Tesla, maggiore autonomia con un artificio software

Il diffondersi del software e dei beni immateriali sta cambiando per sempre il mercato e il concetto stesso di acquisto. L’ultimo esempio viene dalla Tesla S 70, che integra una batteria da 75 kWh, ma ne utilizza soltanto 70, almeno fin quando il cliente non paga altri 3000 dollari.

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a cura di Alessandro Crea

Il modello di acquisto proposto da Tesla per le sue S 70 ed S 75 è destinato a sollevare molte discussioni e riflessioni. Le due auto infatti si distinguono l’una dall’altra esclusivamente per la capienza della batteria.

Come dice il nome infatti la S 70 integra una batteria da 70 kWh che assicura un’autonomia di circa 386 Km, mentre la S 75 ha una batteria più capiente, da 75 kWh, che aggiunge altri 30 Km di autonomia, per un totale di circa 416 Km.

Niente di strano, se non fosse che i due modelli in realtà sono uno solo, anzi per la precisione che la Tesla S 70 è in realtà la S 75, solo che è “castrata”. Per utilizzare infatti la capacità totale della batteria bisogna spendere 3000 dollari in più, ma non serve sostituire la batteria: i tecnici Tesla infatti sbloccheranno i 5 kWh “nascosti” con un semplice aggiornamento firmware.

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Si tratta dunque a tutti gli effetti di un modello di acquisto inedito, almeno per i beni considerati tradizionali, come sono solitamente quelli tangibili, mentre in ambito software non è una novità.

Quando abbiamo a che fare con beni intangibili, un software, file musicali, come dimostra anche il recente caso Apple, o qualsiasi altra cosa che non è un oggetto materiale, come consumatori abbiamo accettato da tempo di non disporre davvero di ciò che acquistiamo.

Quello che l’azienda o lo sviluppatore ci fornisce in cambio del corrispettivo in denaro è infatti la possibilità di utilizzare delle funzioni. I beni digitali non sono nostri, non possiamo disporne come vogliamo. Essi sono solo il veicolo di qualcosa di ancora più immateriale: un’idea, una funzione, per la quale paghiamo una sorta di affitto o di leasing che ci dà il diritto di sfruttarla. Basti pensare al modello recente del software-as-a-service, per il quale si paga un canone mensile, un abbonamento, anziché acquistare una volta per tutte una licenza d’uso.

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Ora a quanto pare questo modello si appresta a sbarcare anche in settori di mercato fino ad oggi considerati più tradizionali, come appunto quello dell’auto.

La Tesla S 70 cambia per sempre la prospettiva: il prezzo d’acquisto non ci fa entrare nel pieno possesso dell’oggetto, che è quindi al massimo delle sue possibilità da subito per definizione, ma ci dà diritto soltanto ad utilizzare una piattaforma. Se vogliamo il massimo serve un upgrade, che va pagato a parte. E questo è solo l’inizio, perché il meccanismo potrebbe essere applicato a molti altri reparti.

Vuoi maggior potenza? Paghi un surplus e si sblocca un nuovo profilo nella centralina che gestisce il motore. Desideri attivare alcuni sistemi aggiuntivi per la guida sicura come ESC, EBD, ASR etc. c’è un costo aggiuntivo e un aggiornamento software anche per quelli.

Se questo modello di acquisto costituisce un vantaggio o uno svantaggio sarà il consumatore a doverlo di volta in volta stabilire. Sta di fatto che il mercato sta prendendo vie nuove, i cui sviluppi sono al momento difficilmente prevedibili.