La Principessa e il Ranocchio compie 12 anni: tutte le curiosità

Un film divenuto classico l'11 dicembre 2009: La Principessa e il Ranocchio. Tutte le curiosità sul film d'animazione Disney.

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a cura di Rossana Barbagallo

In genere, le fiabe raccontano che, al bacio della principessa, il ranocchio si trasforma in un principe. Le cose non vanno però sempre come previsto e i protagonisti di questo classico Disney lo sanno bene, dopo essere stati tramutati entrambi in... ranocchi. La Principessa e il Ranocchio è il film d’animazione che racconta questa divertente quanto tenera storia fatta di sogni e amore, ambientata tra le strade di New Orleans e il bayou della Lousiana. Diretto da Ron Clements e John Musker (già registi di numerosi altri lungometraggi animati), esso si inserisce nel “canone” dello studio d’animazione come il 49esimo Classico Disney e il primo titolo di quello che viene considerato come “Secondo Rinascimento Disney”. Il debutto in sala de La Principessa e il Ranocchio è datato 11 dicembre 2009 e oggi, nel festeggiare i suoi 12 anni da quella prima proiezione, ne scopriamo insieme i dettagli e le curiosità.

La trama

New Orleans, 1926. Tiana è una giovane, aspirante chef che coltiva un sogno condiviso con il padre sin da piccola: avviare un ristorante tutto suo in cui cucinare le prelibatezze della cucina cajun. Per realizzarlo, sta risparmiando ogni singolo centesimo guadagnato grazie ai due lavori che svolge quotidianamente come cameriera, faticando senza concedersi un giorno libero pur di acquistare un ex zuccherificio da convertire in ristorante. Intanto, è giunto in città Naveen di Maldonia, principe squattrinato i cui genitori gli hanno tagliato i viveri poiché sfaccendato e dedito solamente alle donne e al divertimento: allettato dalle suadenti promesse dello stregone voodoo Dottor Facilier, Naveen viene ingannato e trasformato in un ranocchio.

È durante una festa in maschera per il martedì grasso, organizzata dal ricco Eli “Gran Papà” La Bouff e la figlia Charlotte, che Naveen incontra Tiana: vestita da principessa, il principe crede che lei lo sia davvero e le chiede un bacio per tornare al suo aspetto normale, con la promessa che la ricompenserà con grandi ricchezze utili all'apertura del suo ristorante. Dato che Tiana non è però una vera principessa, il bacio trasforma anche lei in una ranocchia. Nell'involontario esilio che attende Tiana e Naveen nelle paludi del bayou, incontreranno tuttavia due inaspettati amici, l’alligatore e musicista Louis e la lucciola Ray, che li condurranno al cospetto di Mama Odie, sciamana voodoo in grado di aiutarli a riconquistare l’umanità.

Un ritorno alle origini

Con i suoi disegni interamente realizzati a mano e le animazioni che, seppur supportate dalle nuove tecnologie, non fanno uso del 3D, La Principessa e il Ranocchio decreta il ritorno alle tecniche d’animazione classiche che hanno reso tanto celebre la Disney e il ribaltamento di una situazione che ha segnato la casa d’animazione per lunghi anni con insuccessi e flop economici. Come si è giunti, tuttavia, al successo di questa pellicola d’animazione e al Revival Disney? Facciamo alcuni passi indietro. È il 1989 e i cinema statunitensi sfoggiano ovunque la locandina di un film destinato a fare da apripista a un decennio di animazione Disney spettacolare e immortale: La Sirenetta. A esso, si susseguono uno dopo l’altro classici che rimarranno per sempre impressi nella memoria di grandi e piccini, ovvero Bianca e Bernie, La Bella e la Bestia, Aladdin e il Re Leone, seguiti da Pocahontas, Il Gobbo di Notre Dame, Hercules, Mulan e Tarzan, titolo che chiude il decennio nel 1999.

Alle porte del nuovo millennio e per diversi anni a seguire, la casa d’animazione non ottiene però i risultati sperati. Dinosauri, Lilo & Stitch, Le Follie dell’Imperatore e Koda, Fratello Orso rappresentano i soli veri successi cinematografici di questo periodo, tuttavia titoli come Atlantis, L’Isola del Tesoro o Mucche alla Riscossa si rivelano dei flop al botteghino. Non basta nemmeno indirizzarsi verso le nuove tecniche d’animazione in 3D grazie alla CGI, per far risollevare i numeri sui grafici fino ai risultati sperati: Chicken Little – Amici per le Penne, I Robinson – Una Famiglia Spaziale e Bolt – Un Eroe a Quattro Zampe ricevono solo una tiepida accoglienza. È il 2006 l’anno in cui Disney acquisisce Pixar e la dirigenza passa nelle mani di Ed Catmull e John Lasseter, i quali spingono per un rinnovamento con la realizzazione di un prodotto in grado di far rivivere gli anni di gloria della società.

