Soul: polemica per i doppiaggi europei

E' polemica sulla scelta dei doppiatori europei di Soul, di etnia caucasica e quindi differente da quella dei protagonisti.

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a cura di Lorenzo Ferrero

Un articolo del New York Times ha messo in evidenza la polemica sul doppiaggio di buona parte dei paesi europei di Soul, l'ultima pellicola firmata Disney Pixar, nei quali la parte del protagonista è stata affidata ad attori di caucasici, nonostante nella pellicola il personaggio sia di colore.

Soul è stato lodato e acclamato in tutto il mondo, descritto anche come il primo vero e proprio film pixar incentrato sulla cultura afroamericana negli Stati Uniti. Tuttavia, dopo l'uscita, si è diffusa la consapevolezza che in buona parte dei paesi europei i personaggi sono stati doppiati da attori caucasici.

In Danimarca, il quotidiano nazionale Berlingske ha intervistato ha intervistato studiosi e attivisti che hanno espresso la loro delusione per questa scelta, affermando che il casting era un esempio di razzismo strutturale; questo ha spinto Nikolaj Lie Kaas, l'attore danese che ha dato la voce al personaggio di Joe, a rilasciare una dichiarazione sul motivo per cui aveva accettato il ruolo:

"La mia posizione rispetto a qualsiasi lavoro è molto semplice: lasciate che ad ottenere la parte sia l'uomo o la donna che possano svolgerlo nel miglior modo possibile."

Asta Selloane Sekamane, una delle attiviste che ha criticato il casting nell'articolo di Berlingske, ha detto in un'intervista che nessuno può affermare che non ci fossero abbastanza attori di colore per la parte principale, perché esistono, ma vengono assegnati a ruoli minori:

"Non può essere la scusa costante, questa idea che non possiamo trovare persone che siano all'altezza dei nostri standard."

Se in Danimarca il doppiaggio viene usato principalmente per i film di animazione, in altri paesi, come il nostro, la Francia, Germania e Spagna, si utilizza anche per pellicole cinematografiche e viene considerata da molti una vera e propria arte, che si basa sulle proprie capacità di recitazione. Sulla questione, si è così espresso il direttore del doppiaggio spagnolo Juan Logar:

"Il miglior doppiaggio dovrebbe passare del tutto inosservato. Il mio lavoro è trovare la voce che meglio si adatta all'originale. Nero, bianco, asiatico, non importa."

E' dello stesso parere anche Charles Rettinghaus, attore e doppiatore tedesco che, nei suoi quarant'anni di carriera, ha doppiato un sacco di personaggi, tra cui anche quelli interpretati da Jean-Claude Van Damme e Jamie Foxx, voce originale del protagonista in Soul:

"Non importa se sei nero o bianco, dovresti essere in grado di doppiare qualsiasi cosa. Perché non dovresti interpretare un attore bianco, un indiano o un asiatico?"

E per quanto riguarda l'Italia?

La lingua italiana è molto complessa e riuscire a parlare correttamente sia da un punto di vista di accento, sia di dizione è davvero difficile. Al momento, l'unico attore e doppiatore naturalizzato italiano è Haruhiko Yamanouchi, che ha dato la voce a molti personaggi asiatici anche di un certo peso (l'ultimo in ordine temporale è Goro Takemura in Cyberpunk 2077). Il problema nel nostro paese non è che non si voglia dare la parte ad attori non caucasici, ma semplicemente non ce ne sono, al momento.

Perchè, come dimostrato con l'esempio di Yamanouchi, chi vi scrive è convinto che se ci fosse la possibilità di farlo, si sarebbe sicuramente già fatto. Il sottoscritto è sempre convinto dell'idea che la bravura di un attore o doppiatore è indipendente dalla sua etnia e non ci sarebbe niente di male se ad interpretare personaggi di colore vi fossero attori caucasici, asiatici o afroamericani; ovviamente il discorso vale anche a parti invertite.

In una professione come il doppiaggio, dove non importa che faccia hai, è un discorso che, sinceramente, lascia il tempo che trova e lo dimostra anche il fatto dell'età anagrafica, ad esempio: basti pensare che quasi tutti i bambini sono doppiati da donne o che, spesso, vi sono ventenni con la voce molto scura che interpretano signori di cinquant'anni.

Nel buio della sala, non importa come tu sia fatto, l'importante è che tu possa dare il meglio di te stesso, garantendo una qualità del prodotto eccelsa.