Il Padrino. La famiglia Corleone arriva nei giochi da tavolo

Recensione del gioco Il Padrino edito da Asmodee liberamente ispirato all’omonimo film. Gangster, attentati ed affari di famiglia a portata di tabellone, carte e miniature

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a cura di Fabio Paglianti

Lo spirito e l’ambientazione dell’omonimo film si respirano a pieno ne “Il Padrino“ gioco da tavolo con tabellone, carte e miniature che propone una meccanica di piazzamento lavoratori e raccolta risorse classica ma non banale. Il tutto con disegni e riferimenti ben pensati che fanno da sfondo a questa trasposizione in gioco da tavolo di uno dei film cult più famosi al mondo. Un gioco davvero ben realizzato in grado di soddisfare sia i giocatori che amano i prodotti dalla elevata profondità strategica sia chi vuole approcciarsi al genere partendo però da un prodotto già di ottimo livello.

Don Vito Corleone ha deciso di lasciare il ruolo di Padrino e cerca un degno erede, un’abile stratega, senza troppi scrupoli e pronto a tutto per fargli guadagnare abbastanza dollari per ritirarsi a vita privata in santa pace. Avete presente l’offerta che non possiamo rifiutare? È questa!

Cercasi Il Padrino, con esperienza. Astenersi perditempo

Il Padrino è un gioco da tavolo con un meccanismo di fondo estremamente semplice. Poche azioni ma per tutti, ancora meno spazio sul tabellone: per prevaricare gli avversari, serve astuzia nel prevedere le loro azioni e sangue freddo per scegliere quando compiere la scelta più giusta.

 Nova York e Broccolino

Il tabellone di gioco rappresenta l’isola di Manhattan a New York, in un periodo di fiorente rinascita, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ai bordi del tabellone è perfettamente descritta la sequenza di gioco nel suo complesso. Ogni partita è divisa in quattro atti - Il Matrimonio, Il Turco, L’Omicidio di Sonny e Il Tradimento – mentre ogni atto è suddiviso nelle stessa cinque fasi, in cui i giocatori sgomitano per vincere.

Sul tabellone, New York City è chiaramente divisa in sette Territori con all’interno un numero differente di Attività: ciascun offre la possibilità di riscuotere il Pizzo o dalla Attività Lecita o da quella Clandestina.

Ogni giocatore rappresenta il leader della propria famiglia ed esercita la propria leadership sui sette territori della città. Per riuscirci, ha a disposizione quattro azioni possibili: ciascun giocatore sceglie di attuare, rispettando il turno di gioco, l’ordine di queste azioni nel modo che ritiene migliore.

Come detto, ogni atto è contraddistinto da cinque fasi diverse. Si parte con l’Apertura di una nuova Attività in Città: in sostanza, si aggiunge una Attività casuale sul tabellone. Il secondo passo è lo svolgimento degli Affari di Famiglia, la fase centrale del gioco. È costituita da quattro opzioni differenti con cui ogni giocatore attua la propria strategia, a piccoli passi, durante i diversi atti, giostrando i propri “lavoratori”, con molta cautela e discreto acume! 

Con le buone…

Le prime due opzioni di gioco sono costituite dal piazzamento in campo di una delle pedine Familiare – a base tonda, massimo tre per famiglia – o di una delle pedine Picciotti – a base quadrata, massimo quattro per Famiglia (il numero a disposizione di questi ultimi, varia a seconda del numero di giocatori totali).

I Familiari permettono di esercitare il controllo – posizionandoli nel relativo spazio tondo sul tabellone – su uno o più territori della città e – contemporaneamente – riscuotere il Pizzo di ogni Attività Clandestina presente nei territori stessi. Invece, i Picciotti permettono di riscuotere il Pizzo su una sola Attività Lecita (donando lo stesso Pizzo anche alla famiglia che controlla il Territorio che ospita l’attività stessa).

Riscuotendo il pizzo, la propria famiglia incassa dollari e/o risorse, distinte in Armi, Denaro Sporco, Alcol e Narcotici – questi ultimi valgono come jolly nello svolgimento dei Lavori. La terza opzione è – infatti – lo svolgimento di una carta Lavoro: ognuna di queste carte riporta quali risorse sono necessari per completarlo e permette due vantaggi immediati: compiere un’azione speciale sul tabellone – descritta nella carta Lavoro stessa – e incassare un po’ di sani dollaroni (oltre a non dover giocare una delle preziose miniature della Famiglia)

L’ultima azione a disposizione in questa fase, è giocare un Alleato – una miniatura supplementare, con poteri unici – con cui è possibile sovvertire l’andamento del gioco. Da tenere a mente come, nel corso della partita e perfino dello stesso atto, più giocatori potranno controllare lo stesso: attenzione a quando si decide di usarlo.

Questa fase si conclude in modo non simmetrico tra i giocatori: il turno finisce quando viene giocata l’ultima miniatura in possesso della famiglia – quindi chi avere una miniatura in più o giocare tanti lavori permette di allungare il proprio turno rispetto agli avversari.

