Batman - L'impostore 1, recensione: ritorno alle origini

Mattson Tomlin e l'italiano Andrea Sorrentino tornano agli esordi del Cavaliere Oscuro con Batman - L'impostore 1.

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a cura di Domenico Bottalico

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Panini DC Italia inizia la marcia di avvicinamento che ci porterà a marzo nelle sale per gustarci The Batman, il nuovo capitolo cinematografico dedicato al Cavaliere Oscuro diretto da Matt Reeves con Robert Pattinson come protagonista, proponendo, a brevissima distanza rispetto all'uscita negli Stati Uniti, Batman - L'impostore 1 ovvero il primo capitolo di una miniserie di tre numeri in uscita sotto l'etichetta Black Label realizzata da Mattson Tomlin (co-sceneggiatore proprio della nuova pellicola) coadiuvato dall'italiano Andrea Sorrentino alle matite (Freccia Verde, Joker - Il Sorriso che Uccide) e Jordie Bellaire ai colori.

Batman - L'impostore 1, c'è un uomo vestito da pipistrello in città

Batman è comparso a Gotham City da circa tre anni. La Dottoressa Leslie Thompkins viene svegliata nel cuore della notte dal rumore di una finestra che si infrange: nel suo salotto c'è Batman privo di coscienza e gravemente ferito. D'istinto la Dottoressa toglie la maschera al vigilante scoprendo così la sua vera identità: si tratta di Bruce Wayne. Mossa dalla sua vocazione professionale la Thompkins cerca a modo suo di aiutare il giovane Bruce costringendolo a delle sessione di terapia per comprendere l'incredibile percorso intrapreso.

Contemporaneamente il distretto di polizia di Gotham City è in subbuglio. Apparentemente Batman ha cambiato il suo modus operandi iniziando a giustiziare i criminali. La Detective Wong è incaricata di ascoltare il proprietario della Wesker Capital, sul cui tetto si è consumata una delle ultime esecuzioni del Cavaliere Oscuro.

Se nulla e nessuno è al di sopra della legge, come è possibile che Batman operi indisturbato in città e si muova furtivo alimentando il suo status di leggenda urbana e incutendo timore il lungo ed in largo? È un uomo solo o un gruppo organizzato, e perché di colpo ha modificato il suo modus operandi dandosi all'omicidio?

Batman - L'impostore 1, ritorno alle origini

Una delle prime, e rare, dichiarazioni ufficiali del regista Matt Reeves su The Batman avevano colpito, qualche mese, dritto al cuore i fan dell'Uomo Pipistrello. Il regista infatti aveva apertamente citato fra le influenze estetico-tematiche del nuovo film storie come Batman Ego di Darwin Cooke e Batman Anno Uno di Frank Miller e David Mazzuchelli ed è proprio nell'ideale solco di queste due storie, ma non solo, che si muove con invidiabile sicurezza Mattson Tomlin.

Lo sceneggiatore sembra trovarsi subito a suo agio passando dalla sceneggiatura per il cinema al fumetto conducendo una narrazione che muovendosi apparentemente su due binari paralleli si interseca cercando di "depistare" il lettore in un gioco di detection in cui i narratori ovvero la Dottoressa Leslie Thompkins e la Detective Wong oltre ad essere omodiegetici esterni rappresentano degli ideali punti di vista privilegiati su Batman.

Punti di vista diametralmente opposti che convergono però sulla stessa domanda: chi è Batman? Difficile rispondere. La Dottoressa Thompkins prova a scavare nelle motivazioni che hanno spinto un giovane uomo gravemente traumatizzato a girare il mondo, allenarsi mentalmente e fisicamente, per poi tornare a Gotham City e, indossando un costume da pipistrello, a scendere in strada ogni notte per estirpare il crimine. Scavando però vi è solo una oscura determinazione, una che porta Bruce Wayne a muoversi costantemente sul filo del rasoio.

La Detective Wong invece si scontra non solo con il più classico dei dilemmi etici legati al vigilantismo ma soprattutto con l'eccezionalità dell'operato di Batman che sta cambiando gli equilibri di Gotham, tanto nei bassifondi quanto ai piani alti, preoccupando quell'1% che delle storture della città aveva approfittato per arricchirsi e prosperare a discapito dei più deboli e disagiati ancora prima che delle persone normali.

