Phantom Stalker Woman, la recensione del manga horror di Mochizuki Minetaro

Phantom Stalker Woman è un manga horror lontano dai classici stereotipi del genere e dai canovacci estetici classici. Scopriamo di più in questa recensione.

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a cura di Giovanni Arestia

Un aspetto molto inquietante della società moderna è rappresentato dalla facilità di controllare qualunque persona si voglia. Banalmente tramite i social chiunque può sapere quando una persona è collegata e cosa sta facendo tramite la pubblicazione delle storie o di foto in diretta. Questo, in casi molto pericolosi, si può trasformare in un vero e proprio comportamento compulsivo che spinge alcuni soggetti instabili psicologicamente ad avviare il controllo anche fisicamente seguendo tutti gli spostamenti della propria vittima prefissata.

Phantom Stalker Woman: se un estraneo entrasse nella vostra vita senza volerlo?

Con una sola parola questo comportamento prende il nome di stalking ed è a tutti gli effetti un reato punito dalla legge. Ma se questo fosse il concept di un horror? Ebbene sì, è ciò che viene narrato nel manga horror altamente inquietante Phantom Stalker Woman di Mochizuki Minetaro (il titolo originale è Zashiki Onna). Questo manga horror non mostra tutta la tecnologia dei social sopracitati poiché il primo e unico volume è stato pubblicato nel 1993 ed è per l'esattezza uno dei primi lavori del mangaka che arriva in Italia in una nuova riedizione edita da Edizioni Star Comics, la stessa che aveva portato il manga in Italia nel 2002.

L'aspetto più inquietante di questo manga è sicuramente il fatto di essere stato pubblicato prima che le storie dell'orrore a tema stalking diventassero così diffuse come nei giorni nostri proprio perché adesso cavalcano l'onda della problematica. La storia segue il personaggio di Hiroshi Mori, un ragazzo che rappresenta il prototipo perfetto di studente del college: vive in un appartamento in affitto in un quartiere a buon mercato, studia costantemente e fantastica sulla ragazza che gli piace.

Come ci si potrebbe aspettare da un fumetto di questo genere, tutto va bene finché una notte non sente bussare insistentemente dalla porta del suo vicino. Decide di sporgere la testa per vedere cosa sta succedendo e questa decisione si dimostrerà una pessima mossa: nota subito una donna alta, dall'aspetto spaventoso e con lunghi capelli neri, che indossa un trench e porta borse della spesa di carta. Il vicino non è in casa e Mori, come se non bastasse, pensa di porgerle la parola educatamente invitandola ad andarsene.

La notte successiva ritorna, ma questa volta bussando alla sua porta e con la sua attenzione completamente spostata su di lui. Da questo momento Mori entrerà in un vortice infernale. La storia si basa su una delle più note e inquietanti leggende urbane giapponesi che racconta di una donna sfregiata dal marito geloso che le tagliò la bocca da un orecchio all'altro per punire la sua vanità e infedeltà. Da allora, lo spettro di questa donna vaga ancora per il Giappone chiedendo agli ignari passanti se la trovano bella, per poi ucciderli in ogni caso.

Inquietudine senza spargimento di sangue

La storia di Phantom Stalker Woman, allo stato attuale, non ha nulla di nuovo e originale dato che ci sono fin troppi fumetti e libri di questo genere. Tuttavia nell'anno in cui uscì era quasi un'assoluta novità e nonostante ciò ancora oggi riesce a donare un buon livello di inquietudine e stranezza rilegando il tutto allo sconforto per l'essere costantemente spiati, più che per lo spargimento di sangue come accade di solito.

Il manga in questione, infatti, è principalmente psicologico e questo lo rende leggermente diversificato dai restanti esempi del genere horror stalking come il celebre Tokyo Ghoul o i più recenti Dead Tube, Ibitsu e The Murderers. Lo stile artistico contribuisce notevolmente a questo aspetto con un tratto molto marcato, sporco e realistico allo stesso tempo. In tutta sincerità non è uno stile organico e piacevole, anzi è fortemente disturbante e contribuisce certamente a creare un'atmosfera spaventosa per tutta la lettura.

