Lo storage software-defined di Red Hat apre ai big data

Rilasciato la nuova major release di Red Hat Storage Server che supporta carichi di lavoro Hadoop per favorire l'integrazione con ambienti di analisi dei Big Data

Avatar di Riccardo Florio

a cura di Riccardo Florio

Red Hat ha rilasciato la versione 3 di Red Hat Storage Server, soluzione aperta di software-defined storage le cui funzionalità sono state rese adatte per gestire workload aziendali a elevata densità di dati come quelli legati a big data, analytics e unified collaboration.

Questa soluzione è basata sul file system GlusterFS 3.6 e su Red Hat Enterprise Linux 6 e consente di scalare per supportare Petabyte di dati, garantendo nel contempo un controllo granulare dell'ambiente storage.Le nuove funzionalità della release 3 della soluzione Red Hat includono un incremento di scalabilità con un supporto fino a 60 drive per server (nella release precedente erano 36), fino a 128 server per cluster (il doppio rispetto a prima) e portando la capacità per cluster fino a 19 Petabyte.

Inoltre a supporto delle esigenze di integrazione con gli ambienti di analisi dei Big Data, è stato introdotto il supporto di Hadoop File System Plug-In che abilita l 'uso di workload Hadoop così come l'integrazione con Apache Ambari per la gestione e il monitoraggio di Hadoop e dello storage sottostante. 

Sono state introdotte anche nuove funzioni di snapshot dei volumi (per la copia point-in-time dei dati critici) e di monitoraggio del cluster storage, al fine di incrementare il livello di protezione dei dati e il controllo operativo. Il supporto SSD per carichi a bassa latenza e una compatibilità hardware estesa (HCL) ampliano la possibilità di scelta della piattaforma hardware.

Red Hat Storage Server 3 può contare sul supporto di un esteso ecosistema di partner tecnologici che include Cisco e HP.