L'Uomo che visse nel futuro

Dove si parla di: anelli causali, immigrati ungheresi, streghe e futuri indesiderabili.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

Veniamo dunque al reperto di questa puntata, che è - avevate dubbi? - L'uomo che visse nel futuro firmato da George Pal nel 1960. In un decennio che si prepara a celebrare i fasti della Nuova Hollywood di Altman, Coppola, Cimino & Co., con i suoi brontolii di rivolta stilistica e politica, questo "kolossal a basso costo" (pare sia costato circa 750.000 dollari, non molto per gli standard dell'epoca) appare strano e, a ben guardare, leggermente sinistro.

201708220905327294

È come una dozzinale, e insieme deliziosa, Luna di cartapesta che, però, nasconde un lato oscuro pronto a morderci le chiappe. Eppure tutto concorre a farlo apparire un prodotto del più genuino mainstream, a partire dal suo protagonista: il mascelluto australiano Rod Taylor, saldo e positivo modello di eroe avventuroso, che al principio dei Sixties, ha già consumato tante imprese belliche-western-romantiche, sfiorato solo una volta dalle ombre del crepuscolo, nella Twilight Zone di Rod Serling (nell'episodio And When The Skies Where Opened, 1959). All'epoca era ancora ignaro dell'incubo hitchcockiano che lo attende ne Gli uccelli (1963).

Il suo personaggio, il Viaggiatore del Tempo di Herbert George Wells (perché naturalmente è dal suo The Time Machine (1895) che la pellicola è tratta) dovrebbe rimanere anonimo, ma lo sceneggiatore David Duncan, egli stesso autore di alcuni pregevoli romanzi che forse avremo modo di incontrare, gli affibbiò proprio il nome George in omaggio (oltre che al regista del film) al padre della fantascienza moderna. Non fu la sola libertà che si prese.

La trama concepita da Wells, che prende il via negli stessi anni in cui fu scritta, racconta un'escursione in un remoto futuro nel quale l'umanità ormai degenerata si è divisa in due schiere, gli sfaccendati e vacui Eloi (i molli aristocratici vittoriani), che vivono in superficie, e i laboriosi - ma mostruosi e cannibali - Morlock (la classe operaia), i quali si celano nelle profondità della terra nutrendosi dei loro pigri "cugini".

2ylsqa0

Il Viaggiatore si invaghisce di Weena, un'Eloi, che però è destinata a morire lasciandolo solo e sconsolato nel prosieguo della sua esplora­zione verso un futuro ancora più lontano. È così che troverà dapprima il nostro mondo avvolto in sinistri licheni e abitato da animali mostruosi e, ancora più in là, mutato in un pianeta morto, deserto e gelido che sprofonda lentamente nelle tenebre:

"Un attimo dopo soltanto le pallide stelle erano ancora visibili. Tutto il resto era oscurità senza alcun raggio di luce. Il cielo era totalmente nero".

La fine dell'intero universo, si direbbe. Duncan non poteva certo permettersi di somministrare al pubblico americano un finale così deprimente, quindi lasciò in vita la Bella Bambolona Bionda (l'attrice Yvette Mimieux, in realtà un'eccellente antropologa nonché imprenditrice di suc­cesso) e consentì a George di tornare da lei, dopo un breve inter­mezzo nel "presente"...