Continuano le Grandi Dimissioni: i lavoratori sono insoddisfatti e infelici

L'indagine dell'Osservatorio HR Innovation Practice conferma la tendenza delle Grandi Dimissioni e la nascita di fenomeni quali il quiet quitting e il job creeping.

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a cura di Marina Londei

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Negli ultimi anni il mondo del lavoro ha conosciuto il fenomeno delle Grandi Dimissioni: i dipendenti, in seguito alla pandemia e al diffondersi del lavoro ibrido e remoto, hanno scoperto nuove esigenze professionali e private e si sono dimessi in massa per cercare condizioni lavorative più soddisfacenti.

Secondo la ricerca dell'Osservatorio HR Innovation Practice la tendenza è tutt'altro che esaurita: in Italia, nell'ultimo anno, il 46% dei lavoratori ha cambiato lavoro; la percentuale sale al 77% per i dipendenti under 27, anche se il 41% di chi ha cambiato lavoro si è pentito della scelta fatta. Le motivazioni principali che hanno spinto e spingono tuttora i lavoratori a cambiare lavoro sono in primis maggiori benefit, sia a livello economico che di condizioni di lavoro; in secondo luogo, la flessibilità di luoghi e orari lavorativi per coltivare i propri interessi.

Sulla scelta pesa anche la volontà di migliorare la propria salute fisica e soprattutto mentale: i lavoratori italiani lamentano un costante stato d'ansia nell'ambiente professionale, aggravato anche dalle relazioni interpersonali con capi e colleghi.

"La pandemia ha fatto crescere in molti un senso di precarietà e individualismo che porta a non vedere più il lavoro come unica o principale priorità, ma a rivendicare il diritto di avere tempo e spazio per poter vivere tutte le altre sfaccettature della vita" ha spiegato Mariano Corso, responsabile scientifico dell'Osservatorio.

Quiet quitting e job creeping accompagnano le Grandi Dimissioni

Il fenomeno delle Grandi Dimissioni è accompagnato da due tendenze preoccupanti: il quiet quitting e il job creeping. Entrambe sono nate in risposta all'incapacità dei lavoratori, a causa di diversi fattori, di bilanciare la vita professionale con quella privata, integrandole o separandole in base alle proprie inclinazioni.

Chi trova soddisfazione prevalentemente al di fuori del lavoro è portato al quiet quitting nel momento in cui non riesce più a separare i due aspetti: i quiet quitter si sentono demotivati e tendono a fare il minimo indispensabile. Non sono coinvolti nelle attività lavorative, e nonostante ciò tendono a non cercare nuovi lavori.

D'altra parte il job creeper è colui che vede nel lavoro una componente significativa della propria soddisfazione ma non riesce a smettere di lavorare e gestire adeguatamente il proprio tempo. Si tratta di una situazione in cui, pur cercando autonomia e flessibilità, il lavoratore si ritrova completamente inglobato nelle attività e fatica a mantenere una sfera privata.

Questi due fenomeni non fanno che confermare il malessere diffuso, soprattutto dal punto di vista psicologico. A confermarcelo sono i dati: solo il 7% dei lavoratori ha dichiarato di essere appagato della propria posizione lavorativa e di sentirsi "felice".

In un contesto così complesso è fondamentale il lavoro del reparto HR, impegnato nel comprendere l'evoluzione del lavoro e le nuove esigenze dei dipendenti. "In questo contesto la Direzione HR può e deve avere un ruolo chiave nel comprendere e interpretare il futuro, aiutando l’organizzazione a ridisegnare la propria relazione con le persone" ha affermato Corso.

"Le evidenze della ricerca suggeriscono come sia necessario partire dall’ascolto e dalla presa d’atto che alla base della crisi attuale ci sia innanzitutto una sempre più pressante ricerca da parte delle persone di equilibrio e felicità attraverso il lavoro. Un totale cambiamento di mentalità che sfida la cultura tradizionale".

Ad oggi, però, il supporto alle risorse umane non è sufficiente: solo il 48% dei professionisti HR ha dichiarato di avere a disposizione le tecnologie per aggiornare le proprie competenze e far fronte alle attività di riqualificazione previste per i prossimi anni. Se si guarda ai dati, la trasformazione digitale del reparto HR oggi riguarda meno del 10% delle imprese.

Per affrontare al meglio le sfide delle Grandi Dimissioni, favorire un ambiente aziendale sano ed evolvere le professionalità è fondamentale aggiornare tecnologie e processi di gestione delle risorse umane.