Le minacce più diffuse e i dati più rubati

Tutti i sistemi sono insicuri. L'Italia al quarto posto nel mondo per download di app "infette". In pericolo soldi e privacy dei singoli nonché dati e reputazione delle aziende

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a cura di Gaetano Di Blasio

Le minacce più diffuse e i dati più rubati

Questo tipo di minacce semplici ed efficaci, denominate Premium Service Abuse, rappresentano il 40,58% del totale, seguite dagli adware a quota 38,30%, secondo i dati Trend Micro. In pratica, un ritorno di fiamma delle "vecchie" minacce spyware ormai debellate sui pc grazie agli antivirus, installati ormai di default magari in versione try and buy, ma che difficilmente vengono utilizzati su smartphone e tablet. Se si facesse, si avrebbe almeno una protezione di massima anche contro i sistemi Data Stealer (24,93% delle minacce mobile) o i malicious donwloader (22,83%), nonché contro i meno diffusi ma più pericolosi rooter (4,40%), che consentono di prendere il controllo del dispositivo.

Tra i dati più "ricercati" dal cybercrime sui dispositivi mobili figurano: la location, il numero di telefono, i messaggi di testo, la rubrica, l'application ID. Perlopiù sono dati utili a rubare identità elettroniche e a realizzare attacchi mirati con tecniche di phishing. Nel mondo underground si riesce a vendere pressoché qualsiasi informazione e il mercato dei servizi di "spionaggio elettronico" o sabotaggio è in crescita.