Il colosso cinese dell'auto elettrica BYD ha annunciato un piano di espansione senza precedenti che prevede l'apertura di oltre 1.000 nuovi punti vendita entro la fine del 2026. La strategia più audace riguarda la Germania, dove l'azienda di Shenzhen intende triplicare la sua presenza commerciale, puntando dritto al mercato dove Tesla ha realizzato la sua gigafactory europea.
La vicepresidente esecutiva Stella Li ha sottolineato come l'azienda offra attualmente 13 modelli diversi nel continente, con vendite che hanno registrato un'impennata significativa nel corso dell'anno. Questo successo commerciale ha permesso a BYD di superare Tesla nelle vendite europee per la seconda volta quest'anno, precisamente nel mese di luglio, mentre la compagnia di Elon Musk si trova ad affrontare un rallentamento nel suo terzo mercato più importante a livello globale. Un successo ottenuto però anche con prezzi particolarmente bassi e margini ridotti; una situazione che ha portato a un relativo calo del valore azionario.
Produzione locale per aggirare i dazi europei
L'espansione commerciale si accompagna a una strategia industriale altrettanto ambiziosa. BYD sta costruendo uno stabilimento in Ungheria con una capacità produttiva di 200.000 veicoli all'anno, che dovrebbe entrare in funzione entro la fine del 2025 secondo quanto dichiarato da Li. La prima vettura che uscirà dalle linee di montaggio ungheresi sarà la Dolphin Surf, una hatchback il cui prezzo parte da 19.500 euro circa.
Questa mossa strategica permetterà al costruttore cinese di evitare la tassa del 17% imposta dall'Unione Europea sulle auto importate dalla Cina, rendendo i suoi veicoli più competitivi dal punto di vista dei prezzi. La fabbrica ungherese rappresenta quindi un tassello fondamentale per consolidare la presenza di BYD in Europa e competere ad armi pari con i rivali locali e internazionali.
Ma BYD non si limita alla produzione di veicoli: l'azienda ha annunciato l'intenzione di installare tra 200 e 300 stazioni di ricarica "megawatt" in Europa entro il secondo trimestre del 2026. Questi caricatori ultra-veloci, secondo le specifiche tecniche fornite dall'azienda, sono in grado di aggiungere 400 chilometri di autonomia in soli cinque minuti di ricarica.
Si tratta di una chiara sfida ai Tesla Supercharger, ma è opportuno sottolineare che le auto BYD per ora non supportano quella potenza di ricarica: la citata Dolphin Surf per esempio si ferma a "solo" 85 Kw, mentre la più lussuosa Seal non va oltre i 150 Kw, che diventano 230 Kw per la Sealion 7 - quest'ultima pareggia la potenza di ricarica di Tesla Model 3 e parte da 47mila euro circa.
La potenza delle colonnine BYD, comunque, è doppia rispetto ai migliori caricatori Tesla attualmente disponibili; guardano quindi al futuro e promettono tempi di ricarica brevissimi per i modelli che supporteranno potenze maggiori. Potrebbero rivelarsi un'arma vincente per fidelizzare i clienti ma anche per creare una nuova fonte di fatturato. Già Tesla, infatti, incassa abbonamenti e ricariche singole dai suoi clienti ma anche da chi guida veicoli di altre marche.
Innovazione ibrida per il mercato europeo
Al centro dell'attenzione durante la fiera di Monaco c'era la nuova SEAL 6 DM-i Touring, una berlina ibrida che BYD ha scelto come punta di diamante per il mercato europeo. Il veicolo vanta un'autonomia combinata di oltre 1.500 chilometri, un dato che potrebbe fare la differenza per i consumatori europei ancora riluttanti ad abbracciare completamente l'elettrico puro.
L'espansione aggressiva di BYD in Europa riflette la strategia dell'azienda di diversificare geograficamente le proprie vendite, in un momento in cui il mercato cinese domestico si caratterizza per una concorrenza sempre più feroce tra i numerosi produttori locali di veicoli elettrici.