coreana dalla cinese Saic. L'obiettivo era quello di rilanciare in modo serio il marchio, investendo notevoli risorse ed energie. L'ambizioso piano di espansione non è stato per nulla ripagato e oggi il marchio coreana è gravemente indebitato e ha una scarsissima penetrazione commerciale.
Mahindra ha così perso totalmente interesse in SsangYong, proprietaria del 75,65% del pacchetto azionario, ha deciso di cancellare ogni piano di investimento e rifinanziamento, iniziando a cercare acquirenti interessati. Il gruppo indiano è disposto a rinunciare a qualsiasi pretesa economica, pur di liberarsi di SsangYong. Al momento, nessuna offerta ha ancora raggiunto l'India la quale in una nota ufficiale annuncia che i piani di vendita non sono cambiati.