La Fantastica Signora Maisel 4, recensione

La Fantastica Signora Maisel 4, la nostra recensione completa della quarta e penultima stagione della serie Prime Video.

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a cura di Francesca Sirtori

Abbiamo avuto modo di parlare in anteprima, qualche settimana fa, dei primi due episodi de La fantastica Signora Maisel 4, quella che apparentemente è la penultima stagione della serie. Un finale di stagione che ci lascia con qualche dubbio, non solo e non tanto per il contenuto in sé degli episodi finali stessi, quanto per la nostra percezione complessiva della stagione appena conclusa su Prime Video. Alcuni elementi sono evidentemente cambiati rispetto alle stagioni precedenti tuttavia non stiamo parlando delle modalità di recitazione e di concezione dell'intera sceneggiatura. Amy Sheridan-Palladino ormai è una certezza in questo senso e porta la sua firma e il suo stile in tutti i suoi prodotti, da Una mamma per amica in poi fino a questa acclamata serie.

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La Fantastica Signora Maisel 4, nuove avventure lavorative...

Quello che diciamo agli uomini passa attraverso un assurdo filtro maschile che noi donne non abbiamo [...]. Il mio problema è sempre il linguaggio, ma non è per quello che dici, è per dove sei quando ti capita di dirlo e per chi c’è intorno quando dici quello che dici nel posto in cui ti trovi.

Se gli uomini secondo Miriam hanno dei filtri, lei invece non ne ha più alcuno. Nemmeno la cauzione pagata per tirarla fuori dal carcere la interrompe nel bel mezzo di uno dei suoi one-woman show che non si esime dal tenere anche in gattabuia. Lo abbiamo detto dopo la nostra prima occhiata ai due episodi di apertura di questa stagione de La Fantastica Signora Maisel 4: Miriam non ha più alcun freno nel suo linguaggio e nel suo modo di porsi. Sboccata, irriverente, non solo il suo personaggio ma anche la presenza costante del burlesque, nuovo elemento parecchio osé, soprattutto rispetto ai morigerati costumi ebraici. I suoi spettacoli le danno anche delle gatte da pelare sin dall’inizio di questa stagione, e a essere incensurata ormai non è solo più la sua amica e compagna di viaggio Susie Meyerson, la quale diventa un po' più indipendente nel corso di questi episodi, da un punto di vista lavorativo.

Susie infatti riesce ad aprire una sua agenzia, la Susie Myerson and Associates, promuovendosi come agente di comici di spettacolo, ma che attualmente riesce solo a seguire Miriam, quantomeno in veste professionale, e che punta ad ampliare le sue collaborazioni con altri piccoli comici, come James, un giovane di origini afroamericane che incontra in un locale per caso. Questo però avviene dopo che il suo coinquilino, Jackie, è stato trovato morto nell'appartamento che condivideva con lui, uno shock che la manderà fuori di testa per qualche tempo. Tanti cambiamenti lavorativi, che tangono non solo Susie, ma anche Miriam sta cercando di farsi strada tra un burlesque e l'apertura di uno show televisivo condotto da Sophie Lennon, nota conduttrice che riesce a catalizzare l'attenzione del suo pubblico e fa di tutto per mantenere il suo ruolo di primadonna, a scapito di Miriam. Nuove avventure lavorative anche per il padre di Miriam, Abe Weissman, il quale ha trovato un nuovo lavoro come giornalista, non sempre è soddisfatto dei suoi nuovi incarichi e ancor meno viene apprezzato per alcune recensioni che rilascia e in grado di destare il disappunto della comunità ebraica alla quale appartiene tutta la famiglia di origine di Miriam, nonché del suo ex marito, Joel.

Non mancano le novità nemmeno per quest'ultimo, il quale gioca sicuramente un ruolo comunque secondario nella trama principale, tale quasi da seguire un suo subplot. Maturando sempre più problemi nella relazione con Mei, la giovane donna di origini cinesi, perché non riesce a presentarla alla famiglia, e che rimane incinta proprio mentre sta cercando di concludere i suoi studi per diventare medico. Una situazione che rende ancora più difficile il momento dell'incontro, sempre rimandato, ma i due hanno ormai deciso di sposarsi proprio per via dell'arrivo del pargolo.