O con le cattive

La terza fase è la Guerra per il Territorio: in base al piazzamento dei Familiari ogni territorio viene assegnato per maggioranza e la famiglia vincente schiera un Gettone di controllo – fondamentale per i conteggi di fine partita.

La quarta fase è il momento Bustarelle (ebbene sì, c’è anche questo): ricordate gli Alleati citati poco fa? Ebbene, per aggiudicarsi il Sindaco, il Capo della Polizia, il Sindacalista o qualche altra figura di spicco della città, ogni giocatore può “scommettere” una certa somma di denaro, segreta per tutti gli altri giocatori e senza limite. Il maggior offerente sceglierà per primo tra gli Alleati disponibili, a seguire il secondo, il terzo e così via. L’ultimo – il taccagno del gruppo – è automaticamente tagliato fuori dall’asta e non rimane senza alcun Alleato (sono sempre uno in meno dei giocatori totali) ma, d’altra parte, è anche l’unico a non aver speso soldi alla fine del giro Bustarelle.

L’ultima fase è l’immancabile Tributo al Don: in sostanza, ogni giocatore scarta le carte in eccesso dalla mano – con un limite diverso per ogni atto.

La ovvia conclusione

L’obbiettivo del gioco è terminare la partita con il maggior patrimonio in dollari raccolto nel corso della partita. Per mettere insieme la nostra fortuna è però assolutamente necessario riuscire a nascondere i soldi nella nostra valigetta familiare, per poter effettivamente contare (mai termine fu più azzeccato) su di essi a fine partita. Per accumulare il punteggio finale più alto, esistono però anche altre strade. Prima di tutto, a fine partita, il giocatore in vantaggio di controllo su un Territorio, guadagna un ulteriore bonus di cinque dollari. Inoltre, se si è anche leader di lavori svolti di un certo tipo, si guadagna un ulteriore bonus di altri cinque dollari. Si consideri, quindi, che durante la fase del conteggio finale ballano al massimo 35 dollari per i Territori e altri 15 per i lavori.

Commento

In conclusione, Il Padrino – L’Impero dei Corleone è una perfetta sintesi delle meccaniche più care a Lang. Tatticismo esasperato durante i quattro atti senza mai perdere l’obbiettivo strategico di fine partita. Uso di lavoratori, la meccanica della maggioranza per il controllo delle aree di gioco, un pizzico di alea tra carte Lavoro e tessere Attività casuali. Nel complesso, un gioco completo, ben realizzato nella grafica (oltre alle ottime illustrazioni di Karl Kopinski), molto chiara, un compendio di regole semplici ma che permettono diversi approcci. L’interazione tra i giocatori è continua e obbligatoria: lo scontro, più o meno amichevole, nel corso della partita è certo: ogni partita giocata si è conclusa con stragi di incolpevoli miniature. È invece assolutamente determinante riuscire a giocare più azioni nel turno di gioco e rispetto agli avversari, completando lavori o acquisendo alleati con l’asta delle Bustarelle. Come ogni gioco di questa tipologia se al tavolo avete sfidanti troppo contemplativi rischiate di cadere nella “paralisi da analisi” che li affligge ed i turni possono girare anche molto lentamente.

Materiali

Le 34 miniature dei personaggi hanno un discreto dettaglio ma l’unico elemento veramente importante è costituito dal colore della basetta stessa. Menzione d’onore per la figura di Don Vito Corleone e per l’adorabile testa di cavallo mozzata: ottima scelta. La realizzazione delle carte, in carta lucida e coi bordi arrotondati, da un tocco di classe. Pregevoli la qualità del tabellone di gioco e – soprattutto - delle cinque valigie, in metallo, decisamente di ottima fattura. Al di là dei materiali scelti – che solo in parte giustificano il costo totale – è da notare che ogni elemento è effettivamente stato scelto per supportare l’azione di gioco: tutte le scelte cromatiche sono distintive e supportano in modo lineare le meccaniche e lo svolgimento del gioco, aiutando i giocatori e senza mai confonderli.

Gioco indicato per

Appassionati di giochi tattici con poche regole ma scelte molto determinanti. Adatto anche ai giocatori meno esperti ma muniti della volontà di impegnarsi in partite anche lunghe nelle quali pianificare le mosse in maniera corretta ed oculata è fondamentale. Divertente in 1 contro 1, positivamente massacrante in una partita di gruppo.

Contenuto della scatola
  •  1 manuale di gioco
  • 1 tabellone di gioco
  • 1 segnaposto a forma di testa di cavallo
  • 1 miniatura a forma di auto della polizia
  • 34 miniature – incluso Don Vito Corleone
  • 12 tessere attività

  • 44 carte lavoro
  • 18 carte alleato
  • 32 carte merci illegali (Armi, Denaro Sporco, Alcol e Narcotici)
  • 120 carte denaro (suddivise in tagli da 1$, 2$, 3$ e 5$)
  • 45 gettoni di controllo di plastica, suddivisi nei colori delle 5 famiglie mafiose
  • 5 valigie in metallo

Rispolverate la vostra conoscenza della saga de Il Padrino con la trilogia in Blu-ray, o mettete la colonna sonora ufficiale del film come sottofondo per le vostre partite.