Swagger: intervista al cast

Abbiamo incontrato il cast di Swagger, la nuova serie di AppleTV+.

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a cura di Manuel Enrico

Dopo aver mostrato l’ambiente del calcio con l’acclamata Ted Lasso, il servizio streaming di Apple ci conduce ora dietro le quinte del basket adolescenziale con Swagger. Basata sull’esperienza di Kevin Durant, storico nome dell’NBA, il nuovo show di AppleTV+ è un racconto gradevole e appassionante dei primi passi di una giovane promesse del basket, Jaice Carson (Isaiah Hill), che diviene il nostro punto di vista di un mondo spesso dimenticato nella narrazione sportiva del mondo dell’entertainment.

Un’esperienza vivida e coinvolgente, che abbiamo visto in anteprima, apprezzandone la delicata costruzione emotiva offerta da Reggie Rock Bythewood, regista e sceneggiatore di Swagger, che unisce il ritratto del giovane cestita alla sua dimensione sociale. Abbiamo avuto l’occasione di incontrare il cast di Swagger per scoprire quali siano state le loro sensazioni nel dare vita a questa storia, scoprendo dalla viva voce di coach Ike (O’Shea Jackson Jr), del giovane Jaice Carson (Isaiah Hill) e della madre Jenna (Shinelle Azoroh) e dell’intraprendente Alonzo Powers (Tristan Wilds).

Swagger: il cast ci racconta la serie di AppleTV+

Swagger ritrae le difficoltà di un giovane giocatore di basket, un adolescente che si ritrova a dover gestire una pressione incredibile per una personalità ancora in formazione. A trasmetterci questa sensazione è la presenza di situazioni che sembrano esser in contrasto con la tradizionale valorizzazione epica della figura dello sportivo, mostrandoci lati che paiono contrastare con la nostra concezione ‘epica’ dello sportivo maturo, del campione.

“Per qualcuno sarà incomprensibile, per altri sarà d’ispirazione, perché spesso sono le sfide a renderci ciò che siamo. La storia di Kevin Duran è stata la nostra rampa di lancio, siamo partiti dalle sue esperienze per creare ogni personaggio, andando a cercare altri elementi dove necessario per integrare. Quello che volevamo raccontare era, oltre a cosa significhi essere una promessa del basket, anche cosa significhi esser un giovane uomo, che cerca di essere il migliore per raggiungere i propri sogni.”

“Le altre serie che trattano di sport, lo fanno solitamente valorizzando l’aspetto di intrattenimento. Credo che Swaggers sia la prima produzione che vuole raccontare il momento in cui dei ragazzi si avvicinano a questo mondo, iniziando il loro percorso vesto il ruolo di star. Li vediamo prima ancora di esser all’università dover già sentire questa pressione, giovani che sono fantastici atletici già segnati per esser promesse di squadre di alto livello”

Non solo si vuole portare in risalto la dura vita degli atleti emergenti, ma come ci ha raccontato Tristan Wilds è importante mostrare come dietro quello che vediamo sul parquet del campo ci sia un mondo fatto di accordi e strette di mano che dirige in modo discreto il futuro di questi giovani atleti, spesso dimenticando che si sta decidendo le sorti di giovani adolescenti:

“Ho letto diversi libri, cercando di comprendere come ragionino realmente persone che sono parte di questo business. Mi sono ispirato in particolare alla storia di un executive di Nike, di cui ora mi sfugge il nome, andando a cercare quelle che sono le dinamiche reali dietro i riflettori. Quello che spesso dimentichiamo, sullo sport, è che gran parte di quello che ruota attorno al denaro avviene lontano dal campo. Non sono cose che si decidono in una stanza, ma nascono da una stretta di mano, scaturiscono dalla sinergia che nasce durante un incontro. Sembra ironico, ma in questo periodo sono a Broadway con una piece dove interpreto un allenatore di basket, che è veramente duro con i suoi ragazzi. Studiando per la parte, ho capito quanto sia vero quello che stiamo dicendo, a volte i genitori sono incredibilmente duri, convinti che sia l’unica strada per vivere questo momento, ma non è giusto. Questi genitori che hanno questa ossessione non capiscono che non è questo il modo, devono comprendere che ogni sono è raggiungibile, ma che devono essere i loro figli a trovare quale sogno inseguire e scegliere la propria strada. Questa pressione è ovunque, in ogni sport, anche nel vostro calcio, e sta rovinando i ragazzi”

Swagger punta molto su questo tratto, accompagna la crescita di Jaice come atleta alla sua maturazione come individuo, tramite l’incontro con il suo coach Ike. Un rapporto di vicendevole affetto, appositamente studiato e da Bythewood e magnificamente reso sul piccolo schermo da Hill e Jackson:

