Nell'anno fiscale 2025 (chiuso il 30 giugno), il CEO di Microsoft Satya Nadella ha ricevuto un compenso totale di 96,5 milioni di dollari, in aumento del 22%. Nello stesso anno l'azienda ha annunciato oltre 15.000 licenziamenti per "ottimizzare" le operazioni.
MS ha registrato performance eccellenti, con ricavi in crescita del 15% (281,7 miliardi) e un utile netto di 101,8 miliardi (+16%). Le maggiori risorse hanno portato a massicci investimenti nell'AI, ma allo stesso tempo migliaia di persone hanno perso il lavoro perché non più necessarie all'azienda.
Due scelte, i licenziamenti e lo stipendio del capo, che separatamente possono essere del tutto compatibili con le strategie e i risultati, ma messe una accanto all'altro rendono palese una cerca contraddizione.
Se un'azienda è fatta dalle persone che ci lavorano, la maggiore disponibilità di risorse non dovrebbe essere impiegata prima di tutto per tutelare quelle stesse persone? Siamo certi che sia stato fatto tutto il possibile per far sì che quelle persone continuassero a lavorare, magari con un'altra mansione? Forse il compenso extra del CEO poteva servire per attività di formazione? Il merito della crescita è direttamente di Nadella o è semplicemente una conseguenza del mercato?
La società di Redmond giustifica l'aumento come un incentivo per la "leadership continua" di Nadella. La maggior parte del pacchetto (84 milioni) deriva da stock award, con 9,5 milioni in incentivi cash e 2,5 milioni di stipendio base. Un aumento che segue quello già cospicuo dello scorso anno (63%), che portò il totale a 79,1 milioni.
Proprio l'anno scorso, avevamo commentato la posizione del CEO, che si diceva "rattristato" per i tagli, giustificati però da una ridefinizione della missione aziendale. Anche all'epoca si era intascato un premio sostanzioso, che tuttavia appare quasi modesto rispetto alla cifra attuale.
Il contrasto è stridente se si considera che lo stipendio medio in Microsoft si attesta sui 132.311 dollari. Il nuovo compenso di Nadella equivale a circa 730 volte quella cifra.
L'ombra dell'IA sui tagli
I licenziamenti del 2025 sono arrivati in due tranche principali: 6.000 a maggio e altri 9.000 a luglio. Microsoft non ha mai collegato direttamente i tagli all'IA, citando piuttosto la necessità di "migliorare l'efficienza" e "cambiamenti strutturali".
Tuttavia, è impossibile ignorare la coincidenza temporale. Come discusso su queste pagine a luglio, l'azienda sta reinvestendo massicciamente nell'intelligenza artificiale, con un piano da 80 miliardi di dollari per le sole infrastrutture. Una scommessa che sta già generando risparmi, ma che sta anche ridefinendo le priorità in termini di personale.
La logica sembra essere quella di finanziare la corsa all'oro dell'IA anche attraverso dolorosi tagli al personale, in una strategia che privilegia l'infrastruttura (capex) tecnologica sul capitale umano tradizionale.
Sotto la guida di Nadella, iniziata nel 2014, il valore di Microsoft è esploso. La capitalizzazione di mercato è passata da 300 miliardi a 3,8 trilioni di dollari, i ricavi sono triplicati e l'utile netto quadruplicato. Il mercato, evidentemente, premia la visione del CEO.
Ma non si può trascurare il fatto che tutto il mercato è cresciuto sensibilmente; è particolarmente difficile stabilire in che misura Microsoft è stata semplicemente trascinata dalla corrente e quanto ha pesato il lavoro di Nadella, ma si può dare per certo che non è tutto merito suo. Anche se il compenso sembra dire il contrario.
Il prezzo delle azioni è salito di quasi il 48% da aprile, una performance che gli investitori legano direttamente alla strategia AI e al cloud.
Resta il paradosso di un'azienda che genera profitti record (101,8 miliardi) e premia il suo timoniere con cifre astronomiche, mentre allo stesso tempo dismette 15.000 posizioni per snellire le operazioni. Una dinamica che alimenta il dibattito su quale sia il costo sociale reale della nuova rivoluzione industriale guidata dall'IA.