Per chi si occupa di FinOps (Finance DevOps), altrimenti chiamata gestione finanziaria del Cloud, c’è un appuntamento da non perdere. Si tratta del report “The State of FinOps” che la FinOps Foundations pubblica ogni anno più o meno a Marzo. Questo report rappresenta senza alcun dubbio la più ampia indagine globale sulla governance dei costi Cloud, raccogliendo dati da migliaia di professionisti e organizzazioni.
Ho quindi pensato di analizzare a fondo il report relativo al 2024 e scrivere in una breve serie composta da tre articoli i principali trend emersi e il significato per il futuro della gestione finanziaria del cloud. Tutti i dati citati hanno questa fonte: https://data.finops.org/library
FinOps: il 2025 è l’anno della svolta?
Che la disciplina del FinOps si sia imposta come elemento chiave nella gestione finanziaria del cloud è oramai il segreto di Pulcinella. Tuttavia, la fine del 2024 e l’inizio del 2025 segnano un punto di svolta: il FinOps evolve, abbracciando una visione più ampia e integrata che va ben oltre il semplice controllo dei costi cloud. Nasce quindi il paradigma che gli specialisti hanno chiamato “Cloud+”: si tratta in effetti di una strategia che include non solo i principali Cloud Service Provider, ma anche la gestione finanziaria di SaaS, licenze software, ambienti ibridi e AI.
L’evoluzione del FinOps: da cloud-centric a Cloud+
Da quando è nato diversi anni fa, l’unico focus del FinOps è stato l’ottimizzazione della spesa sul cloud pubblico. Le aziende hanno imparato a tracciare, allocare e ottimizzare i costi legati a servizi come AWS, Azure, Google Cloud o Oracle Cloud, per citare i più famosi. Tuttavia, la crescente complessità degli ambienti IT e la diffusione di soluzioni SaaS, infrastrutture ibride e AI hanno reso evidente la necessità di un approccio più olistico, chiamato Cloud+.
Per questo è stato introdotto nel framework FinOps il concetto di “scopes”, che potremmo tradurre come “ambiti di gestione”. Il cloud pubblico non basta più: secondo il report, le squadre FinOps sono oggi responsabili di una quota crescente di spese IT, incluse quelle per SaaS, data center, licenze e AI. Un cambiamento di forte portata, anche se non dobbiamo dimenticare che in Italia la spesa cloud rappresenta in line generale solo una parte minoritaria del budget IT complessivo (da noi il ferro la fa ancora da padrone, ma il cloud avanza sezna sosta).
Nuove priorità nella gestione della spesa: SaaS, AI e ambienti ibridi
Un dato significativo: il 25% in più di professionisti FinOps prevede di gestire anche la spesa SaaS nei prossimi 12 mesi, segno che la governance finanziaria si sta estendendo a tutto il portafoglio applicativo. Parallelamente, la gestione dei costi legati a intelligenza artificiale e machine learning è diventata una priorità, con il 63% degli intervistati che dichiara di monitorare la spesa AI in ambienti ibridi, rispetto al 31% dell’anno precedente.
Showback e predittività
Un altro pilastro del nuovo framework è l’enfasi su showback e forecasting accurati. Per showback si intende la rendicontazione trasparente dei costi ai team, senza però addebiti diretti (in quel caso si parla di chargeback): agli intervistati piace perché aumenta il senso di responsabilità di spesa nelle singole business unit. La predittività (forecast) diventa fondamentale: solo con dati affidabili è possibile pianificare investimenti e ottimizzare le risorse.
Non sorprende, quindi, che il 20% delle aziende abbia aumentato nel 2024 gli investimenti in strumenti FinOps e formazione, puntando su piattaforme in grado di fornire dati certi e verificati su cui pianificare.
Verso una FinOps+?
Il passaggio da una gestione cloud centrica a una strategia “Cloud+” richiede anche un cambio culturale. Le aziende devono sviluppare ulteriori nuove competenze, promuovere ancora di più la collaborazione tra reparti e adottare processi di governance trasversali.
Chi saprà cavalcare questa evoluzione sarà pronto ad affrontare le sfide della trasformazione digitale, con maggiore efficienza, trasparenza e capacità di innovazione. Ma c’è una grande incognita all’orizzonte: la governance dei costi legati alla AI generativa che potrebbero essere sul punto di esplodere.