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a cura di Alessandro Crea

Si fa sempre più concreto il progetto di taxi volante Uber, che dovrebbe volare nel 2020: durante l'Uber Elevate Summit infatti l'azienda ha finalmente mostrato il primo prototipo del velivolo alla base del progetto UberAir.

Il design ricorda un po' quello di un drone, con diversi rotori per consentirne il decollo e l'atterraggio verticali, mentre la fusoliera è più simile a quella di un aereo che non di un elicottero. Come sappiamo inoltre i motori saranno elettrici per cui l'aerotaxi Uber dovrebbe essere più silenzioso di un normale elicottero ma anche più efficiente e meno costoso, non soltanto per quanto riguarda il carburante ma anche per la manutenzione, virtualmente assente vista la mancanza di tante parti meccaniche dei motori tradizionali.

Parlando della propria partnership con la NASA Uber ha anche fornito qualche ulteriore dettaglio tecnico: il velivolo infatti dovrebbe volare a un'altezza di circa 600 metri, con una velocità massima di oltre 240 km/h e dovrebbe essere impiegato su tratte relativamente brevi, anche se l'autonomia dovrebbe essere di poco inferiore ai 100 km con una sola carica. In cambio del supporto per lo sviluppo del sistema di navigazione a bassa quota UMT (Unmanned Traffic Management, ossia sistema di gestione del traffico senza equipaggio), l'ente spaziale statunitense riceverà i dati di volo, così da poter studiare il comportamento dei piccoli velivoli in ambienti affollati.

La NASA comunque non è l'unico partner di Uber in quest'avventura. Sandstone Properties ad esempio si occuperà di progettare e realizzare i punti di atterraggio e decollo nelle due città, i cosiddetti Skyport, mentre l'esercito degli Stati Uniti contribuirà allo sviluppo dei motori elettrici, particolarmente silenziosi.

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Uber infine ha stretto un accordo anche con Karem Aircraft, che fornirà soprattutto consulenza ma anche soluzioni tecnologiche, come nel caso del particolare sistema di rotori riconfigurabili, che vede due coppie per ogni motore ruotare l'uno nel senso opposto dell'altro, così da offrire contemporaneamente propulsione e stabilizzazione al velivolo. I rotori inoltre sono montati su supporti basculanti, così da cambiare posizione dopo il decollo.