Mulan ritardato in Italia a causa del coronavirus?

Con l'aggravarsi dell'epidemia di COVID-19 molte uscite cinematografiche sono state sospese. Ora pare che persino Mulan sia destinato a essere ritardato.

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a cura di Walter Ferri

L'uscita dell'atteso live-action di Mulan sarebbe destinata a slittare a tempo indefinito, in Italia. La notizia, ancora ufficiosa, giunge dal magazine statunitense Variety, ma si tratta di una voce di corridoio insistente e che viene riportata da numerose testate omologhe d'oltreoceano. Walt Disney Pictures, ha d'altronde già ritardato l'uscita italiana del film Pixar Onward – Oltre la magia (ora previsto per il 16 aprile) e anche molti film nostrani hanno deciso di autosospendersi in attesa di un ritorno alla normalità. Si vive una volta sola di Carlo Verdone, Il talento del calabrone di Giacomo Cimini, Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, Tornare di Cristina Comencini, Cambio tutto di Guido Chiesa sono tutti rinviati a data da stabilirsi.

Una tale situazione è comprensibilmente figlia dell'epidemia italiana di COVID-19. I cinema del settentrione sono tutti correntemente off-limits e da quando si è toccata la soglia dei 400 infetti molti dei distributori americani si mostrano più che titubanti. Ora siamo a 821 e il virus si sta espandendo in maniera autoctona anche nel sud degli Stati Uniti.

Il problema si estende quindi ben oltre i nostri confini. Nello specifico, Hollywood intera è disperata dal fatto di non poter distribuire i propri onerosissimi blockbuster in Cina, paese epicentro del virus che negli ultimi anni si è dimostrato essenziale all'economia dei film del grande intrattenimento. Raggiungere il mercato asiatico è oramai un must, le produzioni fanno salti mortali per superarne la censura poiché ben consapevoli che l'Oriente sia in grado di salvare anche i film più deludenti. Ora che i cinema cinesi sono chiusi il flop delle pellicole d'alto profilo è quasi assicurato, almeno se teniamo conto delle alte aspettative imposte dai finanziatori di tali prodotti.

Molti nomi dell'industria cinematografica si stanno rifiutando di commentare ufficialmente le possibilità di ulteriori ritardi, ma a microfoni spenti ammettono di stare applicando una strategia d'attesa.