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Carole Basile e lo storyboarding di A Classic Horror Story

Un incontro con Carole Basile, autrice che si è occupata dello storyboarding per il nuovo horror Netflix, A Classic Horror Story.

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Avatar di Rossana Barbagallo

a cura di Rossana Barbagallo

@Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 15/07/2021 alle 10:00
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Film e fumetti sono uniti da un legame stretto: dai fumetti vengono tratte moltissime pellicole per il grande schermo e, viceversa, i film possono proseguire talvolta la loro storia sulla carta stampata. Ma la loro unione non si ferma qui. Dietro le quinte, dove lavorano le maestranze che realizzano ciò che poi vediamo su schermo, si trova anche chi utilizza il proprio talento per creare un elemento fondamentale per la riuscita del film: gli storyboard. Disegnare uno storyboard significa visualizzare la sceneggiatura con la propria fantasia e riportarla su carta affinché prenda una prima bozza di vita, così che tutti coloro che concorrono a girare il film, possano avere una traccia visuale, fisica, delle scene che si accingeranno a costruire.

Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con un'autrice che si è occupata proprio dello storyboarding per il titolo di Netflix , A Classic Horror Story, e che ci ha rivelato i retroscena del suo lavoro. Si tratta di Carole Basile, giovane fumettista che ha prestato il suo talento per il nuovo film horror di Roberto De Feo e Paolo Strippoli. Ecco la nostra intervista.

a-classic-horror-story-173509.jpg

Partiamo dal principio

Pochi giorni fa vi avevamo parlato del nuovo film horror italiano presente nel catalogo Netflix. Il titolo è A Classic Horror Story ed èil viaggio di cinque carpooler nel cuore della Calabria che li conduce in una spaventosa casa e nel bel mezzo della furia omicida di tre individui che sarebbero dovuti rimanere relegati nel mondo delle leggende: Osso, Mastrosso e Carcagnosso, i padri fondatori della mafia italiana. Al lavoro sulla parte storyboard di questo film, la giovane e promettente Carole Basile, che si è raccontata a noi dandoci modo di approfondire il lavoro dietro alla sorprendente pellicola tutta italiana di De Feo e Strippoli. Ma prima di tutto, le presentazioni:

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Carole Basile
Mi chiamo Carole Basile e sono nata a Catania, nel 1989. Fin da bambina avevo già deciso che avrei voluto fare la fumettista, ma dall'adolescenza misi da parte il disegno per dedicarmi ad altro: ho frequentato un liceo classico e poi scienze della comunicazione, ma con materie più rivolte al linguaggio e alle tecniche del cinema, a Trieste. Contemporaneamente ho lavorato come fotografa, facendo molte esposizioni in Italia, da nord a sud, e collaborando con riviste online e scattando foto a concerti di artisti nazionali. Dal 2016 però decido di lasciare questa strada per indirizzarmi nuovamente verso il disegno, il fumetto in particolare, e nel 2017 inizio a frequentare la scuola internazionale di comics di Reggio Emilia. Ho preso il diploma la scorsa estate, luglio 2020, con la dad a causa della pandemia, ma stavo già lavorando al film insieme a Roberto De Feo. Attualmente sto lavorando al mio primo graphic novel, che sarà pubblicata dalla casa editrice Tunuè e i miei lavori sono attualmente visibili qui.

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L'inizio dei lavori sul film è stato avviato durante la pandemia da Covid-19, tuttavia questo non ha impedito allo staff di costruire la pellicola, proseguendo con il progetto e le riprese (che sono state fatte tra la Puglia e Roma). Com'è nata dunque, in questo contesto, la collaborazione di Carole Basile alla realizzazione del film?

