Lo Squalo, l'anniversario della tensione nelle acque cinematografiche

Il cinema è cambiato per sempre il 20 giugno 1975, con l'uscita de Lo Squalo di Steven Spielberg: dettagli e curiosità nel giorno del suo anniversario.

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a cura di Rossana Barbagallo

Con Lo Squalo (Jaws) si potrebbe dire che è avvenuta la consacrazione non solo del suo regista, Steven Spielberg, fino ad allora ancora pressoché sconosciuto al grande pubblico; ma anche di un intero filone filmico che ha ispirato (con risultati più o meno riusciti) numerose altre pellicole che ne hanno seguito la scia. Il film di Spielberg, uscito in sala negli Stati Uniti esattamente 46 anni fa, ha rappresentato inoltre un punto di svolta per il cinema in senso più ampio: gli effetti speciali, gli escamotage adottati per sopperire ai problemi tecnici sul set, una colonna sonora diventata culto con sole due note, hanno di certo fatto scuola insegnando che non è necessario disporre di troppe risorse se le idee e la volontà di renderle reali sono solide. Soprattutto la seconda, dal momento che girare Lo Squalo pare sia stato molto difficoltoso per tutto lo staff.

L'uscita in sala è avvenuta il 20 giugno 1975 e, in occasione del suo anniversario, può essere interessante scoprire tutti i retroscena de Lo Squalo, film la cui celebrità è oggi indiscussa, ma che nasconde tuttavia tante curiosità sulla sua realizzazione. La pellicola è considerata inoltre come il primo blockbuster estivo, uscito in sala in una stagione in cui generalmente i film non venivano distribuiti per la poca affluenza di pubblico, dimostrando tuttavia un successo senza pari. Com'è nato quindi il cult? Come sono state girate le riprese con lo "squalo"? Perché la sua colonna sonora è diventata tanto riconoscibile nel tempo?

Un romanzo diventato film

Nella cittadina di Amity, in New England, il corpo dilaniato di una giovane viene ritrovato sulla spiaggia locale: a ucciderla, sembra sia stato uno squalo. Così, mentre il capo della polizia locale Martin Brody (Roy Scheider) chiede che l'accesso alla spiaggia venga proibito ai bagnanti, il sindaco Larry Vaughn (Murray Hamilton) si rifiuta e innumerevoli turisti accorrono nella cittadina per le vacanze estive. Dopo aver divorato altre vittime indisturbato, per lo squalo parte una vera e propria caccia volta alla sua cattura. I partecipanti sono convinti che la questione sia risolta quando uno squalo tigre viene pescato; ma il biologo marino Matt Hooper (Richard Dreyfuss) sostiene che il vero predatore è un grande squalo bianco, ancora al largo di Amity. Brody e Hooper partiranno quindi alla volta dell'oceano, insieme al duro e spietato cacciatore di squali Quint (Robert Shaw), per stanare l'enorme creatura e porre fine all'incubo.

Prima di immergerci tra le acque al largo dell'isola Amity attraverso le immagini immortalate su pellicola da Spielberg, il thriller de Lo Squalo ha preso vita tra le pagine dell'omonimo romanzo di Peter Benchley. Pubblicata nel 1974, l'opera di Benchley prende spunto da alcuni avvenimenti reali: nel 1916, infatti, erano stati segnalati diversi attacchi di squali lungo le coste del Jersey Shore, mentre nel 1964 il pescatore Frank Mundus aveva catturato uno squalo di circa due tonnellate al largo delle coste di Montauk, località nei pressi di New York. Lo stesso Peter Benchley è stato assunto dalla produzione per realizzare alcune bozze della sceneggiatura, tuttavia le vicende narrate nel romanzo sono state rimaneggiate quando la stesura è stata successivamente affidata allo scrittore Howard Sackler con la consulenza del regista Carl Gottlieb.

Nonostante Benchley non abbia più lavorato alla sceneggiatura del film, lo si può comunque vedere all'interno dello stesso in un cameo: il giornalista che fa il suo reportage direttamente dalla spiaggia di Amity è lo stesso autore del romanzo. Dalla pellicola, tuttavia, sono state eliminate alcune vicende presenti invece nella versione cartacea. Ad esempio il sindaco di Amity, Larry Vaughn, pare fosse minacciato dalla mafia nel romanzo, affinchè tenesse aperte le spiagge per i loschi interessi economici che questa aveva sulle strutture presenti. Inoltre il biologo Matt Hooper ingaggiato per comprendere il comportamento dello squalo, nella sua controparte cartacea aveva una relazione amorosa con la signora Ellen Brody, moglie di Martin, principale protagonista dell'opera.

