Smartphone professionale da Motorola per severi ambienti industry

Le applicazioni mobili nel business si diffondono e richiedono strumenti portatili che garantiscano la fruibilità nelle condizioni più avverse e in modo sicuro. Motorola illustra gli elementi chiave di tali dispositivi

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a cura di Giuseppe Saccardi

Quando si assiste alla demo e al lancio di un dispositivo mobile per il consumer, magari con una versione anche per il mondo enterprise, ad esempio uno smartphone, di solito la cosa avviene in una sala accogliente, la temperatura ideale, il dispositivo deposto su un tavolo ricoperto da un panno verde e con a fianco una persona del marketing in giacca e cravatta.Si è attratti dai colori, dall'ergonomia, dai tasti piccoli e luccicanti, dallo schermo che nello studiato buio della sala sembra fuoriuscire dal case e garantire una perfetta visibilità.

La realtà di utilizzo può però essere leggermente diversa da quella ideale, ha osservato Daniele Schinelli, amministratore delegato di Motorola Italia, nel presentare l'ultimo nato in casa Motorola, il TC55.

TC55 

L'area portuale di una grande città, il campus petrolifero, ambienti piovosi e rigidi dove per norme di sicurezza si devono indossare guanti in ruvida pelle, o dove si devono maneggiare oggetti scivolosi che di tanto in tanto ti fanno cadere il dispositivo che stai usando, ambienti dove vi è difficoltà nel disporre di prese di corrente con cui ricaricare il dispositivo, sistema operativo che ogni tanto si blocca, oppure in cui mancano applicazioni tipiche per l'ambiente industriale, che si tratti di un magazzino dove si devono leggere i codici a barre di un prodotto o trasmettere i suoni di un motore di un apparato a un tecnico a centinaia di chilometri di distanza per chiedergli un parere. 

Per non parlare poi della criticità di ambienti quali l'health care o di servizi di pubblica sicurezza, o dell'istruzione, dove la disponibilità di un dispositivo è essenziale e deve essere fruibile anche dopo che cade da un tavolo a seguito di una scossa tellurica, o per terra mentre si sale una scala o si trasporta un anziano.

Quello che se ne deduce è che quando si passa dalla presentazione alla pratica , per i dispositivi professionali la musica cambia e i dispositivi devono avere qualità proporzionali al valore economico e umano degli ambienti in cui vengono usati.

Quello industriale, e a maggior ragione se si tratta di ambienti in cui è coinvolta la vita umana, è un ambiente dove anche la politica del Byod mostra i suoi limiti, ha osservato Schinelli, e quello che serve sono dei veri e propri computer portatili costruiti espressamente per gli ambienti applicativi e naturali in cui dovranno essere usati.

Ma non è solo il fatto di far fronte a condizioni ambientali avverse, a cadute, ad ambienti molto luminosi che rendono difficile leggere dati critici che devono essere correttamente interpretati e ben visibsì anche quando si è all'aperto, che fanno di un dispositivo mobile un oggetto sempre disponibile ma, osserva Schinelli, anche elementi come la possibilità di rimanere in servizio per due o tre turni, insomma, h24, senza dover essere spento per sostituire la batteria o per prolungati periodi di ricarica.

"Un dispositivo industriale deve disporre di una batteria che dura per un intero turno, sempre in funzione, e la batteria deve poter essere sostituita senza mettere fuori servizio il dispositivo e necessariamente chiudere le applicazioni, magari connesse ad una emergenza di carattere pubblico, in corso", avverte Schinelli.