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Le nuove frontiere della virtualizzazione e del "Data Anywhere" : PARTE PRIMA

George Teixeira, CEO di DataCore, illustra le nuove frontiere dello storage software defined e della virtualizzazione basata su VVol di VMware

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a cura di Giuseppe Saccardi

Pubblicato il 13/10/2014 alle 14:38 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:52

La virtualizzazione si spinge sempre più in avanti, e un esempio in proposito è quanto sta avvenendo sotto il termine generico di "Software Defined" riferito al networking, allo storage e al Data Center. Ma un altro aspetto in cui la virtualizzazione si estrinseca è anche in quello di specifici settori delle tecnologie che compongono una infrastruttura IT nel suo complesso.

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Se ci si restringe (si fa per dire vista oramai la sua vastità) al campo dello storage, ad esempio, molto interessanti appaiono gli sviluppi nel segmento delle Virtual SAN, sviluppi che permettono di mettere a fattor comune tutti diversi storage esistenti in una infrastruttura IT, sia che si tratti di dispositivi dedicati che di dischi standard o flash all'interno di un server.

Affrontare il discorso in generale farebbe però correre il rischio (anzi, è quasi una certezza) di rimanere sul teorico. Abbiamo chiesto a George Teixeira, CEO di DataCore, società molto attiva nel campo in considerazione, di illustrarci come, secondo il suo punto di vista e in base alla sua esperienza di mercato e tecnologica, sta evolvendo la virtualizzazione delle SAN.

George Teixeira

GS: Entriamo subito in argomento. E' un periodo di forti evoluzioni. Anche troppe verrebbe da dire. Le SAN sono sempre più virtuali, ma cosa vuol dire in effetti e quale è il ruolo del "software" in termini di ottimizzazione e riduzione dell'Opex?

GT: Si dicono molte cose sulle Virtual SAN e sui sistemi di storage convergenti, ed è chiaro che il settore dello storage sta affrontando un periodo di grandi cambiamenti. Prendiamo ad esempio come riferimento quello che stiamo facendo in DataCore. Nel secondo trimestre di quest’anno, DataCore Software ha reso disponibile SANsymphony-V10, la decima generazione della sua soluzione per la virtualizzazione dello storage aziendale. SANsymphony-V10 non solo continua a far salire di livello prestazioni, scalabilità e flessibilità dello storage, ma offre anche le funzionalità di Virtual SAN e si candida per nuove tipologie di utilizzo, che nel settore vengono definite anche come server-SAN o adozione di sistemi convergenti.

Per quanto concerne il software, che va nell'ottica di soluzioni "software defined", il nuovo software DataCore Virtual SAN trasforma qualunque storage collegato localmente al server (basato su flash o su dischi) in una “Virtual SAN” in grado di funzionare con tutti i principali hypervisor (come per esempio VMware vSphere o Microsoft Hyper-V) e su qualunque server o VM standard. In sostanza, se si ragiona in termini di Opex, la DataCore Virtual SAN è pensata per eliminare i problemi, i costi e la complessità aggiuntivi legati alla gestione e al funzionamento di infrastrutture SAN esterne.

Architettura Virtual SAN di DataCore

GS: Ma perché non adottare soluzioni storage standard? In fondo  in un momento di riduzione dei prezzi dell'hardware potrebbe risultare vantaggioso.

GT: L’offerta di SAN virtuale di livello enterprise come ideata da DataCore si confronta ovviamente con lo storage convergente e i prodotti di SAN virtuale della concorrenza, che però ritengo essere immaturi mentre la Virtual SAN di DataCore si basa sulla decima generazione di SANsymphony-V, già utilizzato in oltre 10.000 siti di clienti in tutto il mondo. Inoltre sono di solito indissolubilmente legati a uno specifico hypervisor server, cosa che li rende utilizzabili esclusivamente negli uffici periferici più piccoli o in scenari di test e sviluppo non critici.

E anche per quanto riguarda l'area coperta ci sono limiti perché non sono in grado di andare oltre ‘isole di dati’ limitate formate da storage convergente locale (flash e dischi fissi interni) e incapaci di offrire un percorso per unificare SAN centralizzate, SAN esterne e storage cloud.

Un altro punto è la scalabilità, cosa molto importante in un periodo in cui i Big Data sono sempre più all'attenzione. Al contrario, la Virtual SAN di DataCore scala fino a oltre 50 milioni di IOPS e supporta 32 petabyte di capienza su cluster di 32 server. Nonostante ciò, è possibile partire con appena due nodi. Ma chi volesse sperimentare la cosa di persona può scaricare il software Virtual SAN di DataCore con licenza gratuita per usi non di produzione e trarre da solo le proprie valutazioni.

Espandibilità dell'architettura Virtual SAN

GS: Mi riassuma considerando che si rivolge a un profano, o quasi, gli aspetti chiave della vostra Virtual SAN

GT: E' semplice, perlomeno abbastanza. Virtual SAN di DataCore crea pool di storage condivisi ad alte prestazioni e a elevata disponibilità utilizzando i dischi e lo storage flash installati nei server applicativi. La Virtual SAN diventa il punto di partenza della strategia DataCore per l’architettura ‘Data Anywhere’, che sta già imponendosi come un punto di riferimento.

L'obiettivo è prevenire la creazione di ‘isole di dati’. In effetti, i produttori di hardware stanno spingendo sulle soluzioni di storage convergente, ma le attuali alternative creano ‘isole di dati’ separate, che vanno gestite individualmente utilizzando hardware e software incompatibili con il resto dell’infrastruttura.

Tramite la Virtual SAN le organizzazioni possono gestire, virtualizzare e sfruttare i dischi e lo storage basato su flash dei server, oltre che virtualizzare le batterie di storage esterno presenti nei diversi dipartimenti, data center e uffici remoti. In particolare, la tecnologia di DataCore consente di raggiungere la disponibilità continua dei dati, con una percentuale di tempi di fermo macchina vicina allo zero, riducendo i costi di storage fino al 75 per cento e migliorando le prestazioni di I/O delle applicazioni virtualizzate fino a dieci volte.

GS: Mi permetta la domanda da San Tommaso. Si tratta di dati teorici o di field?

GT: Assolutamente di field. I clienti DataCore riferiscono di avere incrementato di quattro volte l’utilizzo dello spazio disponibile, con una riduzione vicina al 100 per cento dei tempi di fermo macchina legati allo storage, oltre che un taglio del 90 per cento del tempo necessario a svolgere attività ordinarie.

“Utilizzando la piattaforma di storage definito dal software di DataCore, abbiamo registrato significativi risparmi sui costi di hardware e di personale, aumentando al contempo le prestazioni delle applicazioni,” ha dichiarato Gabriel Sandu, CTO del Maimonides Medical Center. In questa struttura, Gabriel supervisiona un ambiente IT basato sugli hypervisor di VMware e Microsoft e con un mix di SAN tradizionali e virtuali che coprono server e dispositivi di storage di varia natura. Il tutto inserito in una rete metropolitana con siti remoti e in ambienti virtuali organizzati in cluster strutturati per supportare numerosi database e applicazioni sanitarie critiche.

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