Un italiano su tre sceglierebbe un'automobile cinese

Il 30% degli italiani sceglierebbe il Made in China: prezzi accessibili e alta qualità battono la concorrenza italiana ed europea

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a cura di Tommaso Marcoli

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L'attrazione irresistibile dei veicoli elettrici cinesi sta modificando radicalmente il panorama automobilistico italiano, con dati che sorprendono anche gli analisti più esperti. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, gli italiani mostrano un'apertura straordinaria verso le auto elettriche provenienti dal gigante asiatico, superando persino la media europea in termini di interesse all'acquisto. Il fenomeno non è solo una questione di convenienza economica, ma riflette un cambiamento profondo nella percezione della qualità e dell'affidabilità dei produttori emergenti, particolarmente evidente tra le fasce più giovani della popolazione.

Secondo l'ultimo rapporto Mobility Consumer Pulse di McKinsey, ben il 33% degli italiani considera l'acquisto di un'auto elettrica cinese, contro una media europea del 27%. Questo dato assume ancora maggiore rilevanza se confrontato con la tradizionale fedeltà che gli italiani hanno sempre dimostrato verso i marchi nazionali ed europei. La tendenza è particolarmente marcata tra i giovani appassionati di tecnologia, che vedono nei produttori cinesi non solo un'alternativa economica, ma anche un'opportunità di accesso a soluzioni innovative.

Nonostante l'entusiasmo crescente, il cammino verso l'elettrificazione del parco auto italiano resta disseminato di ostacoli significativi. La rete di ricarica rappresenta il tallone d'Achille dell'intero sistema: appena il 4% degli italiani la considera adeguata alle proprie esigenze. Questa carenza infrastrutturale pesa in modo particolare su chi non dispone di soluzioni di ricarica domestica, creando una barriera concreta all'adozione di massa.

L'autonomia dei veicoli elettrici continua a generare ansia tra i potenziali acquirenti, con il 40% degli intervistati che la ritiene ancora insufficiente per le proprie necessità quotidiane. Anche il divario di prezzo rispetto ai modelli tradizionali rimane un freno significativo, nonostante studi dimostrino che nel lungo periodo il costo totale di proprietà stia diventando sempre più competitivo per le auto elettriche.

Contrariamente a quanto accade in altri paesi europei, gli italiani che già possiedono un veicolo elettrico mostrano un alto tasso di fidelizzazione. Solo il 15% considera un ritorno ai motori a combustione, un dato nettamente inferiore rispetto al 50% registrato nel Regno Unito o al 29% della media globale.

Il mercato mondiale delle batterie per veicoli elettrici riflette questa accelerazione con previsioni di crescita straordinarie: secondo McKinsey, si espanderà del 27% annuo fino al 2030, raggiungendo una capacità di 4.700 GWh e un valore superiore ai 400 miliardi di dollari. Un'opportunità colossale che sta attirando investimenti massicci, ma che richiede un parallelo potenziamento delle infrastrutture di ricarica per sostenere la transizione.

L'invasione dei marchi cinesi

Il panorama automobilistico italiano si sta popolando rapidamente di marchi cinesi, alcuni dei quali ancora poco noti al grande pubblico ma con prodotti tecnologicamente avanzati. BYD, uno dei colossi mondiali delle batterie e dei veicoli elettrici, offre già una gamma completa che spazia dall'Atto 3, SUV compatto con autonomia fino a 420 km, alla berlina sportiva Seal che raggiunge i 570 km con una carica.

MG, storico marchio britannico ora di proprietà cinese, propone modelli come la compatta MG4 e la station wagon MG5, uniche nel segmento delle familiari elettriche. Marchi come Leapmotor con la sua city car T03, NIO con berline e SUV premium dotati di tecnologia di batterie sostituibili, e Xpeng con la berlina P7, stanno ridefinendo gli standard qualitativi ed estetici delle auto elettriche disponibili sul mercato italiano.

Anche Zeekr, con la sua coupé 001 capace di un'autonomia fino a 700 km, rappresenta l'avanguardia tecnologica che sta conquistando l'attenzione degli appassionati. Questi produttori non competono solo sul prezzo, ma anche sull'innovazione, con sistemi di assistenza alla guida avanzati e tecnologie di ricarica ultrarapida che rispondono alle principali preoccupazioni dei consumatori.

La crescente presenza di questi marchi nel panorama automobilistico italiano non è solo il segno di un'apertura del mercato, ma anche la risposta a una domanda di alternative accessibili nel segmento elettrico. Mentre i costruttori europei si concentrano principalmente sui segmenti premium, i produttori cinesi stanno occupando rapidamente la fascia media del mercato, con veicoli che combinano autonomia significativa e dotazioni tecnologiche avanzate a prezzi competitivi.

Il fenomeno rappresenta una sfida complessa per l'industria automobilistica europea, costretta a confrontarsi con concorrenti che beneficiano di economie di scala e catene di approvvigionamento integrate verticalmente, in particolare per quanto riguarda le batterie, componente strategica della mobilità del futuro. La risposta dell'industria europea e le scelte dei consumatori italiani nei prossimi anni determineranno non solo il successo dei marchi cinesi, ma anche il ritmo della transizione elettrica nel nostro paese.

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