Gravity: fantascienza di successo con poca scienza

Gravity è fantascienza di successo, che tuttavia ha qualche lacuna tecnica.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Altro che caduta libera, quello di Gravity è un salto in alto da record. Il nuovo film di Alfonso Cuarón infatti ha stracciato tutti gli altri al botteghino italiano così com'è successo negli Stati Uniti e altrove. Nel nostro paese il film ha infatti incassato 2.000.000 di euro nel primo week end di programmazione.

Merito senz'altro di una promozione ben fatta, e dei due superdivi George Clooney e Sandra Bullock. Ma anche perché Gravity riesce ad affascinare tutti, non solo chi cerca l'ultimo titolo in fatto di fantascienza. C'è la storica avvincente, si attiva l'empatia verso i personaggi, si sente la loro paura e la loro ansia, e gli effetti speciali sono di alto livello.

Insomma Gravity sembra proprio un bel film, tanto che persino Quentin Tarantino - che di cinema ne saprà qualcosa - l'ha messo tra i suoi dieci film preferiti tra quelli usciti finora nel 2013. Come in tanti film di fantascienza, tuttavia, non è il caso di aspettarsi troppo realismo. Anzi, come nella migliore tradizione è bene lasciarsi andare alla cosiddetta "sospensione dell'incredulità" e godersi lo spettacolo.

Questo è infatti il consiglio di Giovanni Bignami, presidente dell'INAF (Istituto nazionale di Astrofisica), espresso su La Stampa. Un consiglio dato tuttavia con una certa amarezza, visto che "non me lo aspettavo per un colossal in 3D, chiaramente sponsorizzato dalla Nasa", scrive infatti Bignami.

Lo specialista sottolinea qualche imprecisione all'inizio del film, ma soprattutto il fatto che "a rigor di fisica, il film dovrebbe finire qui. Distrutto lo Shuttle dai detriti, non tornerebbe a casa nessuno, ovviamente". Insomma, tutto l'impianto di Gravity è scientificamente infondato.

Non sarebbe possibile per due astronauti viaggiare per (minimo) 150 chilometri nello spazio e mettersi in salvo sulla ISS. "L'impresa è molto di più che chiedere alla vecchia zia Evelina di scalare il K2 a piedi nudi: è un'impossibilità fisica", continua Bignami. Poco credibile tra l'altro anche il fatto che la bella Sandra Bullock sia in Lingerie sotto la tuta, quando in realtà le cose stanno ben diversamente.

Tutto questo rende Gravity un brutto film? Tutt'altro. Perché è "fiction" senza la minima pretesa di coerenza scientifica. Cinema e letteratura non vivono certo di credibilità, ma piuttosto del contrario, di emozioni, di coinvolgimento, di spettacolarità. Gravity da questo punto centra appiano il bersaglio, e poco importa il resto.

Forse ciò che si può recriminare a Gravity è che in qualche modo tenta di far credere agli spettatori che gli eventi mostrati siano realistici, cosa che di certo non si può dire di pellicole come Elysium o Pacific Rim - tanto per fermarsi alla fantascienza più recente.

Un difetto perdonabile. Anzi, anche le discussioni sulla precisione scientifica ci divertiranno, così com'è stato per le esplosioni nello spazio, per i paradossi nei viaggi nel tempo, per le ipotesi sulla ribellione delle macchine, o per il vero significato del numero 42.