A chi affidare un compito tanto arduo se non a due veterani Disney? È soprattutto John Lasseter a volere fortemente un ritorno alle origini per lo studio e contatta così Ron Clements e John Musker (Basil L’Investigatopo, La Sirenetta, Aladdin, Hercules, Il Pianeta del Tesoro) per la regia del nuovo titolo che dovrà risollevare le sorti dello studio d’animazione, insieme allo storico compositore Alan Menken per la realizzazione della colonna sonora. Nonostante le dichiarazioni della Disney degli anni precedenti relative a un abbandono delle tecniche d’animazione tradizionali in favore del 3D, Lasseter lascia decidere ai due registi la direzione migliore da intraprendere: Clements e Musker si dirigono quindi verso le tecniche classiche, basando il loro progetto sulla fiaba dei fratelli Grimm Il Principe Ranocchio con una commistione di elementi tratti dal romanzo di E.D. Baker, Incantesimi, Baci, Ranocchi e Principesse. Lo staff include anche veterani del calibro di Andreas Deja (animatore di Roger Rabbit, Scar, Gaston ed Hercules) e Eric Goldberg (il Genio in Aladdin o Phil in Hercules).

New Orleans, il jazz e quei classici che hanno fatto scuola

Uno dei segreti del successo de La Principessa e il Ranocchio (disponibile nella versione da collezione a questo link) è probabilmente la sua originalità. Benché la fiaba dei Grimm sia di stampo europeo, Clements e Musker decidono infatti di dare alla trama un tono d’oltreoceano che sfrutti il taglio musicale dei film d’animazione Disney per unire i due elementi in un’ambientazione che fa della musica la sua firma culturale. La Principessa e il Ranocchio viene quindi contestualizzato nella New Orleans degli anni ’20, tra jazz, cucina creola e magia (soprattutto voodoo). I due registi vogliono non solo imprimere un carattere “americano” alla pellicola, ma anche calare la trama in una location in cui la magia rappresenti un elemento sotterraneo del luogo e in un certo senso tendono anche a far felice Lasseter, che ama New Orleans e la considera la sua città preferita. In questo contesto, anche la protagonista del film rappresenta una novità: Tiana è infatti la prima principessa Disney afroamericana ad apparire sugli schermi, ma non solo. Si tratta forse anche della prima ragazza ad anteporre i suoi sogni di realizzazione personale alla ricerca del vero amore, faticando con estrema solerzia per costruire il futuro che sogna da sempre, una vera donna emancipata che sa con precisione cosa vuole dalla vita.

Forse non tutti sanno che, a questo proposito, Ron Clements e John Musker vengono ispirati da una figura reale e celebre di New Orleans: la chef Leah Chase, la quale ha coronato il suo sogno di aprire un ristorante di grande successo, progetto che ha realizzato insieme al marito, proprio come i protagonisti de La Principessa e il Ranocchio, Tiana e Naveen. Il buon cibo è ciò che unisce le persone, come dice anche il padre di Tiana, tuttavia anche la musica è in grado di legare gli animi. In questo senso si inserisce la figura di Randy Newman, compositore della colonna sonora del film. Se inizialmente infatti Lasseter affida l’incarico ad Alan Menken, il dubbio che possa produrre delle musiche un po’ ridondanti e troppo simili a quelle dei precedenti film, spinge il dirigente verso un’altra scelta. Newman è infatti cresciuto a New Orleans ed è un compositore jazz: chi meglio di lui può portare le giuste note in un film d’animazione simile? È così che si inseriscono gli 8 brani che compongono la colonna sonora de La Principessa e il Ranocchio, ricevendo due nomination agli Oscar per la miglior canzone originale.

Una fiaba di un ranocchio che si trasforma in principe ricevendo il bacio di una principessa; una città americana ricca di vita, di musica, cibo ed energia; una storia di emancipazione che in un certo senso spezza i canoni tradizionali. Tutto questo ispira alla realizzazione de La Principessa e il Ranocchio, ma non solo. Clements e Musker intendono rendere il film d’animazione quanto più aderente ai classici del passato prendendo questi ultimi come esempio. A fare da riferimento per i disegni e le animazioni vengono quindi in aiuto degli autori Lilli e il Vagabondo, che i due registi reputano “l’apice dello stile Disney”, ma anche La Carica dei 101 e La Bella Addormentata nel Bosco, applicando però linee più spigolose e stilizzate alle illustrazioni per il nuovo film. Le scene ambientate nel bayou sfruttano lo stesso stile naturalistico dei fondali di Bambi, mentre le figure di Tiana e Naveen trasformati in ranocchi prendono spunto dalle linee e i movimenti del Grillo Parlante di Pinocchio. Una dichiarazione d’amore per i classici che hanno fatto la storia della Disney, insomma, sulla base della predilizione per le linee, più che per i volumi (come invece accade nella CGI), che porta a un risultato definito eccellente all'unanimità.

