Zero DSR/X, cosa ci ha convinto e cosa no | La nostra prova

Zero DSR/X è la prima moto adventure 100% elettrica della casa americana: l'abbiamo testata a fondo e oggi ve la raccontiamo.

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a cura di Francesco Daghini

A pochi mesi dalla presentazione ufficiale, abbiamo avuto modo di testare a fondo la prima adventure bike 100% elettrica prodotta dall'americana Zero Motorcycles: si chiama DSR/X e ci ha stupiti sin dal primo istante in cui siamo saliti in sella, e ora ve la raccontiamo.

Iniziamo con un po' di specifiche tecniche, per inquadrare meglio il tipo di moto realizzato da Zero: il motore, innanzitutto, è un CA Z-Force 75-10X raffreddato ad aria e migliorato nella coppia che è in grado di erogare, che arriva a ben 225 Nm. La potenza massima è di 75 kW, 100 cavalli, a 3650 giri/min mentre la potenza continua è di 36 kW, 48 cavalli, dati che si traducono in una velocità massima - limitata elettronicamente - di 180 km/h e di una velocità massima sostenuta nel tempo (che sarà comunque poco, visti i consumi altissimi quando si sta con il "gas a martello", come direbbe un noto giornalista del settore) di 161 km/h. Il pacco batteria ha una capacità di 17.3 kWh e grazie al caricatore rapido da 6.6 kW integrato sulla moto si può riportare la carica al 95% in appena 2 ore; tempi drasticamente ridotti rispetto agli altri modelli Zero che abbiamo avuto modo di testare, anche se non ancora ottimali per le uscite domenicali.

Arriviamo ora alla parte della scheda tecnica che più caratterizza questa moto, le sospensioni e l'impianto frenante: le prime sono fornite da Showa, sia per l'anteriore sia per il posteriore, con una forcella da 47mm all'anteriore e un ammortizzatore regolabile da 46mm al posteriore, entrambi con 190mm di corsa per assorbire al meglio le asperità. I freni invece sono forniti da J.Juan e sono integrati elettronicamente con modalità Offroad (che spegne l'ABS al freno posteriore) e frenata combinata Bosch.

Tutto questo si traduce in un peso complessivo di 247 kg in ordine di marcia, certamente non un peso piuma ma le ottime geometrie della moto le donano grande agilità anche in spazi ristretti.

Per completare la prova abbiamo utilizzato un casco Shark Spartan RS, uno dei caschi più sicuri disponibili in commercio; se siete curiosi di saperne di più, a questo indirizzo è disponibile la recensione. 

Cosa ci convince

Innanzitutto la posizione di guida: saliti in sella alla Zero DSR/X si capisce subito che è una moto pensata per tragitti lunghi e percorsi nella massima comodità - la seduta è bassa (828mm dalla sella a terra) e permette di piantare bene i piedi a terra quando ci si ferma. L'ampia carenatura protegge abbastanza bene alle alte velocità e si presta benissimo a guidare in piedi stringendo il "serbatoio" tra le ginocchia, un aspetto fondamentale per una moto che vuole definirsi adventure. Gli pneumatici di serie, Pirelli Scoprion Trail II, ci hanno soddisfatto sull'asfalto ma non ci hanno permesso di andare oltre a qualche breve tratto di strada bianca, dove comunque la DSR/X si è comportata al meglio.

Il caricatore rapido integrato da 6.6 kW: rispetto agli altri modelli Zero testati, in questo caso abbiamo il caricatore rapido di serie che permette di dimezzare i tempi di ricarica. A casa si potrà comunque decidere di caricare la moto più lentamente, ma alle colonnine pubbliche si potrà sfruttare la massima velocità di ricarica, permettendo quindi soste più brevi. Questa è la direzione giusta, ma ci vuole ancora più velocità di ricarica se si vuole rendere le moto elettriche appetibili.

Sempre parlando del "serbatoio", stavolta il vano è davvero ampio e profondo, al punto da poter tranquillamente trasportare 2 cavi di ricarica, una catena per legare la moto e altri oggetti personali: si tratta di una comodità incredibile per chi è abituato alle moto classiche, dove i vani di carico sostanzialmente non esistono. All'interno del vano troviamo anche 2 prese USB, da utilizzare per tenere carichi i propri dispositivi durante un lungo viaggio.

Capitolo sella: fino ad oggi ho praticamente sempre criticato la qualità delle selle di Zero - forse l'unica che non mi è dispiaciuta è quella della piccola e leggera Zero FXE - e stavolta sono riusciti a farmi ricredere. La seduta è ampia, anche per il passeggero, ben imbottita e con la giusta forma, non ci sono spigoli inclini a usure troppo rapide; un grande passo avanti a mio avviso, ora per completare il lavoro bisogna scegliere un rivestimento capace, al tatto, di trasmettere una sensazione di maggior qualità.