Stile artistico poco piacevole, ma in linea con la narrazione e la caratterizzazione dei personaggi

Edizioni Star Comics ha condotto un buon lavoro di ristrutturazione dell'opera originale, ma resta il problema principale che ha caratterizzato il manga fin dalla sua uscita: ci sono opere e manga disegnate meglio, quantomeno dal punto di vista prospettico e nella caratterizzazione degli ambienti. In realtà, però, proprio questa imprecisione che prevale in tutte le tavole di Phantom Stalker Woman è probabilmente ciò che lo ha reso memorabile nel panorama dei manga horror. In poche parole lo stile artistico e i disegni completano e caratterizzano molto bene la storia adattandosi perfettamente al contesto. Inoltre le prime pagine a colori permettono, quantomeno, di conoscere meglio il background dei personaggi e dell'ambientazione.

In tutto il racconto non ci sono molti personaggi che compaiono nel manga, a parte il protagonista Hiroshi Mori, un amico, la ragazza di cui si è innamorato e la donna misteriosa fonte dell'inquietudine del protagonista, delle persone a lui vicine e di noi lettori. In questo caso notiamo un problema non indifferente: a causa della breve durata del racconto e del modo in cui si sviluppa la storia, non vi è molto dello sviluppo né del protagonista né tantomeno dei personaggi secondari e dell'antagonista.

Quando una storia è strutturata come in Phantom Stalker Woman, cioè intorno alla vaghezza, i personaggi sono essenziali. Purtroppo, però, l'antagonista, la pietra miliare di quest'opera, è inquietante, ma non preoccupa mai realmente. Anche nelle scene in cui viene mostrata la sua aggressività, non sembra mai veramente spaventosa e in grado di mettere a repentaglio la vita del protagonista. Ad essere onesti, ci si sente solo in una costante suspense, ma mai realmente spaventati.

Il problema principale sta nel design del suo personaggio che rafforza la sua prevedibilità. Non c'è mai stato un singolo elemento che la rendesse più di una stalker umana con tutti i limiti del caso. Certo, viene mostrata come una persona innaturalmente dura e dalle capacità atletiche molto alte, ma questo la rendeva più frustrante che spaventosa. Non si è mai spinta oltre i limiti delle aspettative, il che potrebbe renderla spaventosa in senso realistico pensando a Mori come se fossimo noi, ma mai durante il racconto.

Questo ci ha un po' deluso poiché anche quelle poche volte in cui emerge qualcosa sulla storia del passato dei personaggi, come appunto sull'antagonista, questa non sembra estendersi alla loro personalità, al loro modo di approcciarsi e allo sviluppo della storia stessa. In ogni caso questo aspetto non ostacola la godibilità del manga e anche grazie alla semplicità e rapidità con cui si apre e si chiude la storia, quest'ultima non viene danneggiata particolarmente dalla mancanza di caratterizzazione dei personaggi. L'avremmo certamente apprezzata, ma la lunghezza di Phantom Stalker Woman è perfetta per la sua storia semplice, lineare e cruda: né troppo lunga, né troppo breve, un equilibrio perfetto che non annoia mai il lettore e chiude perfettamente tutti i pochi fili presenti.

Conclusioni

In conclusione, sebbene l'aspetto artistico sia visibilmente anacronistico e non sia esattamente il più brillante esempio di eleganza e goduria per gli occhi a tal punto che un lettore possa non stancarsi mai di guardarlo (come nel caso di altri titoli di questo genere, come Hideout), è indubbio che l'esperienza di lettura sia altamente funzionale, intrigante e coinvolgente senza mai il rischio di annoiarsi. Un'inquietudine costante che porta il lettore a chiedersi fin dove vuole spingersi la donna e che lo porta a divorare Phantom Stalker Woman in pochissimo tempo. In definitiva è un manga che si fa apprezzare e sebbene non sia sicuramente qualcosa di davvero memorabile a causa degli stessi personaggi praticamente anonimi per tutta la storia, vale sicuramente la pena leggerlo se siete amanti del genere.