La Principessa e il Ranocchio: tutte le curiosità

Per la produzione de La Principessa e il Ranocchio vengono impiegati ben tre anni e mezzo di duro lavoro, che comprende ovviamente anche il casting e il doppiaggio. Al lavoro su quest’ultimo, troviamo Anika Noni Rose nel ruolo di Tiana, Bruno Campos in quello di Naveen, John Goodman è Eli "Gran Papà" La Bouff, Jennifer Cody la figlia Charlotte La Bouff, mentre Jim Cummings, Peter Bartlett e Jenifer Lewis sono rispettivamente Ray, Lawrence e Mama Odie. A questo proposito alcuni aspetti risultano piuttosto interessanti: Eudora, la madre di Tiana, è doppiata da Oprah Winfrey, la quale è talmente entusiasta del progetto proposto da Clements e Musker durante un viaggio a Disneyland da chiedere di farne parte; il Dottor Facilier invece è doppiato dall’attore Keith David, che presta al personaggio non solo la voce, ma anche l’ispirazione per le sue movenze. Inoltre, La Principessa e il Ranocchio è uno dei pochi film Disney a utilizzare le stesse voci, nella sua versione originale, sia per il parlato che per il cantato. Per la parte di Tiana diverse cantanti celebri sono risultate come nomi papabili per il casting: Jennifer Hudson, Alicia Keys e perfino Beyoncè. Nella versione italiana troviamo invece alcuni nomi noti al doppiaggio come Karima Ammar, Luca Ward, Luca Laurenti, Pino Insegno e Sergio Cammariere.

Come nei classici Disney che si rispettino, anche La Principessa e il Ranocchio possiede la sua buona dose di citazioni ed easter egg. Il Dottor Facilier, ad esempio, è ispirato nell'aspetto e nell'abbigliamento al Baron Samedi, divinità voodoo e traghettatore dei morti. Le ragazze che circondano il principe Naveen al suo arrivo a New Orleans sono caricature di alcune donne che lavorano realmente ai Walt Disney Animation Studios e persino sul tram da cui salta giù Tiana a un certo punto troviamo il codice A113, il numero dell’aula in cui molti dei grafici Disney hanno studiato alla California Institute of the Arts. In una sequenza è possibile trovare poi per alcuni frame anche la celebre Maga Magò, quando l’alligatore Louis ne imita le sembianze nel descrivere Mama Odie.

Dopo una lunga produzione, La Principessa e il Ranocchio debutta finalmente nei cinema statunitensi l’11 dicembre 2009, con un’accoglienza abbastanza calorosa. A fronte di un budget di circa 100 milioni di dollari, il film d’animazione Disney registra incassi al botteghino per 270 milioni di dollari e critiche tendenzialmente positive da parte della stampa di settore. Non il successo strepitoso che altre pellicole Disney in precedenza avevano ottenuto, ma quantomeno un ritorno in grande stile per lo studio d’animazione che può contare su questo titolo per dare il via a un nuovo “periodo d’oro”. Il Secondo Rinascimento Disney prende dunque il via, sebbene non proprio tutti siano entusiasti de La Principessa e il Ranocchio. Il film riceve infatti accuse di razzismo, da parte della comunità afroamericana,  la quale pone l’accento su diversi aspetti presenti al suo interno.

Già durante le prime presentazioni del film, quando esso si trova ancora a uno stato “embrionale” nel 2006, la comunità afroamericana gli si scaglia contro. Il titolo iniziale, La Principessa Ranocchio, il nome “Maddy” della protagonista, troppo simile a “Mammy”, l’occupazione di domestica al servizio di una ricca famiglia bianca, sono solo le micce di un fuoco destinato a essere alimentato da nuove accuse all'uscita del film. Se infatti Disney corre ai ripari modificando il titolo, il nome della giovane protagonista in Tiana e la sua professione in cameriera in una tavola calda, nuovi elementi sembrano scatenare le ire di quanti rintracciano offese alla propria cultura. Il voodoo, ad esempio, inserito ne La Principessa e il Ranocchio come discutibile pratica magica anziché aderire più alla realtà in qualità di vera credenza religiosa; la carnagione “più chiara” del principe Naveen rispetto a quella di Tiana; o ancora la scelta, a detta di molti, poco rispettosa di ambientare la storia a New Orleans poco dopo la catastrofe dell’uragano Katrina, che ha distrutto gran parte della città soprattutto nei quartieri neri.

Nel 2018 la principessa Tiana continua a far parlare di sé quando, nel comparire all'interno del film Ralph Spacca Internet, si presenta con un aspetto piuttosto differente da quello originale, con una carnagione decisamente più chiara (aspetto che è stato modificato successivamente alle critiche che ne sono conseguite). Oggi, qualcuno potrebbe trovare alcune di queste polemiche persino più fondate che nel 2009, mentre altri potrebbero rintracciare in esse solo pedanti cavillosità. Quel che è certo, è che La Principessa e il Ranocchio ha rilanciato in qualche modo la tradizione Disney ed è diventato esso stesso un nuovo classico capace di introdurre nella cultura pop una nuova figura, quella della principessa Tiana, dalla grande determinazione e voglia di lavorare sodo per realizzare i propri sogni. Una pellicola che diverte, intrattiene, insegna  e che ancora oggi viene, a buon diritto, apprezzata.