carole-basile-174394.jpg
Carole Basile
La mia collaborazione è nata in modo del tutto casuale: mi trovavo in piena pandemia, anzi, pieno lockdown: parliamo di fine aprile - inizio maggio 2020. Ero in un periodo in cui, dato il lockdown, mi dedicavo molto ai social con i miei lavori, quando un pomeriggio ricevetti una chiamata da Roberto De Feo che mi chiese se ero disponibile per poter lavorare ad una parte degli storyboard (le altre due ragazze che hanno lavorato insieme a me per gli storyboard si chiamano Giorgia Gammarota e Marilù Rainò) e ovviamente accettai,  poiché amo molto il cinema, anche se ad essere sincera (ed è un po' ironica come cosa) non sono una grande estimatrice di film horror, più che altro perché sono una fifona! Era assolutamente la prima volta che lavoravo ad una storia horror e per me è stato assolutamente entusiasmante. Ogni proposta che mi arriva, soprattutto se sono cose per me nuove, mi entusiasmano: mi piace uscire dalla comfort zone.

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Una sorpresa, quindi, per l'autrice che ha potuto prestare così la propria arte al servizio di un'opera filmica. Spingendoci nel campo più tecnico del progetto, si potrebbe dire che il processo di storyboarding per un film è un lavoro che attinge al fumetto e allo stesso tempo all'attività registica. Abbiamo chiesto a questo proposito come l'autrice si è approcciata a esso e se c'è stato un "metodo" utilizzato nello specifico per A Classic Horror Story:

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Carole Basile
Fondamentalmente si tratta di narrazione, inquadrature, composizione dell'immagine. Sono cose che a me vengono molto spontanee avendo lavorato per molti anni con la fotografia, studiato materie tecniche inerenti al cinema all'università e completato il tutto con gli studi alla scuola internazionale di Comics. Non c'è stato proprio un metodo fisso da seguire, si è trattato di piena collaborazione con il regista e intuizione, soprattutto avendo lavorato a distanza per via della pandemia.

Dal punto di vista di Carole Basile

A Classic Horror Story è una pellicola dalle tinte "forti", che si spinge in certi momenti da un estremo all'altro nello spettro dell'orrore. È a questo proposito che abbiamo chiesto a Carole Basile qual è stata la scena che ha amato di più disegnare e quale meno, o se avrebbe preferito vederne alcune girate in maniera differente su schermo:

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Carole Basile
Non è spoiler se parlo delle scene? A parte gli scherzi, le scene che mi hanno divertita di più nel disegnarle sono quelle dove c'era maggiore azione. Non saprei quale potrebbe essere quella che mi ha divertita meno, perché davvero ogni scena, ogni inquadratura, era per me come una sfida, soprattutto per questioni di tempistiche. Non ci sono scene che vorrei vedere in maniera diversa su schermo. Roberto De Feo, Paolo Strippoli e tutti quelli che hanno lavorato a questo film hanno fatto un grandissimo lavoro, non cambierei nulla delle scelte fatte. E' stata una grande emozione poter vedere il prodotto finito.

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Come abbiamo visto, il titolo e le varie citazioni nel film strizzano l'occhio a diversi cult del cinema horror: da La Casa a Silent Hill, da Midsommar a Halloween, questa pellicola si muove tuttavia su binari indipendenti attraverso i suoi riferimenti folkloristici e la piega metafilmica in cui si inoltra. Qual è per Carole Basile l'aspetto "vincente" del film in questo senso?

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Carole Basile
Al di là di una questione visiva di regia e fotografia che ho apprezzato davvero tantissimo, per me l'aspetto "vincente" del film è proprio la piega inaspettata che prende, poiché inizia riprendendo i classici clichè da film horror per poi cambiare totalmente rotta, con qualcosa di molto inaspettato rispetto gli horror a cui siamo abituati.  È proprio questa la parte che a me ha intrigato da morire.

https://youtu.be/lBmmBimhT18

Infine, data questa partenza così entusiasmante nel mondo del cinema, non abbiamo potuto fare a meno di chiedere a Carole Basile cosa la attende nella sua carriera in futuro:

carole-basile-174394.jpg
Carole Basile
Nei miei progetti futuri al momento c'è una graphic novel, edita da Tunuè, a cui sto lavorando e che uscirà prossimamente in libreria. Spero assolutamente di poter lavorare ad altri progetti cinematografici in futuro, come dicevo prima: mi piacciono le sfide!

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