“Era importante creare questa empatia tra Jaice e Ike, perché Jaice ha bisogno di Ike tanto quanto Ike ha bisogno di Jaice. Questa è la base della loro relazione”

“Il merito è di chi ha scelto l’uomo giusto per il ruolo giusto. Io sono stato inserito in ritardo nella produzione rispetto al resto del cast, ma lavorare con le persone giuste ti aiuta incredibilmente nel dare vita a personaggi incredibili. La fortuna di un film o di una serie è nell’alchimia che si crea tra i personaggi già in fase di scrittura, e io e Isaiah ci siamo subito ritrovati in questo, è stato incredibile”

“Totalmente d’accordo. O’Shea mi ha supportato enormemente, mi aiutato a superare situazioni in cui era già passato a inizio carriera. E lo stesso hanno fatto tutti gli altri con cui ho lavorato in Swagger. Per me questa è la prima esperienza come attore e Shanelle mi aiutato molto, come con tutti gli altri membri del cast abbiamo creato un’alchimia unica, perfetta. Tra una ripresa e l’altra, ci incoraggiavamo, volevamo fosse sempre chiaro che eravamo pronti a sostenerci l’uno l’altro. Per me è stata una grande esperienza, mi sono goduto ogni istante”

Una complicità tra i due attori che ha dato ottimi frutti, anche se durante la nostra chiacchierata è emerso che la loro affinità è nata anche da una diversa visione del basket, dove i due si sono fronteggiati amichevolmente, stabilendo infine chi sia il migliore shooter dal dischetto dei tre punti:

“Posso tranquillamente dire che sono il migliore sui tiri da tre, perché non mi piace correre. Isaiah invece corre, salta, si tuffa. Ogni giorno ci imponevamo di non saltare con Isaiah, eravamo certi che prima o poi si sarebbe incastrato in qualcosa”

“O’Shea è assolutamente l’uomo giusto per un three point. Mentre giravamo stavamo attenti a non lasciare in giro palloni, altrimenti O’Shea iniziava a tirare e ci toccava sentirlo vantarsi per il resto del giorno”

Ridendo e scherzano, durante la nostra intervista abbiamo percepito la sinergia che si è creata tra questi attori, che ha consentito di far emergere un altro tratto affascinante di questa storia: la componente femminile. Interpretata da una meravigliosa Shinelle Azoroh, la madre di Jaice, Jenna, è una colonna della serie, andando a ricoprire un ruolo che, come ci confermano regista e attrice è uno specchio della quotidianità della cultura della popolazione di colore:

“Questa è una cosa a cui tengono particolarmente. LE madri sono una parte essenziale per la black culture, sono la spina dorsale della nostra comunità, come lo è stata per me la mia o Jenna per Jace. Le nostre madri ci hanno sempre spinto, Jenna ha capito che deve dare il massimo per questo, sostenendo suo figlio in ogni modo. Shinelle è stata perfetta nel dare lo spirito giusto al personaggio, ha elevato al massimo il suo ruolo, la sua emotività”

“Grazie di averlo notato, per me interpretare Jenna è stata una benedizione. Per la gente di colore è normale cercare di avere di più, ma per una donna di colore, anche se siamo importanti, questo a volte significa venire messe in disparte. Per me era importante dare a Jenna tutte queste sfumature, far vedere come lei fosse sempre presente, pronta a mordere e afferrare ogni possibilità per Jaice. Mi sono appassionata subito a Jenna ho appena ho letto la sceneggiatura, era scritta magnificamente. Anche le persone attorno a me ne erano rimaste colpite, dandomi ulteriore motivazione a interpretarla. A colpirmi era il poter vedere questo ragazzo, ancora adolescente e in procinto di divenire uomo, mi ha ispirato molto, a sviluppare un senso di protezione, che mi ha aiutato nel ruolo”

Ma per Shanelle, un altro aspetto è fondamentale per la cultura black, e in Swagger viene giustamente inserito come parte integrante del ritratto di questi personaggi

"La musica è centrale nella nostra cultura, ci aiuta a celebrare e a cogliere le nostre emozioni. Pensa, nella serie vediamo che due generazioni diverse si confrontano sull'hip hop, ma questi ragazzi non conoscono nemmno il googoo, qui mancano le basi!"

L’incontro con il cast di Swagger ci ha consentito di apprezzare ulteriormente l’ottimo lavoro di regista e attori, riconfermando la sensazione che la nuova serie di AppleTV+ sia l’ennesima produzione di spessore offerto dal canale di Appel, che si inserisce all’interno di un catalogo che ci ha già consentito di goderci avventure appassionanti come Ted Lasso, Foundation e The Morning Show.