Generalmente, gli application delivery controller sono implementati in base ad un modello “network centric” che prevede il deployment di un apparato ADC per ogni singola applicazione, oppure in un’altra modalità nella quale un’infrastruttura ADC condivisa deve supportare molteplici applicazioni.
Con Stingray Services Controller, Riverbed si è invece proposta di rendere possibile un modello di deployment del tipo “ADC per application”. Questo perché ritiene risponda meglio alla evoluzione delle architetture applicative e di data center, ai flussi di lavoro e ai modelli operativi che necessitano di ADC di nuova generazione che rimuovano i colli di bottiglia, garantendo maggiore agilità, livelli di automazione più elevati e un time-to-service più rapido.
Stingray Services Controller, ha osservato Riverbed, è stato sviluppato per rispondere in particolare alle sfide IT affrontate durante i tentativi di implementazione di architetture ADC tradizionali in strutture emergenti di tipo software defined e all’interno di data center esistenti o virtualizzati.
Il controller permette di gestire le microistanze
Tra queste: l’installazione di servizi ADC che può richiedere giorni o settimane; l’incapacità di garantire performance per applicazione o per tenant a causa della condivisione; l'esigenza per scalare le operazioni ADC di dotarsi di capacità eccedente con box più grandi rispetto al dimensionamento dinamico in tempo reale.
Stingray Services Controller, permette invece alle aziende e ai cloud provider di fornire, installare, autorizzare, misurare e gestire l’intero inventario ADC in modalità as a service.
"Con l’emergere di data center virtualizzati, gli ADC legacy potrebbero rappresentare colli di bottiglia ed essere esclusi dalle strategie di virtualizzazione e dalle implementazioni cloud", ha illustrato Jeff Pancottine, general manager della BU Stingray.
"Con Stingray Services Controller, i clienti hanno a disposizione una piattaforma ADC iper-elastica in grado di adattarsi ai cambiamenti dei carichi di lavoro”.