Aruba e Cionet: nel 2021 investimenti in smart working ed HR management

Secondo un nuovo report, i due settori rappresenteranno la principale area di investimento per l'IT nell'anno in corso

Avatar di Antonino Caffo

a cura di Antonino Caffo

Aruba Enterprise ha indagato il futuro dell’IT nell’era Covid-19, con l’obiettivo di voler stabilire quali strade stia percorrendo la digitalizzazione dopo la forte accelerazione avvenuta nel 2020.

Per far luce su questi aspetti, in collaborazione con Cionet Italia, è stata condotta una survey che ha coinvolto circa 200 aziende, con un panel composto per il 93% da Decision Maker dell'area IT (CIO, ICT Manager e CTO) e per il restante 7% da Decision Maker dell'area Innovazione.

Secondo il 63% degli intervistati ci sarà una continuità rispetto allo scorso anno e i maggiori investimenti saranno nell’ambito dello smart working e dell’area di HR management. Seguiranno quelli in Big data & predictive analysis (55%), digitalizzazione delle vendite (49%) e business continuity (43%). Meno prioritari saranno gli investimenti in customer service (31%) e produzione (22%).

In un contesto così rinnovato ciò che cambia è il ruolo stesso dei CIO e dell’IT in generale: secondo il 69% del campione, il settore sarà più coinvolto nel processo decisionale di business, mentre per il 61% ci sarà maggiore necessità di agilità dell’IT.

Importante, ancora, per il 37% un maggiore coinvolgimento dei CIO nella employee experience e un loro ruolo centrale nei processi che riguardano la business continuity aziendale (33%). Anche in questo caso, le risposte fanno emergere come il cambiamento sarà più di gestione interna che nei rapporti esterni, dato che solo il 29% degli intervistati pensa che ci sarà un maggiore coinvolgimento dei CIO nella customer experience.

Dunque, si attendono diverse trasformazioni e - per quanto la crisi economica si faccia sentire - una netta maggioranza degli intervistati (63%) ritiene che nel 2021 verrà promossa una strategia di adozione e accelerazione all’utilizzo di nuove tecnologie per colmare i gap esistenti in termini di digital transformation. È solo il 6% a ritenere che la propria strategia si baserà su tagli e blocchi di nuovi progetti.

Data la necessità di nuovi investimenti nel ramo IT, in quali tecnologie e soluzioni si concentreranno questi budget nel 2021? Secondo il 57% il primo settore da presidiare è quello della cyber-security, a cui seguono a stretto giro quello della advanced analytics (45%) e del cloud (43%). Ancora, IT modernization per il 37% e soluzioni di dematerializzazione (come firma digitale o conservazione digitale a norma) per il 33%.

Meno prioritari gli investimenti legati all’implementazione di soluzioni di Artificial Intelligence, che rispetto alle altre tecnologie hanno ottenuto solo il 18% delle preferenze.

Infine, emerge che i criteri per la selezione di un partner informatico stanno cambiando. Complice il momento storico, la maggioranza degli intervistati (63%) ritiene prioritario che il partner tecnologico offra flessibilità nelle condizioni contrattuali. Seguono criteri già noti, quali il supporto diretto da parte del provider (52%) e la scalabilità delle soluzioni offerte (52%).

Crescono le necessità di soluzioni studiate ad hoc, con il 46% del campione che vorrebbe un team dedicato e si delinea un nuovo trend estremamente importante, con il 33% che sceglierebbe un partner IT se impegnato nell’ambito della sostenibilità ambientale.

«Il sondaggio realizzato con CIONET mostra come l’accelerazione alla digital transformation avviata nel 2020, avrà, nel 2021, l’obiettivo di colmare tutti quei gap tecnologici che hanno colpito le aziende meno digitalizzate» ha commentato Vincenzo Maletta, Head of Sales di Aruba Enterprise.

«Si nota come il processo di spesa legato alla digitalizzazione delle aziende sia in una fase di completamento, motivo per cui nel 2021 si potrà lavorare in maniera più strutturata allocando le opportune risorse in servizi di cyber-security, cloud, big data e business continuity, con un occhio di riguardo alla employee experience, ancora più che alla customer experience».