...stesso stile recitativo e leggerezza della trama

Due sono le problematiche principali La Fantastica Signora Maisel 4: da un lato, la recitazione, sempre più teatrale, che in questi episodi accarezza spesso gli stilemi del teatro dell'assurdo, con parecchie, esagerate ripetizioni nei dialoghi e messinscena di situazioni reiterate che si intorcinano su sé stesse, dilungando gli episodi in maniera esponenziale e, oseremmo dire, spesso non necessaria. Dall'altro lato, la superficialità con cui vengono trattati i temi nella trama, che lancia solo frecciatine mai approfondite su temi al contrario parecchio importanti, come le questioni razziali tra la comunità ebraica e cinese, i sempre presenti stereotipi tra percezione dell'uomo e della donna nella società, o ancora il breve accenno alla presunta omosessualità di Susie. Niente di tutto questo viene mai approfondito, rimanendo di sfondo sulla scena che viene lasciata alla rappresentazione di quello che ormai si divide tra cabaret e musical, a seconda della costruzione e rappresentazione di determinate scene.

Godibilissimo dunque come prodotto seriale per chi è alla ricerca di un titolo per nulla impegnato e impegnativo, ma che diventa spesso difficile da seguire e quasi da sopportare per le eccessive ripetizioni dialogiche. Una signora Maisel, a breve non più l'unica se consideriamo la volontà di convolare a nozze tra Joel e Mei, che non è più così fantastica forse. Tanti erano i punti di forza narrativi che non sono stati sfruttati, per dare la precedenza a refrain che tornano in maniera poco originale, come i riferimenti anche alla politica statunitense del tempo. Se nella terza stagione avevamo visto Miriam tenere uno show con il performer Shy Baldwin di fronte all'esercito americano, ora è in occasione di una raccolta di fondi tenuta nientepopodimeno ché da Jackie Kennedy, moglie del futuro presidente John Fitzgerald, all'epoca in corsa per la Casa Bianca. Anche qui, solo un accenno al periodo storico e politico dell'epoca, niente più, solo un pretesto.

Un pretesto anche per parlare, in occasione di questo evento, del breve incontro che Miriam ha avuto con un uomo che rimane ignoto ed è interpretato da Milo Ventimiglia, una breve comparsa nel settimo capitolo che però rimane lì, senza sfruttarlo ulteriormente. Perché ingaggiare un attore noto senza dargli ulteriore valore? Ci auguriamo che questa sua breve entrata in scena non finisca qui, altrimenti sarebbe davvero un buco nell'acqua di non poco conto, oltre che nonsense.

La Fantastica Signora Maisel 4: in conclusione

Una stagione che si pone come preludio agli ultimi colpi di scena di questa serie, dove sono tanti i refrain stilistici e linguistici. Tra questi, rimangono dunque i frequenti accenni alla religione, tra citazioni bibliche e riflessioni, e la focalizzazione sulla dicotomia tra la buona borghesia newyorkese dell'epoca e i locali pieni di uomini (e stavolta anche di donne provocanti e in abiti succinti, ammesso che ne indossino) dove recita Miriam. Permangono anche i rapporti tra Miriam e la sua famiglia con quella dell'ex marito Joel, per via dei figli nati dal loro matrimonio e che ora dovranno fare i conti con la loro "matrigna", Mei.

Passa sottotono anche il drastico cambiamento che la presenza di Miriam porta tra le donne del burlesque, le quali desiderano essere maggiormente considerate e apprezzate, una delle tante occasioni di rivendicazione dei diritti femminili che tendono ad assumere toni a volte fastidiosi e pruriginosi per la loro eccessività, se contestualizzati in un'epoca come quella in cui viviamo, dove l'accento vorrebbe essere posto più sull'uguaglianza e parità di genere. Qualche dubbio e incertezza dunque nella nostra valutazione di questa quarta e penultima stagione, considerando soprattutto i presupposti narrativi  per la stagione finale di cui siamo stati spettatori. Un finale... "da infarto".