Taxisti in rivolta, vogliono subito una norma anti-Uber

I taxisti ieri hanno bloccato diverse città per protestare contro il mancato impegno del Governo sull'esercizio abusivo del servizio taxi e NCC.

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a cura di Dario D'Elia

Ieri la protesta dei taxisti contro Uber e gli NCC ha bloccato nuovamente Roma, Milano, Firenze e altre città.I sindacati si sono scagliati contro l'emendamento inserito nel decreto Milleproroghe che rimanda alla fine del 2017 il termine per il Governo di emanare il provvedimento sull'esercizio abusivo del servizio taxi e noleggio con conducente.

In pratica nei prossimi 10 mesi gli NCC potranno non rispettare l'obbligo di tornare nella rimessa una volta accompagnato il cliente. E potranno anche stazionare sul suolo pubblico come fanno i taxi. In pratica campo aperto ai servizi come Uber e quelli NCC.

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"Non si tratta di una sanatoria, ma di colmare un vuoto normativo e favorire forme di trasporto innovativo come la sharing economy", sostiene Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "La normativa attuale è antidiluviana ed impedisce qualunque forma di concorrenza e di innovazione. Ecco perché il legislatore, per una volta, dovrebbe non farsi condizionare dalle solite proteste di piazza dei tassisti e fare il proprio dovere. Nessuna norma danneggia i tassisti, vanno semplicemente regolamentati i servizi tecnologici per la mobilità che consentono di intercettare una nuova domanda di servizi".

Il tema centrale è proprio questo: c'è bisogno di un aggiornamento delle norme che consenta un equilibrio corretto tra le esigenze dei taxisti e la domanda del mercato. Il problema è che fra abusivismo, NCC fuori zona e servizi innovativi come Uber non si riesce a trovare un compromesso.

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Non aiuta neanche il fatto che i blocchi attuati dai servizi taxi violano costantemente la legge sul sull'esercizio del diritto di sciopero. Dovrebbe essere rispettato il preavviso di 10 giorni, annunciata la durata e rispettate le garanzie per le prestazioni indispensabili. L'Autorità di garanzia non a caso "ha invitato i sindacati a porre in essere le iniziative idonee a far cessare ogni disservizio, adoperandosi, altresì, fattivamente affinché i propri iscritti rispettino scrupolosamente le previsioni contenute nella legge".

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La senatrice Lanzillotta ha ricordato come in effetti il piano trasporto sia atteso dal 2009. "La concorrenza fa bene agli utenti. L'Italia è il paese europeo con le tariffe più alte e il rapporto più basso tra numero di utenti e dei taxi. Non c'è nessun atteggiamento persecutorio né penalizzante nei confronti dei tassisti", ha spiegato a La Repubblica.

Martedì il Ministro Graziano Delrio si confronterà con i taxisti, ma è difficile prevedere cosa succederà. Negli altri paesi, come Francia, Regno Unito, Spagna e Germania, si sono registrate proteste analoghe ma i regolamenti riguardanti i taxi negli anni hanno subito diversi aggiornamenti. In Italia la questione è stata perennemente rimandata e oggi, fra vecchie e nuove criticità, sembra irrisolvibile.