Il bambino d'oro, salvato in corner da Eddie Murphy

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a cura di Retronauta

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Nota del curatore. Puoi adorare un brutto film o innamorarti di un pessimo libro. E puoi detestare un capolavoro, naturalmente. Quello che non dovremmo mai fare è cercare giustificazioni "oggettive" a quello che è un legittimo capriccio personale. Anzi, dovremmo rivendicare la libertà di dire "mi fa schifo" e basta, o "lo adoro" per questa e quell'altra ragione. Non ci servono misure assolute, a nessuno di noi.

Oggi il Retronauta celebra questa libertà con Il Bambino d'Oro, un film che io ero felice di aver dimenticato ma che a lui piace nonostante i tanti, innegabili difetti. È quello che vorrei da ognuno di voi e da me stesso, la capacità di riconoscere pregi e qualità di un'opera, separandoli da ciò che ci piace "di pancia". Star Wars Episodio VII ed Episodio VIII, per esempio, hanno generato molti mal di pancia; ma quelle analisi e quelle recensioni che li celebrano come i migliori film della serie (soprattutto l'ultimo) sono difficili da controbattere con argomenti solidi.

Ecco, diventare capaci di dire "hai ragione ma a me (non) piace lo stesso" allora diventa un obiettivo personale. Potrebbe sembrare facile ma non lo è. Ci vogliono disciplina e capacità di ascolto, ma soprattutto dobbiamo superare quella perversione che abbiamo tutti, quella che ci fa sentire obbligati a giustificarci sempre, ad avere un argomento in più del nostro interlocutore. Una perversione, una malattia "da spiegazione" che abbiamo un po' tutti. E che tante volte ci spinge a difendere l'indifendibile, anche quando non ce n'è bisogno. Fate come il Retronauta, che ha saputo elencare i difetti de Il Bambino d'oro e dire che comunque gli piace. E va benissimo così.

Valerio Porcu