È in questo frangente, come un complesso e stimolante rompicapo, che Tomlin si dimostra più smaliziato di alcuni suoi colleghi che, anche recentemente, hanno avuto l'onere e l'onore di occuparsi delle avventure di Batman mettendo al centro della narrazione Gotham. Batman e Gotham sono una sinergia indissolubile, il cuore tematico del personaggio è in questa dicotomia etico-sociale imprescindibile e Tomlin vuole tornare, con piglio moderno e taglio realistico, alle origini del personaggio: le azioni di Batman come influenzano e modificano il microcosmo giuridico ed etico di Gotham? Cosa comporta per un solo uomo prendere in carico l'amministrazione della "giustizia"?

Si tratta di un tema ricorrente nella produzione batmaniana tuttavia lo sceneggiatore riesce a non scadere nel banale forte della narrazione omodiegetica già citata e di una serie di citazioni intelligentemente sparse nel corso dell'albo che chiamano in causa Batman Anno Uno, anch'esso già citato, Il Lungo Halloween e Vittoria Oscura fra gli altri e che ovviamente non potranno che incuriosire i lettori neofiti e solleticare invece quelli di lunga data.

Batman - L'impostore 1 è il primo capitolo di una interessante rivisitazione dei primi anni di attività del Cavaliere Oscuro che strizza inevitabilmente l'occhio a quello che verrà, ovvero il nuovo film The Batman. A giudicare da questo primo albo tuttavia l'operazione non sembra essere meramente "commerciale" ma più dinamica ed organica atta a fornire un contesto più ampio e stimolante a vecchi lettori e soprattutto a potenziali nuovi.

È innegabile sottolineare come gran parte del fascino, e della riuscita, dell'albo risiedano nella prova maiuscola di  Andrea Sorrentino le cui matite vengono esaltate dal lavoro superbo ai colori di Jordie Bellaire. Il disegnatore campano sfrutta tutta l'atmosfera di Gotham e la capacità espressiva dei personaggi a sua disposizione per rappresentare al meglio un Batman che effettivamente non è mai protagonista delle tavole ma una presenza fugace e brutale, una sorta di "uomo nero" che si scorge con la coda dell'occhio che fa da contraltare ad un Bruce Wayne schivo e marmoreo nelle espressioni.

L'estetica della nuova pellicola, almeno quello che è stato finora mostrato, viene trasposta su carta non solo per i dettagli del costume ma anche con un contrasto netto fra pieni e vuoti (da sempre caratteristica di Sorrentino) con neri profondi in cui si scavano figure ed espressioni, e soprattutto con contrasti cromatici fra colori secondari come i viola e gli arancioni che vengono giustapposti in maniera molto umorale da Jordie Bellaire che pennellate ora piene ed uniformi, ora più veloci e pittoriche. Il gioco di giustapposizione viene poi interrotto dai blu e soprattutto dal rosso, uno dei nuovi colori da poter associare a Batman a quanto pare, e da un uso delle luci molto crepuscolare.

Sorrentino è poi abilissimo a creare tavole completamente immersive fra illustrazioni a tutta pagina in cui vengono inseriti i riquadri e declinazioni decorative degli stessi. I suoi layout sono tutto fuorché convenzionali giocando invece su una orizzontalità tutta cinematografica che trova compimento non tanto nel celebrato stile widescreen quanto invece in soluzioni retorico-produttive dal fortissimo impatto (le celebri "evidenziature" del disegnatore già operate con successo per esempio su Freccia Verde).

Quella di Andrea Sorrentino e Jordie Bellarie è una prova raffinatissima ma soprattutto fresca e radicalmente diversa da quelle offerte dagli ultimi grandi disegnatori che hanno illustrato Batman basti pensare a Greg Capullo e Jorge Jimenez che per stile e approccio hanno puntato tutto sul dinamismo e la muscolarità del personaggio.

L'albo

Panini DC Italia confeziona un albo spillato da 48 pagine formato comic book classico, cioè 17x26 cm, così come la versione originale americana. A dispetto infatti di essere un titolo pubblicato dall'etichetta Black Label, titoli che solitamente beneficiano di un formato più quadrato e stile tabloid, questa miniserie ricalca il formato classico e sicuramente più maneggevole anche per eventuali lettori neofiti. Molto buona la qualità di stampa con carta patinata dalla grammatura importante che rende giustizia ai disegni di Andrea Sorrentino.

Scorrevole la traduzione dell'esperto Stefano Visinoni e molto buono l'adattamento italiano della editor Elena Pizzi che firma anche un breve editoriale all'inizio dell'albo in cui non manca, intelligentemente, di segnalare alcune letture ambientate nel primo anno di attività del Cavaliere Oscuro. Vi invitiamo a tal proposito anche a recuperare il nostro articolo con le letture essenziali di Batman.