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Platinum End 1, recensione: un survival game per decidere il nuovo Dio

Platinum End, l’ultimo manga di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata (Death Note), edito in Italia da Planet Manga torna in versione Discovery Edition a solo € 1.

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Avatar di Beatrice Villa

a cura di Beatrice Villa

Pubblicato il 12/09/2021 alle 15:00 - Aggiornato il 22/09/2021 alle 10:51

Platinum End è l’ultimo manga creato dallo scrittore Tsugumi Ohba e dall’artista Takeshi Obata, autori di Death Note, edito in Italia dalla casa editrice Planet Manga. Il primo volume è disponibile sia nella versione normale sia nella Discovery Edition, creata per celebrare l’uscita in Giappone del quattordicesimo e ultimo volume della serie.

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Platinum End: l’opera

Il manga di Platinum End di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata è stato serializzato dal 4 novembre al 4 gennaio 2021 sulla rivista mensile Jump SQ edita dalla casa editrice Shueisha, ben tre anni dopo la conclusione di Bakuman.

In Italia i diritti sono stati acquistati da Planet Manga che ne ha iniziato la pubblicazione il 2 novembre 2017. Il 7 ottobre 2021 uscirà su Crunchyroll, in contemporanea con il Giappone, l’adattamento anime, di 24 episodi, annunciato durante il Jump Festa ’21.

“Tutte le persone nascono per essere felici e tutte quante vivono per raggiungere la massima felicità possibile.”

Platinum End 1: la sfida di Dio

Protagonista di Platinum End 1 è Mirai Kakehashi, un liceale che ha perso ogni desiderio di vivere. Rimasto orfano in tenera età, si è ritrovato a crescere con gli zii, i suoi unici parenti rimasti in vita, i quali, sebbene all’inizio lo abbiano trattato con ogni riguardo, appena hanno messo le mani sui suoi soldi, hanno iniziato ad abusarlo, fregandosene del suo benessere. Isolato anche a scuola, senza nessun amico su cui contare, Mirai decide di farla finita: sale su un grattacelo e si getta nel vuoto.

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Proprio mentre pensa che avrebbe voluto essere più felice, la caduta viene frenata dall’intervento di un angelo, che gli salva la vita. Lei si chiama Nasse e gli dice che gli darà sia la libertà, attraverso un paio di ali che gli avrebbero permesso di librarsi nell’aria, e l’amore, con una freccia angelica di colore rosso che avrebbe fatto innamorare di lui qualsiasi uomo o donna che avrebbe colpito per trentatré giorni.

Mirai usa la freccia rossa su sua zia per scoprire la verità sulla morte della sua famiglia, venendo a conoscenza del fatto che i suoi zii sono degli assassini. Senza volerlo, spinge poi la zia al suicidio scoprendo così il terribile potere nascosto della freccia. Quest’ultima non è l’unica arma che l’angelo gli concede. Le frecce bianche, al contrario di quelle rosse, hanno il potere di uccidere all’istante. Nonostante Nasse lo invogli a usarle per vendicarsi e per raggiungere così la felicità tanto agognata, Mirai rifiuta. Quello che però non può rifiutarsi di fare è di partecipare alla sfida lanciata da Dio, un vero survival game, in cui in gioco c’è la sua stessa vita.

Per lungo tempo Dio aveva fatto del suo meglio per rendere migliore il mondo degli umani, inutilmente. Per tale ragione ha deciso che è giunto il momento di cedere il posto a una nuova forza giovane. Tredici persone, tra cui Mirai, sono state selezionate da altrettanti angeli. Il giovane che risulta il vincitore otterrà tutto ciò che vorrà, mentre l’angelo del nuovo Dio potrà stargli accanto eternamente. Entro un tempo limite di 999 i prescelti dovranno uccidersi a vicenda finché non ne rimarrà solo uno, l’unico in grado di ergersi al ruolo di divinità assoluta.

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Non tutti i candidati sono in possesso degli stessi oggetti. Solo infatti gli Angeli speciali possono donare sia le ali sia le frecce rosse che bianche. Gli angeli di primo livello hanno sia le ali che le frecce rosse mentre quelli di secondo livello o solo le ali o solo le frecce rosse.

Mirai dovrà quindi lottare per sopravvivere e per raggiungere quella felicità tanto agognata, ma scoprirà ben presto che non solo gli esseri umani sanno essere malvagi, ma anche gli angeli.

