Daniel Radcliffe chiede scusa per i commenti di J.K. Rowling

Daniel Radcliffe chiede scusa per i tweet discriminatori postati negli scorsi giorni da J. K. Rowling, autrice della saga di Harry Potter.

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a cura di Walter Ferri

Questo week-end la Rete si è infiammata in risposta ad alcuni tweet dell'autrice britannica J. K. Rowling. La donna divenuta famosa grazie alla serie di Harry Potter si è infatti lanciata in una serie di commenti che è velocemente degenerata in osservazioni discriminatorie nei confronti delle donne transgender.

La discesa della Rowling è partita da un sua osservazione a un articolo di Devex.com. Nel pezzo "incriminato" i tre autori si auspicavano un mondo post-pandemia più equo, maggiormente inclusivo per "le persone che mestruano". La scelta dei giornalisti di scindere il genere biologico dall'identità sessuale ha scontentato non poco la nota scrittrice, la quale ha sentito la necessità di sfogare il suo pensiero con una breve sfuriata social: «"Persone che mestruano". Sono sicura esista una parola per definire queste persone. Che qualcuno mi aiuti. Dome? Dinne? Doonné?».

Il primo passo falso di J. K. Rowling si sarebbe potuto probabilmente risolvere con una certa agilità, se seguito da un'adeguata risposta. Dopotutto, l'autrice è nota per il suo impegno crescente nei confronti della causa femminista e la sua passionale sfuriata si sarebbe potuta archiviare come una goffa reazione al desiderio di difendere a spada tratta l'identità femminile. La Rowling ha invece rincarato.

Se il genere non è reale, non può esistere l'attrazione verso il medesimo sesso. Se il genere non è reale, la realtà delle donne di tutto il mondo è cancellata. Conosco e amo persone trans, ma cancellare il concetto di genere rimuove la possibilità di molti di discutere significativamente la loro vita. Non è odio dire la verità. [...]

Io rispetto il diritto di ogni persona trans di vivere nel modo per loro più autentico e gradevole. Sarei pronta a marciare con voi se voi foste discriminate per l'essere transessuali. Allo stesso tempo, la mia vita è stata definita dall'essere femmina. Non penso che ammetterlo sia sintomo di odio.

Come regola comune, chiunque si trovi a discutere di minoranze dovrebbe rivalutare la sua posizione, quando arriva a proteggersi dichiarando di avere un sacco di amici di dette minoranze. Trovandosi alle strette, l'autrice ha invece caricato a testa bassa, scavandosi una fossa sempre più profonda e compromettente. A trovare offensive le sue parole è stato anche Daniel Radcliffe, attore divenuto celebre proprio per aver interpretato Harry Potter e che da anni sostiene il The Trevor Project, un'associazione no-profit focalizzata sugli sforzi di prevenzione del suicidio tra i giovani LGBTQ+.

Radcliffe ha vergato un post per il blog della suddetta associazione, chiarendo sin da subito che la sua posizione non voglia essere di antagonismo nei confronti dell'autrice che lo ha di fatto lanciato, ma che comunque sentisse la necessità di dissociarsi con forza dalle sue dichiarazioni.

Le donne transgender sono donne. Tutte le dichiarazioni che dicono il contrario cancellano l'identità e la dignità delle persone transgender e si muove contro tutte le raccomandazioni fornite dai professionisti delle associazioni di assistenza sanitaria, i quali hanno in merito molta più esperienza di quanta non possiamo vantarne Jo [J. K. Rowling] e io. Stando ai dati di The Trevor Project, il 78 per cento delle persone transgender e giovani non-binari hanno denunciato di essere soggetti a discriminazione a causa della loro identità di genere. È evidente che abbiamo bisogno di fare di più per supportare le persone transgender e non-binarie, non invalidare le loro identità e non causare loro ulteriore danno.

Daniel Radcliffe ha concluso invitando tutti i fan della saga editoriale di Harry Potter a non sminuire il loro rapporto intimo con i libri a causa delle ultime dichiarazioni della loro autrice: «se questi libri vi hanno insegnato che l'amore sia la forza più potente dell'universo e che sia capace di superare ogni ostacolo; se vi hanno insegnato che la forza si trova nella diversità e che il pensiero dogmatico della purezza porta all'oppressione dei gruppi vulnerabili; se pensate che un particolare personaggio sia trans, non-binario, di genere fluido o che sia gay o bisessuale; se avete trovato qualcosa in queste storie che ha risuonato in voi e vi ha aiutato in un qualsiasi periodo della vita - allora questo è tra voi e il libro che avete letto ed è sacro. È mia opinione che nessuno possa privarvi di questo».