La scelta dei giocatori in campo

Modifiche e omissioni a parte, la nuova sceneggiatura è stata scritta in virtù di un maggiore spazio alle dinamiche thriller del film, accrescendo la tensione nelle scene più ansiogene che riguardano gli abitanti di Amity e lo squalo che vive tra le sue acque. Probabilmente, però, una tale tensione capace di tenere aggrappati alla sedia gli spettatori da ben 46 anni non sarebbe stata possibile senza la regia di Steven Spielberg. All'epoca poco più che ventottenne, Spielberg in realtà non era stato considerato fin da subito come nome papabile per la direzione de Lo Squalo. A seguito della lettura del romanzo, i produttori Richard D. Zanuck e David Brown si erano dimostrati tanto interessati da acquistarne i diritti per 175 mila dollari; la loro scelta di un regista per il film da trasporre su pellicola era però orientata, dapprima, verso John Sturges e poi su Dick Richards. Solo dopo aver visto il film Duel, diretto dal giovane e ancora piuttosto sconosciuto Steven Spielberg, la proposta è stata avanzata al regista, che ha avuto così l'occasione per stare dietro alla macchina da presa in un film che lo avrebbe consacrato per sempre.

https://youtu.be/cLxrNELgT9Q

Anche Richard Dreyfuss e Robert Shaw non erano stati presi in considerazione, inizialmente, per le  rispettive parti di Matt Hooper e Quint. Per il primo, Steven Spielberg era interessato a nomi come Jeff Bridges, Jon Voight e Timothy Bottoms, tuttavia dietro suggerimento di George Lucas, il regista si orientò verso Dreyfuss (che all'inizio, peraltro, rifiutò). Per l'interpretazione del secondo, invece, Sterling Hayden e Lee Marvin sarebbero stati perfetti nella parte secondo Spielberg, tuttavia dopo il loro rifiuto, la proposta di Robert Shaw avanzata dagli stessi produttori Zanuck e Brown era giunta provvidenziale.

Lo Squalo, un incubo di film

Benché Lo Squalo sia oggi considerato all'unanimità un capolavoro (disponibile qui per l'acquisto immediato), non tutti forse sanno che per raggiungere tale risultato l'intero staff ha dovuto sudare parecchio, lottando contro budget limitati e tempistiche strette. Spielberg ha avuto infatti un tempo massimo iniziale di 65 giorni per le riprese, che si sono prolungati fino ad arrivare a 159 giorni facendo lievitare di conseguenza anche il budget da 4 a 9 milioni di dollari, a causa dei molteplici problemi tecnici sul set. Lo stesso staff aveva ribattezzato il film Flaws (letteralmente "difetti") in un gioco di parole con Jaws. Sembra proprio che a causarli sia stato principalmente, nondimeno, il protagonista assoluto del film: lo squalo, soprannominato per l'occasione Bruce da Steven Spielberg, il quale gli aveva dato così il nome del suo avvocato. Per girare il film sono stati realizzati ben tre squali meccanici dal designer Joe Alves, i quali venivano mossi attraverso dei congegni idraulici che, almeno nella teoria, avrebbero dovuto far nuotare in maniera pressoché fluida i grossi predatori. Nella pratica, tuttavia, i meccanismi andavano incontro a continui malfunzionamenti dovuti soprattutto all'immersione nell'acqua salmastra, rallentando così le riprese e la produzione in generale.

La presenza incombente dello squalo nel film è pressante e motivo di tensione costante per tutta la durata della pellicola, tuttavia a ben vedere la creatura marina è visibile appieno solo per pochi istanti proprio per ovviare ai perenni guasti. Steven Spielberg, inoltre, è dovuto correre ai ripari adottando anche diversi escamotage, come la celebre pinna dorsale dello squalo che spunta fuori dal pelo dell'acqua o i barili di Quint che vengono mossi sulla superficie lasciando intendere il passaggio dello squalo anche senza mostrarlo. Non tutte le scene de Lo Squalo sono state però girate utilizzando creature meccaniche. Alcune riprese, infatti, vedono la presenza di squali veri filmati nelle profondità oceaniche al largo delle coste australiane con l'aiuto di due esperti in materia, i coniugi Ron e Valerie Taylor. Una scena, in particolare, mostra lo squalo "dal vero" in tutta la sua spaventosa maestosità: quella che vede protagonista Matt Hooper in una gabbia calata sott'acqua. In realtà all'interno della gabbia non si trovava l'attore Richard Dreyfuss, ma un altro attore di statura molto più piccola, Carl Rizzo: la differenza nelle proporzioni ha permesso così di dare l'illusione che Hooper fosse al cospetto di una creatura enorme e terrificante.

