La Mia Fuga Alcolica - Scappando Dalla Realtà, recensione: un dolore silenzioso

La Mia Fuga Alcolica - Scappando Dalla Realtà edito da J-POP è il nuovo lavoro autobiografico di Kabi Nagata.

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a cura di Beatrice Villa

J-POP
propone ai lettori una nuova storia scritta e disegnata dall’ormai famosa Kabi Nagata. Il titolo di questa nuova opera è La Mia Fuga Alcolica - Scappando Dalla Realtà e ancora una volta si tratta di un ritratto ironico, talvolta disarmante e profondamente riflessivo della vita della mangaka,
questa volta alle prese con una seria dipendenza: quella alcolica. Quindi dopo La mia prima volta - My Lesbian Experience With Loneliness in cui Nagata ci parlava principalmente dei problemi di salute mentale e della sua omosessualità e Lettere A Me Stessa, in cui si rivolgeva a sé stessa come se stesse scrivendo un diario ricco di pensieri soggettivi, in La Mia Fuga Alcolica - Scappando Dalla Realtà continua a rivelare sé stessa, le sue fragilità e la sua esperienza con l’alcol come fuga dalla realtà.

“Questo è il racconto di una mangaka sulla trentina, alcolizzata e con problemi mentali, che dal 7 ottobre 2018 è stata ricoverata per venti giorni per pancreatite acuta e steatosi epatica causate dal consumo di alcol. Inoltre... è la storia di come, alla fine, ha deciso di farne un manga."

La Mia Fuga Alcolica - Scappando Dalla Realtà: il ritratto duro e ironico dell’alcolismo

La Mia Fuga Alcolica - Scappando Dalla Realtà è il racconto autobiografico di quando Kabi Nagata si è resa conto di avere un serio problema con l’alcol tanto da finire ricoverata per pancreatite acuta e steatosi. Nel manga l’autrice descrive con un umorismo reale, onesto e disarmante la sua rapida discesa nell'abuso di alcol, la terapia a cui si è dovuta sottoporre nonché le conseguenze fisiche e psicologiche di questa dipendenza. È una storia semplice ma anche profondamente complessa quella che Nagata ci propone ancora una volta, una storia che va a toccare ciò che di più indicibile risiede all’interno della mente umana. Già in Lettere A Me Stessa la mangaka aveva parlato ai suoi lettori dei suoi problemi con l’alcol e del suo conseguente ricovero. Ma la situazione peggiorò nel 2018.

Tutto incominciò quando Nagata cadde nel così detto blocco dello scrittore: non riusciva più a disegnare e non aveva idee, voleva cambiare stile di disegno ma soprattutto non voleva ricadere ancora una volta in un manga autobiografico per non recare altro dolore ai suoi genitori. Piena di sensi di colpa e non avendo altro modo per alleviarli, ecco che la donna scopre il sollievo che l’alcol può dare. Inizia a frequentare i bar e a diventarne cliente abituale, dopodiché porta il bere anche a casa fino a quando il suo corpo non ce la fa più. Dopo il ricovero alla donna viene imposta una dieta rigorosa che non include cibi grassi o alcol a meno che non voglia rimanere più o meno completamente incapace per il resto della sua vita, di mangiare o digerire qualsiasi cosa. E questo non è un regime temporaneo ma Nagata dovrà seguire questa dieta per il resto della sua vita e continuare a prendere farmaci regolarmente.

Una situazione non facile da accettare, che porta la donna a dovere affrontare dei seri cambiamenti e a rivalutare completamente non solo il suo stile di vita ma la sua vita stessa. E non sarà facile. Perché uscire da una dipendenza è molto più difficile che entrarvi.

Accettare di avere una dipendenza

La Mia Fuga Alcolica - Scappando Dalla Realtà è una rappresentazione fedele e ironica di che cosa vuol dire essere dipendente dall’alcol e usarlo come via di fuga dai problemi ma anche dalle gioie della vita reale. Tutto ruota intorno all’alcol: le emozioni, gli stati d’animo, la routine stessa e la vita. Nagata non nasconde nulla e ci delinea un quadro completo di che cosa significa essere un'alcolizzata esattamente come aveva delineato benissimo il suo essere depressa e i suoi problemi mentali nelle precedenti opere. Ci provoca dolore sapere quanta sofferenza ha dovuto patire l'autrice, nonostante la storia sia scritta in modo ironico, divertente e qualche volta le vignette ci strappano una risata.

La Mia Fuga Alcolica - Scappando Dalla Realtà riguarda soprattutto le conseguenze della dipendenza, che cosa significhi convivere con essa, l'affrontare i cambiamenti della vita, provare gioia quando si scopre finalmente che cosa si può mangiare e che questo è buono e può dare soddisfazione, ma anche la tristezza, il senso di vuoto che ti prende quando raggiungi il limite, quando nonostante tutti i tuoi sforzi, anche quando prendi di nuovo in mano la matita e ricominci a disegnare, nulla sembra cambiare. E allora che senso ha smettere? Al di là dello stile grafico, dei disegni divertenti, creati apposta per enfatizzare ancora di più lo stato emotivo interiore dell’autrice, c’è molto dolore all’interno di queste pagine in cui scorgiamo due Nagata: quella che vuole smettere e ritornare in possesso della sua vita, e quella che non ce la fa più a lottare e vorrebbe arrendersi.

Eppure c’è anche molta speranza, quella che arriva a fine giornata, quando Nagata si ricorda delle parole che una collega le rivolse non tanto tempo addietro. L’autrice riesce a trovare la forza di rialzarsi. È un chiaro messaggio quello che vuole trasmettere: quando si è soli abbiamo perso in partenza. Una dipendenza è più grande di noi, ma se abbiamo qualcuno al nostro fianco che ci supporta, ma soprattutto quando la smettiamo di volere a tutti i costi dare piacere agli altri ignorando noi stessi (in questo caso il senso di colpa che Nagata prova nei confronti dei suoi genitori che l’ha portata a tutti i costi a volere scrivere una fiction non un'altra storia autobiografica causandole così il blocco e la fuga nell'alcol) ecco che le cose possono iniziare a migliorare.

Nagata non si rivolge solo a se stessa ma a tutti coloro che lottano ogni giorno contro le malattie mentali: come i lavori precedenti anche La Mia Fuga Alcolica - Scappando Dalla Realtà un manga davvero ispirante.

Lo stile grafico

Come per i suoi lavori precedenti anche in questo caso lo stile fumettistico di Nagata è diverso dagli altri manga. È originale, espressivo e realistico nonostante in ogni tavola vengano utilizzati solamente disegni abbozzati e un tratto, in questo caso, di colore arancione.

I disegni tendono a rendere ancora più percettibili le emozioni e i sentimenti che l’autrice sta provando in un certo momento della storia. Più marcati ed enfatici nei momenti di stress emotivo in cui nella vignetta è mostrato un primo piano del suo viso carico di disperazione. Anche i momenti meno consoni quali nausea, dolore e febbre sono sempre rappresenti come caricature di cartoni animati. L’unica cosa un po’ straniante la vista è proprio la scelta di questo arancione evidenziatore. Anche se ritengo sia un colore perfetto per il contenuto e per la dipendenza alcolica, il rosa utilizzato nei precedenti lavori era più riposante da vedere.