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Le nuove frontiere della virtualizzazione e del "Data Anywhere": PARTE SECONDA

George Teixeira, CEO di DataCore, illustra le nuove frontiere dello storage software defined e della virtualizzazione basata su VVol di VMware

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a cura di Giuseppe Saccardi

Pubblicato il 17/10/2014 alle 08:53 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:52

La virtualizzazione si spinge sempre più in avanti, e un esempio in proposito è quanto sta avvenendo sotto il termine generico di "Software Defined" riferito al networking, allo storage e al Data Center.

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Affrontare il tema in generale farebbe però correre il rischio di rimanere sul teorico. Abbiamo chiesto a George Teixeira, CEO di DataCore, società molto attiva nel campo in considerazione, di illustrarci come, secondo il suo punto di vista e in base alla sua esperienza di mercato e tecnologica, sta evolvendo la virtualizzazione delle SAN. In questa seconda parte  affrontiamo con Texeira il tema della virtualizzazione e del ruolo che avrà VVol.

George Teixeira

GS: Affrontando il tema della virtualizzazione non si può fare a meno di tirare in campo VMware. Quali sono i rapporti con loro?

GT: Nonostante DataCore sia agnostica rispetto agli hypervisor, vantiamo una lunga collaborazione con VMware. Quella di DataCore è stata anche una delle prime soluzioni di virtualizzazione dello storage in grado di interoperare proprio con VMware. Oggi continuiamo lo sviluppo e manteniamo una stretta integrazione con l’hypervisor server di VMware, garantendo un approccio coordinato nella realizzazione di ambienti completamente virtualizzati.

Peraltro, DataCore continua a seguire con attenzione tutte le evoluzioni dei prodotti VMware e si impegna a seguire le certificazioni e le integrazioni essenziali collaborando con VMware sulle future tecnologie. Per esempio, sta lavorando insieme a VMware su VVol attualmente in fase di beta test, che permetterà di incrementare la granularità nella gestione dello storage fino a livello di macchina virtuale. Questo consentirà di mettere a disposizione il ricco set di funzionalità di DataCore anche alle singole macchine virtuali, aumentando ulteriormente la flessibilità che DataCore offre all’infrastruttura.

Virtual Volumes -  VVol

GS:Mi dica due parole esplicative su VVol

GT: VVol, acronimo di Virtual Volumes, è una delle principali innovazioni nelle tecnologie di storage che VMware sta portando avanti. Fondamentalmente, VVol è stato ideato per offrire agli amministratori IT una granularità a livello di VM, offrendo API per lo storage e un livello di astrazione tra VMware e i sistemi di storage. VVol, in sintesi, semplifica l’automazione e la gestione dei dati senza che sia necessario scendere al dettaglio di dischi e LUN. Quando una VM produce operazioni di I/O, queste vengono indirizzate al volume virtuale corretto (VMDK) per conto dell’hypervisor ESXi. Questo elimina la limitazione nel numero di LUN dei blocchi del dispositivo e consente alle VM di scalare raggiungendo un numero molto più elevato di volumi virtuali.

DataCore si sta preparando a offrire supporto a VVol, che è diventato parte della roadmap strategica e dei piani ‘Data Anywhere’, ed è impegnata nella sua evoluzione, seguendo così la strada della semplificazione della gestione dello storage in un mondo virtuale definito dal software.

GS: Dove ci porta l'evoluzione in atto e a cosa deve prepararsi l'IT manager?

GT: Oggi siamo nel mezzo di un affascinante viaggio che sta trasformando il modo in cui pensiamo allo storage e in cui lo utilizziamo. E anche se possiamo già avere dati e VM che risiedono ovunque, ci sono ancora troppi costi, complessità e approcci proprietari per rendere questa visione una realtà davvero praticabile. Il grande spostamento verso il concetto di ‘definito dal software’ ci sta portando a cambiare mentalità. Le nostre nuove iniziative come Openstack, Cinder e il supporto a VMware VVol sono ottimi passi avanti.

Architettura "Data Anywhere" di DataCore

Per il momento, però, i VVol sono utilizzabili esclusivamente nel mondo VMware. Che cosa accadrà con gli altri hypervisor e lavorando in un mondo multi-vendor in cui vengono proposte nuove e diverse opzioni di storage cloud? In sostanza, c’è ancora molto lavoro da fare, ma in DataCore siamo focalizzati su una visione che abbiamo chiamato ‘Data Anywhere’.

Abbiamo una chiara visione di “dati ovunque” e vediamo il mondo correre nella direzione del “software-defined”. Per questo ci siamo dati l’obiettivo di rendere i sistemi più semplici, automatizzati e capaci di auto-regolarsi, facendo in modo che gli utenti non siano sommersi da troppi dettagli sul funzionamento del loro storage. Quello che desiderano è semplice: applicazioni aziendali con prestazioni adeguate e accesso ai dati quando vogliono e da dove vogliono.

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