https://youtu.be/dg-HlHMhthY

Anche per qualche membro del cast Lo Squalo ha rappresentato un vero e proprio incubo (anche se, per fortuna, senza conseguenze). Susan Backlinie, la giovane bionda che per prima diventa vittima dello squalo e il cui corpo viene poi rinvenuto tra la sabbia, ha dovuto girare le scene del suo "sbranamento" senza dover recitare troppo: i membri dello staff, infatti, avevano legato dei cavi attorno alle gambe della povera attrice che è stata quindi strattonata a destra e a manca tra le onde. Steven Spielberg aveva dato precise istruzioni, tra l'altro, affinché la Backlinie non venisse avvertita nel momento in cui fosse stata strattonata, così che il suo risultasse come un sincero e genuino terrore.

La colonna sonora più celebre di sempre e altre curiosità...

Impossibile non avere il sentore che uno squalo si stia avvicinando nel momento in cui si sentono le due note del tema principale che fa da sottofondo al film. Difatti, il tema realizzato dal compositore John Williams è costruito unicamente su due note, il Mi e il Fa, cariche tuttavia di tutta la suspense possibile e ormai facilmente identificabili anche dopo 46 anni dall'uscita de Lo Squalo. Esse creano un climax in cui la tensione si accresce sempre più, accompagnando l'approssimarsi dello squalo ai protagonisti del film; sembra però che Steven Spielberg fosse inizialmente molto scettico riguardo alla colonna sonora di Williams. Salvo poi ammettere, in seguito, che la sua pellicola non sarebbe stata la stessa senza quella due famigerate note. Il tema composto da John Williams ha inoltre permesso a Lo Squalo di guadagnare un Premio Oscar per la miglior colonna sonora, nel 1976, unitamente al Premio per il miglior montaggio e a quello per il miglior sonoro.

Un percorso in salita, quello del film di Spielberg, che a fronte di un budget di 9 milioni di dollari (benché inizialmente avrebbero dovuto essere "soltanto" 4), ha incassato al box office l'esorbitante cifra di circa 472 milioni di dollari. All'epoca, Lo Squalo è stato addirittura il primo film a incassare 100 milioni di dollari, finché il suo primato non è stato raggiunto dallo Star Wars di George Lucas. In aggiunta al budget finanziato, ci sarebbero in realtà 3000 dollari in più autofinanziati dallo stesso Steven Spielberg: il regista voleva infatti che la scena in cui il biologo Matt Hooper ritrova la testa di un pescatore divorato dallo squalo, fosse rigirata in modo da risultare più realistica e carica di terrore e "urla". Anche un'altra scena particolare ha richiesto molteplici riprese: quella in cui il capo della polizia Martin Brody riceve uno schiaffo dalla signora Kintner. Roy Scheider tuttavia, in quest'occasione, non si è fatto schiaffeggiare una solta volta, ma ben 17, al fine di ottenere la "cinquina" perfetta!

Un'altra curiosità è legata al luogo in cui Lo Squalo è stato girato. Amity è in realtà una località balneare fittizia, così le riprese sono state effettuate nella cittadina di Martha's Vineyard: il luogo ideale per filmare la linea della costa e consentire che lo squalo fosse mosso sul fondale marino in maniera più agevole, grazie a un fondo sabbioso poco profondo che si spinge fino a circa 20 km al largo. A bene vedere Martha's Vineyard è uno dei luoghi in cui la presenza di squali è registrata in minor misura rispetto ad altre località; il film di Spielberg non ha impedito tuttavia che nell'immaginario collettivo si formasse un vero terrore per queste creature marine e uno stigma tenace che porta talvolta a tacciarle come bestie che "infestano" gli oceani. Lo stesso Peter Benchley, autore del romanzo, si è dedicato negli ultimi anni alla loro salvaguardia attivandosi per impedirne il pescaggio e girando documentari in cui nuota insieme a essi.