A livello di design, che come sempre ci teniamo a sottolineare resta un aspetto soggettivo e personale, troviamo molto azzeccato l'ampio muso che ospita fari a LED lunghi e sottili (e potentissimi, una volta calata la notte) e protegge il corpo del pilota dalle correnti d'aria, anche alle alte velocità.

Cosa non ci convince

Alcuni aspetti della Zero DSR/X sono ancora indubbiamente migliorabili, uno su tutti il cupolino frontale: pur essendo regolabile in altezza tramite le comode manopole, la protezione che il cupolino è in grado di offrire è praticamente nulla - anche alla massima altezza possibile ci sarà bisogno di accucciarsi, portando il petto vicino al "serbatoio" per sentire il beneficio del cupolino. Ci vuole un miglior studio aerodinamico sul cupolino affinché questo sia efficace, al momento è quasi soltanto un elemento estetico.

Ancora una volta torniamo a parlare del finto serbatoio, che come vi anticipavamo è in realtà un vano molto ampio e profondo: visto il volume a disposizione, non può che mancare davvero poco al giorno in cui sarà possibile metterci dentro un casco integrale - al momento l'apertura del vano non è abbastanza larga, e questo è un po' un peccato.

Sempre parlando della zona del cupolino, siamo rimasti sorpresi dall'assenza di porte USB vicino alla strumentazione: c'è una presa di tipo "accendisigari" a 12V che può comodamente ospitare un adattatore USB, ma ci saremmo aspettati di trovare entrambe le possibilità, anche perché il vano dove troviamo effettivamente le porte USB è dotato di guarnizioni per proteggere il contenuto dalle infiltrazioni di acqua, quindi non è facile far uscire un cavo per caricare il telefono durante la guida - si può fare, ma il cavo di ricarica inevitabilmente si rovinerà un po'.

Tra gli accessori che Zero offre per questa moto troviamo soluzioni interessanti come il cupolino Touring, più alto e quindi in grado di fornire maggiore protezione, e il set di borse metalliche - due laterali più un bauletto posteriore - per chi vuole lanciarsi all'avventura. L'intero kit di borse, compresi i telaietti per il montaggio, sfiora i 2000 €: non ho avuto modo di valutare dal vivo la qualità di questi accessori, ma a queste cifre è lecito, quasi obbligatorio, aspettarsi qualità da prima della classe.

Come si guida

L'abbiamo già anticipato qualche riga più sopra: Zero DSR/X dà immediatamente confidenza al pilota, permettendo una guida fluida e senza esitazioni complici le ottime sospensioni e la taratura dell'erogazione del motore elettrico, che in tutte le modalità - anche quella Canyon dove l'accelerazione è prepotente - resta fluido e facile da gestire.

Nel misto stretto si sente un po' il peso importante, ma una volta capito come gestirlo anche i tornanti più piccoli diventano un gioco da ragazzi, specialmente se si è abituati a controbilanciare il peso della moto con il proprio corpo; è stata questa la tecnica di guida che ho trovato più efficace nelle curve strette in sella alla DSR/X, che invece diventa una vera e propria scheggia quando le curve si allargano e diventano più lunghe e veloci. Ogni accelerazione a bordo della DSR/X è potente e sicura, e nonostante l'assenza del cambio difficilmente ci si annoierà in sella.

I consumi dichiarati da Zero parlano di circa 200km nel ciclo misto con prevalenza extra-urbana e posso confermare che si tratta di dati reali; nei prossimi giorni vi racconteremo del viaggio che abbiamo intrapreso con la Zero DSR/X, partendo da Milano per arrivare a Lucca, passando per le Cinque Terre, percorrendo poco meno di 1000 km in 3 giorni, durante i quali abbiamo avuto modo di testare davvero le capacità della DSR/X sulle lunghe distanze.

Conviene?

La domanda è molto scomoda, perché la Zero DSR/X è sempre più vicina a essere una moto capace di rispondere al 100% delle esigenze del motociclista moderno, ma non ha ancora centrato l'obiettivo: la ricarica è più veloce, ma non è abbastanza veloce, l'autonomia è nettamente aumentata ma non a sufficienza da garantire lunghe traversate - specialmente se si vuole tenere il passo con moto termiche, il design ha fatto grandissimi passi avanti ma può ancora migliorare nella sua funzionalità. Visto il cartellino del prezzo che recita "a partire da 27.200 €", bisognerà percorrere tantissimi km prima di poter veramente valutare la convenienza di questa Zero DSR/X nei confronti di un termica con simili prestazioni.