Star Trek Discovery - Un po' di vecchio, un po' di nuovo

Star Trek, una delle serie di fantascienza più amate al mondo, torna sul piccolo schermo dopo oltre un decennio, proponendo con la nuova serie Discovery un gustoso mix di elementi classici e innovazioni. Siete pronti ad esplorare nuovamente l'ignoto?

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a cura di Andrea Balena

C'è una buona fetta della comunità nerd che impazzisce al solo sentire frasi come "Lunga vita e prosperità", magari accompagnate dall'iconico saluto se il loro interlocutore è altrettanto appassionato. Dal 1966 in poi il marchio Star Trek è diventato uno dei più popolari e apprezzati globalmente, con all'attivo 5 serie televisive e 13 film e una quantità incalcolabile di prodotti e opere derivate. Presenza fissa nella cultura pop degli ultimi cinquant'anni, è ormai impossibile non conoscere - anche per vie indirette, ad esempio tramite altre serie come The Big Bang Theory - le avventure del capitano Kirk e del suo ufficiale scientifico Spock.

L'interesse verso questo imponente brand stava però venendo meno agli inizi del secolo a causa dell'insuccesso di critica e pubblico dell'ultima serie Enterprise, e abbiamo dovuto aspettare la trilogia-reboot curata da J.J. Abrams per dare vita a una nuova generazione di appassionati. Superato da poco il cinquantesimo della serie, il canale americano CBS ha messo in cantiere la nuova serie televisiva chiamata Star Trek Discovery, il cui obbiettivo è rinnovare le fondamenta del racconto adattandolo ai ritmi e gusti moderni della nuova serialità. Creata e prodotta da Bryan Fuller (Hannibal, American Gods) e da Alex Kurtzman (sceneggiatore degli ultimi film), Discovery potrebbe rappresentare il ritorno in auge all'atmosfera classica dello show, ma con lo sguardo rivolto verso il futuro, secondo la filosofia originale del franchise.

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Ambientata nel 2256, dieci anni prima della serie originale, seguiamo le vicende di Micheal Burnham (Sonequa Martin Green), prima ufficiale della nave Shenzhou, che malauguratamente contribuisce all'inizio delle ostilità fra la Federazione dei Pianeti Uniti e la razza guerriera Klingon, ostilità che sfocia presto in una guerra fredda. Dopo i primi eventi traumatici, la nostra eroina si ritrova a bordo della Discovery, astronave scientifica che sta sviluppando nuove tecnologie e armi per il conflitto, sotto il comando del capitano Gabriel Lorca (Jason Isaacs).

La differenza più palpabile rispetto al canone della saga risiede nella struttura della storia: lontano dagli episodi auto conclusivi, in queste prime puntate la trama di Discovery si afferma come un unico arco narrativo incentrato sulla guerra con i Klingon. Altra novità assoluta: lo spettatore vive quasi tutta l'esperienza tramite il punto di vista della protagonista, un artificio narrativo che permette di costruire meglio la componente di mistero della vicenda.

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A sorprendere è l'egregio lavoro dell'attrice nel costruire un ottimo e interessante personaggio, nonostante non colpisse particolarmente nel suo ruolo in The Walking Dead. A partire dal suo background - la prima umana cresciuta in scuole vulcaniane - fino al suo carattere estremamente riflessivo, e tuttavia pronta a intervenire e ad andare contro gli ordini dei suoi superiori. I traumi della sua infanzia e il rimorso delle sue azioni sono elementi che potrebbero tornare più volte nella storia, creando un conflitto interno fra la sua parte più logica e quella più emozionale, corrispondenti alla sua natura ibrida fra le due specie.

Visivamente ci troviamo davanti a uno dei prodotti televisivi più curati e belli degli ultimi anni, che non punta a una estetica grigia e claustrofobica (come è accaduto con il recente The Expanse) ma anzi vuole puntare tutto sui colori e un colpo d'occhio eccellente. Le immense battaglie fra navi interstellari, gli scorci spaziali magnifici e persino gli interni sono stati ravvivati da una palette cromatica vivace e colorata, probabilmente ad opera della mente artistica e visiva di Fuller.

Le tute e armature spaziali possono far storcere il naso ai fan più integralisti per il loro design nuovo e futuristico nonostante la natura di prequel della serie - in maniera simile a quanto accadde con la tecnologia mostrata in Prometheus - ma risultano ugualmente magnifiche da vedere, e ricordano quanto visto nella saga di Mass Effect.

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Questo primo assaggio del nuovo Star Trek ci ha galvanizzati ed estasiati visivamente. Siamo ancora agli inizi, ma queste prime puntate promettono molto bene per la riuscita finale del prodotto, che potrebbe rappresentare il prossimo, importante cambiamento del modo di fare la fantascienza che merita di essere riscoperta. Noi la seguiremo ogni lunedì su Netflix, e voi?


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