La Germania non supporterà la proposta dell'Unione Europea nota ai critici come "Chat Control", che mira a rendere obbligatoria la scansione di tutti i messaggi digitali, anche quelli cifrati end-to-end, per la ricerca di materiale pedopornografico (CSAM). La decisione del governo tedesco, comunicata dalla Ministra Federale della Giustizia Stefanie Hubig, è destinata a incidere pesantemente sul futuro della normativa, il cui voto cruciale è atteso per il 14 ottobre.
La proposta di regolamento, denominata CSAR (Child Sexual Abuse Regulation), è stata costantemente criticata da esperti di sicurezza, attivisti e aziende come Signal. Il punto di frizione risiede nel client-side scanning, ovvero l'obbligo per i fornitori di servizi di messaggistica di scansionare i contenuti sul dispositivo dell'utente prima che vengano criptati e inviati.
Questo meccanismo, secondo i critici, non solo violerebbe il diritto fondamentale alla riservatezza delle comunicazioni, ma distruggerebbe anche l'efficacia della crittografia end-to-end.
L'implementazione di un simile sistema, infatti, creerebbe una falla di sicurezza (una backdoor) sfruttabile da hacker e avversari di stato. Si tratta di un dilemma dove la pur sacrosanta lotta contro la pedopornografia rischia di giustificare un danno sistemico e irreversibile per la sicurezza digitale di tutti, inclusi giornalisti, whistle-blower e professionisti che trattano dati sensibili.
A ciò si aggiunge il tentativo di rendere possibile l'accesso ai dati privati entro il 2030, un fenomeno che avevamo già analizzato in passato e su cui l’Unione Europea mira a un controllo sempre più stretto sulla sfera digitale.
Il ruolo dell'AI
La scansione di miliardi di messaggi si affida a sistemi di Intelligenza Artificiale e machine learning che, come noto, non sono esenti da errori. L'uso di modelli di rilevamento con un alto tasso di falsi positivi espone cittadini innocenti a indagini errate e mina la fiducia nelle comunicazioni interne e nella governance dei dati. Fiducia che, tra l'altro, è sempre più rara in tutti gli scenari possibili.
La decisione della Germania di non arrendersi al compromesso della scansione indiscriminata è un atto dovuto che insiste sulla difesa dei principi costituzionali. Un concetto che deve risuonare anche nel contesto aziendale: la sicurezza non si ottiene mai indebolendo le fondamenta, ma rafforzandole.
In ambito professionale e aziendale, è ovvio che le comunicazioni e la tutela della proprietà intellettuale dipende dalla robustezza della crittografia e dai protocolli zero-trust che un "Chat Control" di questo tipo annullerebbe.
Un altro aspetto critico è il fatto che la sorveglianza non è il metodo più efficace per proteggere i minori; né si è mai dimostrato che sia un metodo utile a qualcosa in generale, se non appunto a innescare un chilling effect diffuso e a tenere sotto controllo la popolazione.
Come sollevato da diverse associazioni, inclusa l'Associazione Tedesca per la Protezione dell'Infanzia, sono necessarie misure mirate e non la sorveglianza generale per tutelare efficacemente i bambini. Distogliere l'attenzione e le risorse dalle indagini specifiche a favore di uno tsunami di alert generati da algoritmi imperfetti rischia solo di affogare gli investigatori.
Il Contesto Europeo e l'Equilibrio Strategico
Il "no" di Berlino è determinante perché, insieme all'opposizione di altri stati membri come il Lussemburgo e l'Austria, crea la minoranza di blocco necessaria per impedire l'avanzamento della normativa in Consiglio. Il fatto che un'app di messaggistica fondamentale come Signal avesse dichiarato di essere pronta a lasciare il mercato UE pur di non compromettere la propria crittografia, aveva già preannunciato la gravità del rischio.
L'Europa è chiamata a bilanciare due valori fondamentali: la sicurezza dei cittadini più vulnerabili e il diritto alla riservatezza nell'era digitale. La strada corretta non può essere quella di minare la sicurezza informatica globale per un'illusoria promessa di controllo. Si tratta di un equilibrio che deve essere perseguito attraverso investimenti in indagini mirate, formazione e cooperazione internazionale, anziché attraverso un sistema di sorveglianza preventiva che, come ammoniva la Ministra Hubig, non trova posto in uno stato di diritto.
La decisione tedesca non chiude il dibattito, ma lo riporta sul binario corretto, imponendo un approccio più analitico e meno emotivo. La questione rimane aperta e cruciale per il futuro digitale: siamo disposti a pagare il prezzo di una vulnerabilità sistemica per una misura la cui efficacia è, a dir poco, controversa?