John Cameron Mitchell da The Sandman si dice pronto per The Invisibles

John Cameron Mitchell si dice pronto a una possibile parte in una potenziale serie TV di The Invisibles, di Grant Morrison.

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a cura di Rossana Barbagallo

Benché le sorti di The Sandman su Netflix siano ancora piuttosto incerte, sembra che al momento non vi siano limiti al gradimento del pubblico per la serie TV live action tratta dai fumetti di Neil Gaiman. E, al netto della pioggia di critiche inerenti al cast che è caduta su The Sandman nelle prime battute da parte di fan eccessivamente intransigenti, un elemento in particolare sembra aver messo d’accordo un po’ tutti coloro che hanno apprezzato la serie: la scelta degli interpreti e la loro performance in scena. Tra questi non è passato inosservato John Cameron Mitchell, interprete di Hal Carter, che ha sicuramente dato prova di un grande talento. A questo proposito, non è improbabile rivedere Mitchell in altre possibili trasposizioni e lo stesso attore si è detto disponibile a rivestire un ruolo in un’eventuale live action di The Invisibles, di Grant Morrison.

Il lavoro di Neil Gaiman secondo John Cameron Mitchell

Che Sandman di Neil Gaiman faccia suo l’approccio unico e originale dell’autore, non è un mistero. La serie a fumetti firmata dall’autore britannico e pubblicata da Vertigo è un concentrato onirico di miti, leggende e umana realtà e proprio a proposito del lavoro svolto da Neil Gaiman, ha detto la sua anche John Cameron Mitchell, attore che interpreta Hal Carter nella serie The Sandman. Hal è il proprietario dell’abitazione presso cui prende temporanea dimora Rose Walker ed è anche la drag queen di nome Dolly Lamour che si esibisce in spettacoli canori nei locali del posto: dietro l’interpretazione di Mitchell, ha di certo lasciato il segno nella serie live action.

Ai microfoni di comicbook.com, John Cameron Mitchell ha recentemente parlato del suo amore per Sandman, scaturito grazie anche all’approccio narrativo utilizzato da Neil Gaiman, che traendo ispirazione da miti, leggende e tradizioni, si avvicina ai fumetti con modalità differenti da altri autori fantasy:

È interessante perché le principali serie di fumetti per adulti, quelle seminali, erano Sandman, Watchmen e The Invisibles. Sono usciti principalmente negli anni '90 o alla fine degli anni '80, e hanno rivoluzionato i fumetti e, naturalmente, hanno generato un migliaio di altri titoli che sono stati ispirati da loro. Neil è diventato il loro Joseph Campbell in un certo senso. Ha preso tutti questi miti e ne ha ricavato delle narrazioni. Non proveniva, diciamo, da un approccio simile a quello di George Martin in cui a volte sembra che l' “hardware” sia più importante del “software”, se si capisce cosa intendo. Neil è sempre stato interessato alla mitologia in quanto legato a miti molto umani e moderni, mentre George Martin è un po' più simile a Beowulf. Non entra troppo nella psiche dei personaggi, giusto? Non è esattamente il mio genere.

E per quanto riguarda The Invisibles?

È stato inoltre chiesto all’attore che interpreta Hal se fosse interessato a partecipare a un’altra trasposizione di uno dei fumetti classici da lui citati, per lungo tempo considerati poco adatti a essere filmati. Mitchell si è detto particolarmente affine a The Invisibles, di Grant Morrison, non solo come eventuale interprete ma addirittura come potenziale scrittore della serie. The Invisibles, complessa e innovativa serie a fumetti pubblicata tra il 1994 e il 2000 da Vertigo, parla di una società segreta di cui fanno parte gli Invisibili, agenti che si oppongono al potere occulto di una cerchia di alieni chiamati Arconti, che cercano di controllare l’umanità attraverso la manipolazione della politica e dell’informazione.

Penso che sarei pronto a scrivere una serie TV per The Invisibles. Una volta il mio produttore mi ha detto di dover perseguire un tale obiettivo. Divento un po' diffidente con le cose che costeranno troppi soldi perché più soldi significano più problemi, più manipolazioni per denaro ed effetti, e diventa semplicemente ingombrante. Così non mi sono mai addentrato in questo. In The Invisibles il volume più famoso e forse memorabile si chiama Apocalipstick: parla di un membro trans del gruppo di supereroi di nome Lord Fanny, ovvero questo ragazzo brasiliano nella tradizione di Candomblé, che è una specie di religione afro-brasiliana che ha a che fare con la morte. È un libro incredibile. Già solo questo sarebbe una trasposizione incredibile, e fa sicuramente eco a Hedwig and the Angry Inch in modo più profondo, tipico della tradizione sciamanica, che trovo affascinante. Forse essendo cresciuto supercattolico, ho ancora l'idea del rituale in me.