Ghost Rider Cosmico - Baby Thanos deve morire: recensione di un istant cult

Donny Cates torna a raccontarci del suo Ghost Rider Cosmico, un Frank Castle dotato di poteri inimmaginabili, in viaggio nel tempo per uccidere Thanos.

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a cura di Raffaele Giasi

Senior Editor

Se qualcuno mi avesse detto che Frank Castle sarebbe diventato non solo un Ghost Rider, ma un Ghost Rider Cosmico dotato dei poteri di un araldo di Galactus, allora la mia mente sarebbe volata subito ai momenti più bui del personaggio. Ovvero quando Christopher Golden, in un disperato tentativo di rivitalizzare il personaggio, nel 1998 lo trasformò in un cacciatore di demoni angelico, portando il personaggio al suo più rovinoso flop editoriale di sempre, tale che persino oggi è lo stesso Frank Castle a canzonarsi da solo, per altro proprio sulle pagine di questo volume.

Per fortuna a mettere in piedi quest'idea così folle, ma potenzialmente così accattivante, non c'era un autore qualunque, ma uno dei più talentuosi scrittori di casa Marvel degli ultimi anni, ovvero Donny Cates, l'artefice della rinascita editoriale di Venom e, più di recente, il nome che ha dato un lustro tutto nuovo al personaggio di Thanos, con la sua ottima run “Thanos vive!”, in cui si immagina una versione futura del Titano che, dopo anni, è finalmente riuscito a coronare il sogno di dominare sull'intero universo.

Proprio Thanos vive! è stato il trampolino di lancio del personaggio del Ghost Rider Cosmico, la cui vera identità è stata tenuta segreta fino agli ultimi momenti della run, ed il cui carattere folle e sconclusionato “a la Deadpool” aveva da subito catturato l'attenzione dei lettori vecchi e nuovi.

Chi è dunque il Ghost Rider Cosmico? Come detto altri non è che una versione anziana di Frank Castle che, pur essendo originario di una versione alternativa (Terra-TRN666) ha, in larga parte, condiviso le stesse esperienze del personaggio originale, sino a diventare, prima il Rider (dopo un patto con Mephisto), poi un araldo di Galactus, e infine il servo di Re Thanos, nonostante lo scopo del Ghost Rider Cosmico fosse stato proprio quello di uccidere il Titano, e non certo quello di servirlo.

Ebbene, dopo la distruzione della linea temporale di Terra-TRN666, e della morte del Rider per mano di un Silver Surfer quanto mai potenziato dal martello Mjolnir, Castle è infine arrivato su Asgard, accolto nel Valhalla da Odino come premio di una vita passata come guerriero inarrestabile, ed è qui che questa nuova run prende il via, da un Frank Castle che dovrebbe aver trovato la pace ma che, invece, non sembra poter fare altro che combinare guai.

Al contrario di quanto si aspettasse Odino, che di fatto lo ha salvato dalla distruzione della sua linea temporale, Frank è ancora irrequieto, pur avendo riacquistato il senno perso in anni ed anni al servizio dei suoi padroni. Incapace di restare su Asgard senza creare problemi, ottiene quindi di tornare in vita per mano di Odino che, per altro, gli restituirà i poteri di cui la morte lo aveva privato.

In sella alla sua moto e con la mente (più o meno) tornata lucida, architetta quindi un piano quanto mai folle: tornare indietro nel tempo per uccidere Thanos quando questi era ancora in fasce. Con questa premessa si dipanerà una trama folle, ritmicamente eccellente, spalmata originariamente in cinque numeri ed arrivata da noi in un volume unico e cartonato.

Il divertimento, credeteci, è garantito. Superando il cliché di qualunque pallida imitazione di Deadpool, il Ghost Rider Cosmico si conferma un personaggio fresco, originale, mosso da pensieri che, per quanto sconclusionati, hanno una loro logica precisa e che, per altro, porteranno anche ad una riflessione sul personaggio di Castle in sé, e della lunga marcia verso la perdizione che pare impossibile da scongiurare. Sono gli stessi personaggi a divertirsi sulla scena, come attori partecipi di una commedia dal ritmo invidiabile e dalla scenografia intergalattica.

L'abilità di Cates sta tutta qui: l'autore non si inventa nulla di davvero nuovo, non c'è alcuna particolare innovazione, ed anzi la trama si dipana spesso in modi che, per quanto assurdi, tra viaggi del tempo e versioni mash up improbabili (c'è una fusione tra Howard il papero e il Fenomeno, giusto per dire), ha pochi veri colpi di scena, e tante trovate che potrebbero avere il sapore del “già visto”, se solo tutto non fosse così perfettamente coeso e incastrato.

A reggere le fila c'è poi un mattatore come raramente ne sono stati scritti. Il Ghost Rider Cosmico è infatti più che l'ennesima versione alternativa partorita dalla Casa delle Idee, è un personaggio con una propria precisa identità, che cerca di coniugare (e lo fa con successo) la traccia storica del personaggio del Punitore con un approccio più moderno e per certi versi “estremo”.

Abbiamo un Punisher che è Punisher, ma che contemporaneamente non lo è, ed a Cates va il plauso di essere riuscito a scrivere una storia che funziona molto bene, per quanto sia distantissima da quella cupezza che aveva contraddistinto il suo racconto dedicato a Thanos che, per altro, è stato forse uno dei momenti più belli e raffinati dedicati al personaggio negli ultimi anni.

Il ritmo è martellante, ma mai stancante, ed anzi alla conclusione del volume si resta con una voglia incontrollabile di leggere ancora e di più sul personaggio e sulle sue folli avventure, cosa che per altro Marvel ha compreso subito, tanto da aver già annunciato grandi progetti relativi il Ghost Rider Cosmico che, come saprete, dovrebbe ben presto lasciare il segno (se non una cicatrice) nell'intero mondo Marvel.

A supportare Cates in questo viaggio spaziale travolgente ci sono poi le matite di Dylan Burnett, che coniuga sulle sue tavole una moltitudine di ispirazioni diverse, trasformando di continuo corpi e volti a seconda delle esigenze narrative, talvolta rendendo il tutto morbido e quasi cartoonesco e parodico, altre volte duro e spigoloso, specie quando si fa strada sulle pagine il caos della battaglia. Esteticamente coinvolgente, e talvolta davvero ammaliante, il lavoro di Burnett è poi esasperato dalla colorazione fuori metro di giudizio di Antonio Fabela, che arricchisce il disegno con colori sempre vividi e calzanti, e con grandissima attenzione ai giochi di luci prodotti dai poteri di Frank il cui volto, come saprete, è quasi sempre trasformato nel tipico teschio infuocato del Rider.

Visto l’imminente ritorno al cinema del Titano pazzo, perché non recuperarsi le storie fondamentali del personaggio? Panini le ha recentemente ripubblicate in un bellissimo e prestigioso cofanetto da collezione!