Platinum End e Death Note: gli elementi di similitudine

Chi ha letto Death Note non potrà che trovare alcuni elementi di similitudine in Platinum End, in cui gli autori ci ripropongono una storia in cui al centro della narrazione ci sono la morale, l’etica e la giustizia, senza contare alcuni riferimenti alla religione, anche in questo caso riadattati alla società moderna così come accadeva in Death Note.

Tredici, il numero dei prescelti, è il numero associato alla sommossa di Lucifero e rappresenta la morte, la trasformazione e la rinascita. Allo stesso modo il numero 999, i giorni entro cui il nuovo Dio dovrà essere scelto, indica la fine di un ciclo di vita e l'inizio di un nuovo percorso, ma è anche un numero che può essere ricondotto all'Apocalisse.

In Death Note avevamo gli shinigami, gli dei dalla morte, e in particolare Ryuk, che, annoiato, decide di fare cadere il suo Death Note nel mondo degli umani rimanendo poi con Light per osservarlo, felice di avere trovato finalmente un bel passatempo. In Platinum End troviamo gli angeli, divisi, così come vuole la fede cristiana, in una gerarchia. In questo caso abbiamo gli angeli di livello speciale, come Nasse, quelli di primo livello e quelli di secondo livello.

In Platinum End, colui che può essere considerato il motore che dà il via alla storia è Dio medesimo, che però non ha potere decisionale, proprio come Ryuk, in quanto sono i suoi angeli a scegliere i prescelti in questa lotta alla sopravvivenza che deciderà chi prenderà il suo posto come divinità.

Per quanto riguarda il protagonista di Platinum End, Mirai, è diametralmente opposto a Light Yagami. Quest’ultimo non si fa nessun problema a uccidere senza pietà coloro che considera i malvagi, per riportare la pace nel mondo, libero così da ogni male, e non ha nemmeno remore a sfruttare le persone a lui vicine per raggiungere il suo scopo. Alla fine si lascia sfuggire l’obiettivo principale, eliminando anche tutti coloro che si opponevano ai suoi piani, finendo lui stesso vittima di un delirio di onnipotenza nonché di un odio crescente verso la stessa umanità, che non riesce a salvare e che lo porterà a fronteggiare la sua stessa morte.

Al contrario di Light, Mirai non ha nessuna intenzione di togliere la vita ad alcuno. Dopo avere scoperto il terribile potere della freccia rossa uccidendo senza volerlo la zia, si rifiuta persino di prendere in considerazione l’idea di usare la freccia bianca, con la quale potrebbe togliere facilmente la vita a una persona. Ha un forte senso di giustizia, così come Light, ma ciò che vuole è raggiungere la sua personale felicità, una felicità comune, così come la definisce lui, data dal semplice fatto di potere mangiare, avere una casa, vivere serenamente e magari trovare l’amore, ma senza scorciatoie. È un ragazzo che ha appena scoperto di volere vivere, che si porta dietro ferite ancora fresche dovute ad anni di dolore.

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Più vicino al credo di Light, almeno in questo primo volume, è un altro candidato, che si fa chiamare Metropoliman e che riesce, assumendo il ruolo di supereroe, a guadagnarsi l’appoggio delle persone, così come era riuscito a fare Light.

Per quanto riguarda i temi fondanti dell'opera, la giustizia e la morale, coinvolgono prima che gli umani, gli angeli, che si suppone siano benevoli e al di sopra di qualsiasi giudizio. È però la stessa Nasse che propone a Mirai di usare come preferisce la freccia bianca per uccidere, come se fosse giusto e moralmente corretto togliere la vita a un’alta persona, così come l’uso della freccia rossa, senza tenere a mente i sentimenti del ricevente.

È Mirai a porre il confine su ciò che considera giusto e ciò che è sbagliato. Inoltre, una domanda che sorge spontanea: in base a quale discriminante sono scelti i prescelti? A quanto pare, non solo i modelli di virtù, come ci si aspetterebbe, hanno la possibilità di diventare Dio. Il primo personaggio che incontriamo, oltre a Mira, a venire scelto come prescelto, è infatti l'incarnazione della lussuria, non certo uno degli esseri umani più idonei ad assumere il ruolo di divinità.

Personalmente ritengo che Mirai sia un personaggio ben fatto e il suo punto di forza è proprio il fatto che non assomiglia a Light. Sono certa che nel corso dell’opera assisteremo alla sua crescita personale ed entreranno in gioco nuovi fattori che sconvolgeranno la vita dei prescelti.

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